domenica 6 gennaio 2013
Foschi su Teatro dell’Adriatico e polemiche: "Pd e Fli facciano pace con se stessi"
“Pd e Fli devono decisamente fare pace con se stessi: appena venti giorni fa i vari Di Pietrantonio, Del Vecchio, Fusilli e Pignoli, sbraitavano ai quattro venti contro un’amministrazione che non aveva speso centinaia di migliaia di euro per le luminarie natalizie, accusandoci di voler affossare la città e la sua economia, incuranti, i quattro consiglieri, della crisi sociale che impone a tutti gli Enti pubblici una contrazione delle spese. Oggi, a fronte di un progetto grandioso quale la costruzione di un Teatro dell’Adriatico la cui realizzazione, secondo i programmi, non graverà sulle tasche dei cittadini, ovvero sulle casse comunali, urlano di nuovo sostenendo che spendere soldi per il teatro è un errore perché adesso, a venti giorni dalla polemica sulle luminarie, la nostra priorità dev’essere il sociale. E’ evidente che il Teatro è l’ennesima foglia di fico per una minoranza che non ha nulla da dire, ma ha le idee estremamente confuse su come va amministrato un territorio, una minoranza abituata a guardare i contenitori anziché i contenuti”. Lo ha detto il capogruppo del Pdl Armando Foschi replicando alle polemiche odierne di Pd e Fli sul progetto preliminare approvato dalla giunta e presentato venerdì scorso in conferenza stampa dal sindaco Albore Mascia e dall’intera maggioranza di governo.
“Pescara avrà il suo Teatro dell’Adriatico – ha sottolineato il capogruppo Foschi – per la prima volta in vent’anni, e cinquant’anni dopo l’abbattimento del Pomponi, un’amministrazione comunale ha compiuto tre passi concreti in tale direzione: ha approvato un progetto preliminare, ha preparato il bando per la ricerca del partner privato cui si chiederà di finanziare, costruire e gestire il Teatro, e, contestualmente, ha aperto il dibattito sull’archistar che dovrà firmare l’opera. Perché è evidente che il Comune non rinuncerà al proprio ruolo nella progettazione definitiva ed esecutiva di un’opera monumentale che diventerà il simbolo stesso della città: innanzitutto sono stati i nostri uffici a definire già quali dovranno essere i requisiti della struttura, ovvero quali spazi dovranno inderogabilmente essere previsti all’interno e per svolgere quali funzioni. Ora quell’idea preliminare base, comunque vincolante per il futuro progettista, potrà solo essere ulteriormente migliorata, e in questo siamo pronti a confrontarci con quegli Enti, Istituzioni o privati che vorranno essere nostri partner nell’impresa. Ma, cosa ancora più importante, il Comune non spenderà somme per dotare Pescara di un Teatro, né oggi né in futuro: come è stato ben specificato in conferenza stampa, l’amministrazione comunale parteciperà alla costituzione di una società pubblico-privata che costruirà l’opera conferendo nella società stessa solo il sedime su cui verrà edificata la struttura, la cui realizzazione e gestione sarà a carico del privato. Dunque l’amministrazione comunale, che non deve fare lucro, non parteciperà ai futuri utili, ma neanche a eventuali perdite, che, con un’oculata ed esperta gestione economico-finanziaria, non ci saranno mai. In altre parole, costruire il Teatro non sottrarrà alcun euro dal bilancio comunale, né interferirà con le spese per il sociale o per gli investimenti sulla città. Ed è qui che si scioglie come neve al sole la polemica di Pd e Fli, che invano accusano il Comune di ‘sperperare’ soldi in un periodo di crisi. Critica peraltro clamorosamente ipocrita quando giunge dai banchi di Fli, che in campagna elettorale ha sostenuto e sottoscritto il programma elettorale del sindaco Albore Mascia che ha sempre previsto la costruzione del Teatro, ed è bene ricordare che i tre consiglieri di Fli, Pignoli, Bruno e Ranieri, sono stati eletti solo perché correvano con la coalizione di centro-destra, e non con l’opposizione, e perché appoggiavano il nostro programma elettorale. Ma il bello è che la costruzione del Teatro faceva parte anche del programma elettorale del centro-sinistra che addirittura esattamente nel marzo 2012 ha chiesto e ottenuto lo svolgimento di una seduta straordinaria del Consiglio comunale per esprimere le proprie preoccupazioni circa il mancato avvio delle procedure per la costruzione del Teatro. Oggi all’improvviso, a progetto approvato, però il Teatro non lo vogliono più. Non solo: oggi scoprono che addirittura costruire un Teatro o ristrutturare il Massimo sarebbe la stessa cosa. E invece non è così perché un Teatro, per essere tale, dev’essere concepito sin dalle fondamenta come un Teatro, prevedendo la realizzazione di impianti ad hoc e l’uso di materiali specifici anche per l’acustica. E a Pescara, sinora, abbattuto il Pomponi, un vero Teatro non c’è mai stato: obiettivo della nostra maggioranza di governo è quello di restituire alla città tale struttura, concepita anche come opera d’arte dal punto di vista architettonico”.
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