giovedì 13 dicembre 2012

Ricorso dell’Ater contro l’Imu

“Si discuterà giovedì prossimo, 20 dicembre, in Camera di Consiglio, presso il Tar, la richiesta di sospensiva avanzata dall’Ater nel ricorso con il quale ha impugnato la delibera del Consiglio comunale di rimodulazione dell’Imu, scesa al 5,8 per mille per le case popolari. Nel pomeriggio di ieri intanto il giudice ha rigettato l’istanza come provvedimento monocratico, rinviando ogni decisione alla Camera di Consiglio. L’amministrazione comunale ha affidato la propria difesa all’avvocato Sergio Trovato, uno dei massimi esperti in materia tributaria relativamente agli immobili, autore anche di volumi su Imu e Ici e consulente di Italia Oggi e Sole 24Ore, ben sapendo di aver operato delle scelte assolutamente congrue e, forse per la prima volta, condivise da maggioranza e minoranza in un documento sottoscritto da tutte le forze politiche dell’assise. Ma soprattutto, a fronte delle notizie odierne, secondo cui l’Ater, che comunque entro il prossimo 17 dicembre dovrà pagare il saldo dell’Imposta, dovendo far fronte a tale uscita di cassa, non potrebbe addirittura pagare gli stipendi ai propri 35 dipendenti, è bene chiarire che i versamenti Imu e le somme degli stipendi si trovano obbligatoriamente su due capitoli di bilancio diversi e che spetta all’Ater programmare le proprie uscite come un ‘buon padre di famiglia’ facendo salve le indennità del personale”. Lo ha detto l’assessore ai Tributi Massimo Filippello ufficializzando la discussione del ricorso Ater contro la delibera dell’Imu. “In sostanza – ha spiegato l’assessore Filippello – l’Ater ha impugnato con un ricorso al Tar la delibera del Consiglio comunale numero 164 del 31 ottobre 2012 con cui abbiamo rimodulato le aliquote Imu. Nel proprio ricorso l’Ater di Pescara sostiene che le case di edilizia residenziale popolare dovessero avere lo stesso trattamento tributario riservato alle abitazioni principali, ovvero 3,5 per mille, e sollevano alcune censure nei confronti del Comune. In realtà l’amministrazione comunale ha ben operato, applicando semplicemente quanto previsto nel Decreto legge 201 del 2011 che prevede che le case Ater sono assimilate alle abitazioni principali esclusivamente ai fini dell’applicazione della detrazione d’imposta di 200 euro, circostanza confermata nella Circolare 12 DF del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La stranezza è però che il Consiglio comunale ha approvato il Regolamento e le aliquote Imu nel luglio 2012 e in quella sede era stata approvata per le case Ater l’aliquota base dei fabbricati diversi dalle abitazioni principali, ossia il 10,6 per mille. Quando l’Ente ha avuto la notizia che lo Stato rinunciava alla compartecipazione al gettito sull’imposta Ater, pari al 3,8 per mille, in sede di rimodulazione in Consiglio comunale abbiamo abbassato l’imposta per le abitazioni Ater da 10,6 al 6,8 per mille perché le nostre previsioni iniziali di entrata sull’Ater era basata sul calcolo che il 6,8 per mille sarebbe stato percepito dal Comune e il 3,8 dallo Stato, e la delibera è divenuta esecutiva e non è stata impugnata. Con l’ulteriore revisione delle aliquote fatta a ottobre – ha proseguito l’assessore Filippello -, anche nel rispetto dell’accordo stipulato tra maggioranza e minoranza, si è proceduto ad abbassare ulteriormente l’aliquota al 5,8 per mille, che avrebbe determinato in carico all’Ater l’esborso di circa 900mila euro. Ora l’Ater ha presentato un ricorso al Tar chiedendo l’annullamento della delibera con cui abbiamo ridotto l’Imu, rischiando però, in caso di effettivo annullamento, di tornare all’aliquota del 6,8 per mille. Il ricorso dell’Ater – ha proseguito l’assessore Filippello – ci è stato notificato lo scorso 7 dicembre e, accanto alla richiesta di sospensiva, l’Ater ha anche presentato istanza di provvedimento monocratico al Presidente del Tar ai sensi dell’articolo 56 comma I del Cpa, ovvero ha chiesto al Presidente del Tar di pronunciarsi con un decreto inaudita altera parte per concedere una sospensiva, previa successiva conferma in Camera di Consiglio, condizione per la quale devono però ricorrere due requisiti, ossia il periculum in mora e il fumus bonus iuris. Tale richiesta è stata rigettata nella serata di ieri dal giudice che ha fissato l’udienza per la sospensiva in Camera di Consiglio per giovedì prossimo 20 dicembre ed entro lunedì prossimo, 17 dicembre, il Comune dovrà costituirsi. In sostanza però la decisione sulla sospensiva arriverà comunque dopo la scadenza del saldo dell’Imu che a questo punto l’Ater dovrà comunque versare al Comune, un versamento che nulla ha a che vedere con il pagamento degli stipendi ai 35 dipendenti che addirittura oggi sarebbe stato messo in forse a fronte dei 900mila euro che l’Azienda dovrà sborsare per l’Imu. L’amministrazione comunale ha il dovere di far rispettare la legge e di comportarsi in modo equo, dunque se i normali contribuenti devono versare l’Imu, anche l’Ater ha il dovere di pagare l’imposta sui propri immobili, specie parlando di una tassa che, imposta a tutti noi dal governo, comunque è stata modulata attraverso un’attenta opera di collaborazione e condivisione tra tutte le forze politiche di maggioranza e minoranza che hanno cercato di studiare le aliquote meno impattanti per le tasche dei cittadini”.

Nessun commento:

Posta un commento