"C'è un sistema imprenditoriale da riequilibrare, in Italia. Molte aziende fuggono all'est e fanno lavorare i dipendenti con poche garanzie sindacali, in condizioni disumane e con salari da fame. L'Unione Europea, se davvero rappresentasse i popoli dell' Europa e non le banche, si adopererebbe per alzare i loro salari e per armonizzare questo fenomeno deteriore".
Così si è espresso il candidato al senato Giandonato Morra ieri all'inaugurazione del suo seggio elettorale a Teramo, e ha aggiunto:
"In Grecia hanno messo un alter ego di Monti (Lucas Papademos, ndr), mentre noi diciamo: mai più a un governo tecnico non voluto dal popolo. Così come diciamo no all'ingresso della Turchia in Europa con le spinte fondamentaliste che la percorrono".
Morra focalizza la sua attenzione anche su Equitalia:
"Se un imprenditore ha dei crediti nei confronti dello stato, deve poterli recuperare non pagando le tasse per un importo equivalente. E se le istituzioni si rendono conto che sono a rischio posti di lavoro, devono essere flessibili nel trovare soluzioni per il datore di lavoro che non ce la fa a pagare i debiti con l'erario". I miei maestri politici mi hanno sempre detto: guarda alla povera gente, a chi ha davvero problemi, non guardare in alto, non chiedere niente agli imprenditori: la politica vera si fa in mezzo alla gente comune. Gli fa eco il candidato alla Camera non c'è segretario regionale di La Destra Luigi D'Eramo: Noi preferiamo fare politica tra la gente. Andiamo poco in tv, poco nei salotti. E se gli elettori di centrodestra chiudono gli occhi si rendono conto che vogliamo dare loro quello che c'era una volta: una coalizione vincente con un centro e una destra sociale".
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