sabato 27 ottobre 2012
Swap: la Bnl condannata a risarcire 920.000 euro al Comune
“La Bnl è stata condannata a risarcire al Comune di Pescara la somma di 920mila euro, di cui 750mila euro quali commissioni non comunicate all’Ente pubblico nella chiusura dei contratti degli Swap, oltre agli interessi legali. E’ quanto ha sancito il Tribunale di Pescara nella sentenza emessa ieri chiudendo la partita degli Swap per il Comune di Pescara, una sentenza storica che sicuramente farà giurisprudenza anche nel resto d’Italia dove ci sono migliaia di contenziosi aperti, compreso il Comune di Milano, la capitale della Finanza. Ovviamente si tratta di una sentenza di primo grado, contro la quale quasi certamente la stessa Bnl presenterà ricorso cercando di ribaltare il pronunciamento del Collegio di Pescara, ma non sarà facile per le motivazioni su cui poggia la sentenza stessa, ovvero la mancata dichiarazione all’Ente dei costi di commissione che sui contratti formali sottoscritti erano pari a zero”. Lo ha ufficializzato l’assessore alle Finanze del Comune di Pescara Eugenio Seccia nel corso della conferenza stampa odierna convocata per ufficializzare i termini della sentenza con la quale il Comune di Pescara ha chiuso tutti i contratti Swap aperti nel 2003. Presenti anche l’avvocato Duilio Manella e l’Ufficio di consulenza CFI Advisors Pescara, composto da Roberto Diodato, Giulio Caso e Massimiliano Palumbaro, oltre al Dirigente del Settore Ragioneria del Comune Giovanni D’Aquino.
“Il mio ringraziamento – ha detto l’assessore Seccia – va ovviamente alla struttura che a creduto con tenacia alla forza delle motivazioni del nostro Comune che ha portato in giudizio la Bnl ottenendo una sentenza storica, la seconda in Italia dopo quella di Penne. Abbiamo avuto la forza di andare avanti e di non cedere alle proposte di transazione e oggi la Bnl è stata condannata a pagare 750mila euro al Comune, ossia 920mila euro aggiungendo gli interessi”. “Per comprendere perché il Comune ha scelto di fare i derivati bisogna fare un passo indietro sino ai primi del 2000 e tornare anche al clima finanziariamente favorevole di quegli anni – ha specificato l’avvocato Manella -. All’epoca il Governo italiano, nell’ambito dei tagli dei trasferimenti dallo Stato agli Enti locali, ha sollecitato le amministrazioni a procedere con la rinegoziazione dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti andando sul mercato, procedendo per due strade: chiudere i mutui vecchi a tassi più elevati e aprirne di nuovi a tassi più bassi; o, in alternativa alla rinegoziazione dei mutui, che aveva l’handicap del pagamento delle penali, il Governo ha consentito la stipula dei contratti Swap, che prevedevano la rimodulazione degli interessi lasciando invariati i mutui. Il fine in realtà era buono, ma in periodi di finanza spinta le banche non si sono rivelate completamente fedeli e hanno spinto per la conclusione di contratti derivati che contenevano costi elevati di commissione che non erano neanche stati comunicati all’Ente e non hanno riportato risparmi, ma gravi perdite. Consideriamo che nel 2008 i contratti in essere valevano meno 6milioni di euro che era la perdita potenziale. A quel punto l’amministrazione comunale di Pescara ci chiese un’analisi dei contratti e il nostro primo intervento è stato quello di sterilizzare i conti e bloccare le perdite, quindi chiedere gli indennizzi. In fase di giudizio, abbiamo registrato la collaborazione degli stessi Istituti di Credito, ossia Unicredit e Bnl, con i quali il Comune aveva stipulato 11 contratti di Swap in tutto. Con Bnl era però rimasto aperto il discorso delle commissioni implicite di due contratti iniziali e non dichiarate nei contratti stessi. E a quel punto ci ha aiutato la trasmissione Report che ha tirato giù il velo sull’intera vicenda facendo venire fuori i costi occulti degli Swap, di cui non c’era traccia scritta. Alcuni Enti si sono spesso rifugiati in atti transattivi, il Comune di Pescara ha deciso di andare sino in fondo per avere ragione, aprendo un nuovo capitolo giurisprudenziale. Oggi è stato dimostrato che i costi di commissione esistevano e anche Bnl ha dovuto riconoscerlo”. “A incentivare gli Enti – ha aggiunto Diodato – era proprio l’idea di poter abbassare i tassi d’intesse pagati sui mutui: ad esempio il Comune di Pescara con gli Swap ha rimodulato mutui per 80milioni di euro su cui prima pagava anche il tasso dell’8 per cento; con gli Swap aveva la possibilità di ridurre la quota al 4-5 per cento su mutui ventennali, dunque l’operazione poteva sembrare vantaggiosa con la possibilità di avere risparmi”. La sentenza di ieri è arrivata dopo quattro anni dall’apertura del contenzioso, avvenuta nel dicembre 2008, “e ha certificato – ha detto l’assessore Seccia – che nell’operazione Swap c’erano costi nascosti, commissioni implicite non dichiarate nei contratti, secondo i quali le commissioni erano zero, mentre oggi sappiamo che c’erano addirittura 750mila euro di commissioni iniziali già in apertura. Con la sentenza di ieri il Comune di Pescara non ha più derivati e ha chiuso tutti i contratti partiti nel 2003”. “Quella odierna – ha detto il Dirigente D’Aquino – è una delle fantastiche esperienze determinate dalla continuità amministrativa: si è creato un gruppo di lavoro orientato all’individuazione di una soluzione e, ancorchè la procedura fosse iniziata con la precedente amministrazione, ringrazio il sindaco e l’assessore che con forza hanno voluto portare avanti la battaglia”. “Ovviamente – hanno concordato l’avvocato Manella e i consulenti del CFI -, riteniamo molto probabile che la Bnl presenti appello contro la sentenza, per tale ragione non riteniamo prudente, per il Comune di Pescara, impegnare il risarcimento ottenuto di 920mila euro”.
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