venerdì 26 dicembre 2008

Notizie - Politica/Pescara - La giunta rompe gli accordi sugli swap


Come abbiamo già accenato, tra le conseguenze dell'amministrazione D'Alfonso, di cui la vicenda giudiziaria in corso è solo l'ultimo atto, c'è il capitolo swap.

Per rifare marciapiedi, strade, palazzi, aiuole, il comune ha fatto tanti debiti. 160 milioni, stimò qualcuno, qualche tempo fa, ma nel frattempo l'importo potrebbe essere cresciuto.

Non contenti, gli amministratori di Palazzo di Città stipularono un mutuo includente una sorta di gioco in borsa sugli interessi previsti, detto swap.

Per sapere cosa è uno swap si può approfondire qui: http://www.performancetrading.it/Mercati/Swap/SwpIndex.htm

Basta però sapere, in sintesi, che si tratta di una sorta di gioco d'azzardo sugli interessi debitori.
In pratica, non solo il comune ha contratto debiti ingenti, che graveranno sui Pescaresi (160-200 milioni di debiti equivalgono a quasi 2000 euro di debito che ogni pescarese ha a testa, includendo gli invalidi, i minorenni, i disoccupati), ma ci ha giocato anche, con questi soldi.

Cosa è successo di nuovo?

E' avvenuto che mentre inizialmente con questi giochi di borsa il comune stava guadagnando, negli ultimi tempi aveva iniziato a perdere.
Ecco allora che Camillo D'Angelo, assessore alle finanze, straccia il contratto stipulato con gli istituti di credito e passa al contrattacco, depositando una denuncia.

Tutto ciò ricorda un po' quei film in cui ci sono dei pistoleri che giocano a carte in un saloon. Uno dei giocatori cala un poker d'assi e vince, ma uno degli avversari proprio non ci sta a perdere, e allora si alza in piedi infuriato e dice: "Tu bari! Hai imbrogliato!
Un secondo dopo tira fuori dal taschino la pistola e gli spara.

Politica/Pescara- Il dopo D'Alfonso

Come molti abruzzesi sanno, il sindaco dimissionario D'Alfonso è stato scarcerato, dopo circa una settimana di arresti domiciliari.
Di parere contrario era il procuratore Varone, che ha tentato di opporsi a tale provvedimento.

Nell'istanza di scarcerazione, il giudice per le Indagini Preliminari De Ninis ha precisato però che il quadro accusatorio resta grave, e che ha influito sulla fine della detenzione preventiva il fatto che l'imptato ha dato le dimissioni da sindaco.

E' difficile dunque che Luciano D'Alfonso, che ha ottenuto la libertà grazie alla rinuncia alla poltrona di Primo Cittadino, revochi le dimissioni, come chiedevano i suoi supporters accorsi sotto casa alla notizia della fine degli arresti domiciliari.


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Si profilano dunque nuove elezioni a primavera, un commissariamento della città e l'avvento dell'era "Dopo D'Alfonso".
Come sarà questo "Dopo D'Alfonso"?

Si può pronosticare un'altra vittoria del centro-destra, anche se è prematuro dirlo.
Saranno in grado i rappresentanti locali del centro destra, di convincere propri concittadini a votarli, dopo essere stati sconfitti due volte dall' "enfant prodige" di Lettomanoppello, ora fuori dai giochi?

Circolano molti commenti, a Pescara, il disfattismo del centrodestra nelle ultime elezioni comunali: nessuno volva fare il candidato sindaco, quasi avessero timore dell'avversario.

Candidatosi poi Luigi Albore Mascia, quest'ultimo, nella campagna elttorale, si dimostrò poco agguerrito.
Quando venne Berlusconi in Piazza della Rinascita a raccogliere voti, non prese nemmeno la parola. Fu, quella, una occasione persa e irripetibile per avere una investitura in pienba regola dal leader carismatico del Pdl.

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Quello che ci chiediamo ora è:

-Quali sono le idee per governare la città che ha il centrodestra?

-Quali saranno gi elementi di continuità col recente passato che hanno in mente gli esponenti del Pdl?

-Quali saranno le differenze?

-Chi sarà il candidato prescelto?

-Ci sarà un'alleanza locale con l'Udc?

Per quanto riguarda il centrosinistra:

-Chi rimarrà a galla degli uomini dello staff governativo di D'Alfonso?

-Si alleeranno con l'Idv?

-C'è qualche possibilità di ribaltare il risultato che si preannuncia negativo per la prossima tornata elettorale?

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In teoria una rimonta del Pd a Pescara sarebbe possibile.
Ricordiamoci infatti che Prodi nel 2006 aveva un vantaggio di circa 10 punti percentuali su Berlusconi, ma il confronto col cavaliere evidentemente fu talmente impari che il distacco scomparve, ed il centrosinistra vinse per circa 25 000 voti su scala nazionale.

martedì 16 dicembre 2008

Notizie- Abruzzo- Politica - Chiodi vince le elezioni abruzzesi, è un momento d'oro per la destra liberale


Chiodi vince, come da pronostico, l'atteso confronto elettorale per la presidenza della regione Abruzzo. Costantini, il candidato del centro-sinistra, è stato staccato di diversi punti percentuali.

C'è dunque una maggioranza netta che permetterà al neo-presidente eletto di governare senza grosse difficoltà.


Non ha nemmeno avuto il tempo di festeggiare, che è stata diffusa la notizia dell'arresto del sindaco di Pescara e coordinatore regionale del PD Luciano D'Alfonso.

Il neo-presidente Chiodi ha così commentato:


"Sono sconcertato, è una notizia che lede l'immagine non solo della sinistra, ma di tutta la politica abruzzese, già scossa da scandali analoghi. Gli elettori ci mettono poco ad accomunare destra e sinistra , e la netta diminuzione dei votanti in questa tornata elettorale la dice lunga sull'allontanamento degli Abruzzesi dalla politica"


Ma ecco i risultati definitivi:


Gianni Chiodi 48,81%


Carlo Costantini 42,67%


Rodolfo De Laurentis 5,38%


Ilaria del Biondo 0,76%


teodoro Buontempo 1,90%


Angelo Di Prospero 0,46%


Da sottolineare il grande salto di qualità nei consensi da parte dell'Italia Dei Valori, che, nonostante la sconfitta, diventa il terzo partito abruzzese con 81 557 preferenze

lunedì 15 dicembre 2008

Notizie- Pescara Il Sindaco di Pescara D'Alfonso arrestato. La legittimità dei cattivi pensieri


Incredibile, anzi no. Il sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso riceve una notifica di stato di fermo insieme al suo braccio destro Guido Dezio e all'imprenditore De Cesaris. Capo d'imputazione: concussione in merito a degli appalti cimiteriali.

La questione era stata già sollevata in passato dal centro-destra, che aveva inoltrato alle autorità competenti una denuncia, una delle tante che l'opposizione ha inviato contro il primo cittadino.

La notizia dell'arresto di D'Alfonso, a cui è stato risparmiato il carcere, e si trova agli arresti domiciliari, dovrebbe essere clamorosa. E invece no, o almeno, sorprende solo fino ad un certo punto.

Concretizzatasi solo ieri notte, quando gli uomini della squadra mobile del comandante Zupo si sono presentati di fronte a casa del Primo Cittadino per notificargli lo stato di fermo, era nell'aria già da una settimana, o forse anche di più, per i diretti interessati e per una ristretta cerchia di politici che ne erano a conoscenza.

E' emerso, tutto in un colpo, che D'Alfonso si sarebbe dimesso già da una settimana, e che solo ieri avrebbe resa nota la cosa. Le sue dimissioni riguarderebbero sia il suo incarico in Comune che quello di coordinatore regionale del Partito Democratico.

Si è fatta passare la notizia con una tempistica volta a non turbare il risultato delle elezioni, e si è pensato di ratificare il tutto poco prima di mezzanotte, quando il neoeletto presidente della regione Chiodi stava festeggiando ancora.

Lo stesso Chiodi è rimasto attonito dopo aver appreso la notizia e sembra avere assorbito male il colpo: "Non perde solo il Pd con questa vicenda" ha affermato a caldo, "Perde tutto il mondo politico abruzzese, che ha un danno di immagine enorme".

Già da tempo, infatti, gli abruzzesi sono rimasti sconcertati dalle precedenti indagini su Cantagallo (sindaco di Montesilvano, una città di 50 000 abitanti alle porte di Pescara) e su Del Turco, politico di caratura nazionale e presidente della Regione che, colpito dalle notifiche giudiziarie, si è dovuto dimettere dall'incarico di presidente della giunta regionale, rendendo possibili così le elezioni del 14 e 15 Dicembre.

Gli Abruzzesi hanno sì concesso il loro favore alla fazione non coinvolta nello scandalo, ovvero il centro-destra, ma c'è stata una affluenza minore alle urne del 15-20% che viene interpretata da alcuni come un fisiologico senso di disgusto per la politica.

Un sindaco con la passione per gli appalti

I cattivi pensieri sono legittimi quando un sindaco prosciuga le finanze comunali e contrae un debito di almeno 160 milioni di euro che gravano sui cittadini solo per rifare i marciapiedi e l'arredo urbano.
La cittadinanza pescarese, come il resto d'Italia, affronta altri problemi gravi dovuti:

- Alla situazione di grave indigenza di alcuni
- Ad un disagio forte dei quartieri periferici
- Alle difficoltà dei pescatori in un porto senza infrastrutture da cui fuggono le compagnie dei traghetti per i viaggiatori.
- Alla mancanza di sbocchi occupazionali per i giovani.

e ci si chiede:

L'amore per le opere pubbliche è dovuta ad una mania estetica? O ci sono altre simpatie che legano il sindaco ai costruttori?

Ma andiamo con ordine


La questione morale nel Pd

Che il centrosinistra avesse raccolto il fior fiore della "buona politica" in Abruzzo era ormai chiaro: prima Cantagallo, poi Del Turco, nel mezzo e dopo le 24 denunce ricevute da D'Alfonso durante il suo primo mandato e i primi mesi del secondo mandato da Sindaco di Pescara. Tre moschettieri (due della Margherita, uno dello Sdi) che, confluendo nel Pd, hanno dato il loro contributo alla "questione morale" che adesso Veltroni non può più ignorare.

Il Leader del Partito Democratico Veltroni riceve nello stesso arco di tempo una doppia mazzata: la notizia della sconfitta alle elezioni abruzzesi e l'arresto dell'astro nascente ed ex enfant prodige Luciano D'Alfonso.

La grande avventura di D'Alfonso, enfant prodige della politica abruzzese

I cattivi sospetti erano leciti, e sono venuti dal primo passo che D'Alfonso ha compiuto quando è entrato nel Palazzo di Città: dopo poche ore dalla sua prima elezione a sindaco, col colletto ancora sporco dello spumante con cui aveva festeggiato, D'Alfonso firmò la concessione di una borsa di studio del comune ad una ragazza senza che si fosse nemmeno riunita l'apposita commissione.

Era il primo chiaro segno di ciò che sarebbe stata la sua amministrazione. Poco tempo dopo, infatti, D'Alfonso cercò di far passare in consiglio comunale una disposizione grazie alla quale si vendevano dei terreni attigui al porto a favore del costruttore Di Properzio.

Ci fu chi, nel centro-destra, fece stimare il valore reale dei terreni ed emerse che il Sindaco stava svendendo per pochi soldi quei terreni. Cosa lo spingeva ad essere così buono nei confronti di Di Properzio?
Primo cattivo pensiero.
Il bello fu ciò che avvenne in sede di consiglio comunale: contro la vendita dei terreni votò non solo il centrodestra, ma anche gli alleati della sua stessa maggioranza.

D'Alfonso, col capo chino, ammise: è la vittoria della democrazia.

Si iniziò a capire che aria tirava. Ciò che avvenne in quei primi mesi fu evidente: D'Alfonso, prosciugò, da subito, le casse comunali, mentre si attendevano altri fondi per rimpinguarle: milioni di euro solo per rifare il manto d'asfalto sul territorio di Pescara.

I lavori di ristrutturazione di via Nicola Fabrizi con il rifacimento della pavimentazione d'asfalto ripetuta un numero incredibile di volte, rimasero impresse nella mente di molti.

La città di Pescara, sebbene fosse già allora una città discretamente curata e moderna, subì un pesante restyling: una miriade di gare d'appalto che riguardarono però nella maggior parte dei casi, solo il centro cittadino.
Solo mano a mano, negli ultimi anni, si è passati a prendere in considerazione la zona sud di Portanuova.

Strade nuove, semafori che scomparivano per far posto a un numero incredibile di rotonde, marciapedi pubblici rifatti con elegantissimi fari che sbucano da sotto terra, il centro cittadino, quello del passeggio del fine settimana, rimodernato, talvolta anche con dubbio gusto ma con un senso dello sfarzo proprio solo di posti come Montecarlo o Dubai.

"Da dove verranno fuori tutti questi soldi che il comune paga alle imprese edili?" ci si chiese

Fu presto detto: debiti.
Debiti che qualcuno quantificò in 160 milioni di euro, che il comune pensò bene di ripagare con un mutuo di diverse decine di anni.

Non contenta, la giunta regionale pensò di stipulare il mutuo con gli swap, che sono una sorta di gioco d'azzardo sugli interessi debitori, secondo il quale se si vince gli interessi si riducono, se si perde aumentano.

In pratica il comune ha giocato e gioca coi soldi dei cittadini.

La smania dei restauri, che però non ha mai toccato le zone che veramente ne avevano bisogno, ovvero le periferie, non è finita col primo mandato.

D'Alfonso rieletto
E' stato rieletto grazie anche ad una opposizione inetta e masochista, che non ha saputo nemmeno organizzare una campagna elettorale degna di questo nome.

D'Alfonso, è una persona elegante, giovane, e può vantare di essere stato Presidente della provincia di Pescara a soli 28 anni. E' inevitabile una sua rielezione con ampio margine di voti, negli stessi giorni in cui il Partito Democratico di cui fa parte perde la faccia e i consensi e fa posto al nuovo e ultimo (in ordine di tempo) governo Berlusconi .

La musica, dopo il secondo mandato, pero', non cambia

Ancora appalti, donazioni elargite da imprenditori pii che si materializzano in opere pubbliche: l'ultima realizzazione in ordine di tempo è proprio il monumento di Toyo Ito in Piazza della Rinascita, il punto di incontro dei cittadini pescaresi, col suo ampio spazio pedonale, e per questo denominata Piazza Salotto.
L'inaugurazione c'è stata proprio Domenica 14 Dicembre, un tacito escamotage elettorale che furbescamente è coinciso con la data della votazioni.

E ancora ci si chiede:

Che interesse hanno gli imprenditori a finanziare gratuitamente, con ingenti somme di denaro, opere pubbliche per la città di Pescara? Cosa c'è dietro?


Multe a go-go
D'Alfonso spende. Ma ha un alleato che lo aiuta a far quadrare i conti: è il comandante della polizia municipale Ernesto Grippo, che solo in apparenza è uno sceriffo inflessibile.

Quando infatti gli viene registrata una multa dalla polizia stradale, non la prende proprio bene e fa ricorso verso il provvedimento. Non è proprio un esempio edificante per il capo dei vigili.

La Santa Alleanza tra D'Alfonso e Grippo

Ma ciò che fa del capo dei vigili un prezioso collaboratore del Primo Cittadino è la volontà di accontentare d'Alfonso con una Santa Alleanza.

Il sindaco gli fa dono di una sede nuova di zecca, e Grippo si mette all'opera alacremente: Pescara, città di automobilisti indisciplinati, è facile preda di pattuglie di vigili che vengono rimpinguate con nuove assunzioni, perchè c'è una nuova guerra da combattere: quella delle multe.

7 milioni di euro all'anno di multe sono un bottino niente male che aiutano il Comune a far fronte alle spese grandi e piccole di ogni giorno.

I volantini proibiti

Ma i giorni di primavera che mostrano come Grippo non faccia l'integerrimo per spirito di servizio, ma per fare cassa, è il periodo elettorale: una legge ha proibito il volantinaggio sulle automobili, e i vigili si appostano, talvolta addirittura nascondendosi dietro l'angolo della strada, per elevare multe salate contro chi svolge tale prassi pubblicitaria.

Arrivano le elezioni, e il primo politico che di persona, va a mettere i volantini sulle macchine, chi è? Proprio Luciano D'Alfonso.
Poco tempo prima i vigili avevano multato gli studenti che mettevano fogli di carta incollati agli alberi attigui all'università per vendere i libri usati.

Tanta intransigenza, ma poi, nei quindici -venti giorni prima delle elezioni, le macchine vengono riempite di cartacce infilate sotto i tergicristalli, le strade rimangono sporche per i troppi volantini, c'è un numero incredibile di cartelloni elettorali posti dovunque.

Ebbene, i vigili per i volantini dei politici non si mobilitano, non si vedono, nessuno interviene. La legge a Pescara non è uguale per tutti , e questo episodio, per quanto marginale, fa capire che l'attività di multe dei vigili urbani non è stata ispirata poi da principi così nobili. Per chi conta, si fa uno strappo alla regola. Chi non conta niente, come un semplice commerciante, può benissimo pagare una o più multe salate al comune, che deve fare cassa.


Il Record di denunce e l'arresto

Nel frattempo lo score delle denunce pendenti a carico di D'Alfonso sale a 24, il suo dipendente Guido Dezio finisce sotto inchiesta, ma una fuga di notizie gli permette di saperlo con largo anticipo. La notizia delle indagini appare qualche giorno prima su un giornale locale.

Pensare male è lecito: cosa si nasconde dietro la smania di questo sindaco di rifare buona parte della città, questa ansia di compiere lavori pubblici anche inutili, come il ponte pedonale sul mare (ancora in fase di costruzione) e il restauro dell'Aurum?

L'Aurum è una vecchia fabbrica dismessa, dall'aspetto vagamente monumentale: il suo restauro è costato più di nove milioni di euro, che sono serviti non solo per il restauro, ma anche per la festa di re-inaugurazione in cui si sono utilizzati costosi fuochi d'artificio. In quella occasione è stato invitato sindaco di Barcellona, che ha soggiornato col suo entourage a spese dei pescaresi, per vedere una vecchia fabbrica riadattata a centro culturale.

Un centro culturale, che, si stima, costerà ai pescaresi un milione di euro all'anno solo per la sua gestione.

L'arresto di D'Alfonso arriva dopo ben sei anni in cui a Pescara se ne sono viste delle belle.

Ora la magistratura e le forze di polizia facciano tranquillamente il proprio lavoro: solamente i tribunali potranno stabilire la verità ufficiale.
Nel frattempo anche i normali cittadini ipotizzano, nei loro discorsi informali, reati gravi e reiterati, e non potrebbe essere altrimenti.
Guai se non fosse consentito: ci troveremmo, in quel caso, sotto una dittatura.



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giovedì 20 novembre 2008

Notizie- Pescara. Resti dell'antica Roma a Pescara

Pescara cela, sotto i suoi edifici e le sue strade, una notevole quantità di vestigia romane, che attendono solo di essere riportate alla luce.



Nel sottoscala del palazzo della ex-stazione ferroviaria (ora sede dell'Icranet) si celano della arcate, che in pratica sostengono l'edificio e che in passato erano occultate da una falda acquifera.



"Prosciugati i locali", spiega Aniello Izzo, uno dei fondatori dell'Icranet) "si ci è resi conto che le mura e il soffitto risalivano ai tempi dell'antica Roma. C'era anche una caldaia (ovviamente di età più recente) che era stata installata per riscaldare il piano superiore, dove c'era il corridoio della stazione ferroviaria. La falda acquifera esiste ancora, ed è stata deviata verso due vasche che si trovano ai lati dell'edificio, e la sua acqua viene utilizzata a scopi di normale utilità".



Ciò che sorprende è come tali mura abbiano retto al passare dei secoli, all'acqua, alle vibrazioni prodotte dai treni.



Oggi, complice il restauro portato a termine con molto buon gusto, esse rappresentano un bell'esempio di tecnica costruttiva, quell'opus cementicium che ritroviamo in tante opere risalenti a migliaia di anni fa appartenenti alla civiltà romana.





Altri ritrovamenti

Tale sito, riportato alla luce e gestito con scrupolo,

non è certo l'unica testimonianza dell'epoca presente nel capoluogo adriatico.



Sono conservate, di fronte alla cattedrale di San Cetteo, sotto due lastroni di vetro leggermente appannati, le basi di due grandi colonne che lasciano immaginare la presenza, sul posto , di una costruzione di dimensioni rilevanti.



Alcuni anni fa, nelle vicinanze del fiume, vennero scoperte delle maioliche, in seguito a degli scavi. Gli esperti e gli amministratori locali si posero un dilemma: o lasciarle lì, utilizzando un sistema di manutenzione costoso che le avrebbe preservate, oppure estrarle, (ma non si sarebbe potuto evitare di spezzarle) per conservarle in qualche museo abruzzese. Si scelse una terza strada, la più assurda: risotterrarle. Adesso, in pratica, tali pietre giacciono sotto una colata di cemento.



Sempre a Pescara, nei pressi dei Gesuiti, vennero ritrovati cocci e utensili vecchi di millenni. Anche di essi non si è più saputo nulla, nonostante si fosse coscienti che , scavando, sarebbero venuti fuori altre importanti oggetti.



Evidentemente a Pescara non c'è interesse per testimonianze antichissime e di un certo valore.









martedì 18 novembre 2008

Notizie - Abruzzo. Francavilla - Spiaggia sempre più ai minimi termini

E' in fase di costruzione un albergo sulla spiaggia a Francavilla.
Contemporaneamente, due chilometri più a sud, è in corso la costruzione di un porto turistico, sempre a spese della spiaggia.
Queste due novità fanno il terno con la ristrutturazione e l'ampliamento del pontile in zona "Sirena", che però non è un'opera invasiva.
Suscitano invece dubbi le nuove due iniziative, perchè, anche se ormai Francavilla si è ormai sviluppata da decenni a spese della spiaggia, è discutibile occultare il mare ulteriormente ai passanti e porre cemento nelle immediate vicinanze delle zonse di balneazione.
Il turismo se ne avvantaggia o ci perde?


Notizie- Politica - Pescara allagata. Danni per milioni di euro.

Pescara allagata. Danni per milioni di euro.
Antonelli (Pdl): interventi del Comune insufficienti.

C'è un evento, non proprio piacevole, che ricorre ogni anno a Pescara, in coincidenza con l' irrigidirsi del clima autunnale: con le prime piogge abbondanti, alcune strade della città diventano dei piccoli fiumi che si portano dietro detriti e producono danni alle fognature, ai condomini e ai negozi.
In merito sono intervenuti ieri alcuni consiglieri del Pdl.

-E' già da diversi anni che solleviamo il problema; abbiamo fatto presente sia alla prima che alla seconda giunta D'Alfonso la necessità di porre interventi agli impianti fognari che risolvano in maniera efficiente il problema degli allagamenti.
E' quanto afferma Marcello Antonelli, che precisa: -Già nell'agosto 2004 con un comunicato stampa feci presente alla Siap, la società che curava la manutenzione delle fognature a Pescara, che c'era bisogno di provvedere alla pulizia dei tombini, affinchè le piogge estive non paralizzassero la città.
Il nostro Sindaco Luciano D'Alfonso si è vantato di aver provveduto al risanamento delle fognature, (costato 17 milioni di euro) talmente bene che gli allagamenti sarebbero stati solo un vecchio ricordo per i Pescaresi.

Ebbene tale risanamento non c'è stato, per un motivo molto semplice: in alcune zone di Pescara, come nella riviera sud, sono state installate nuove condutture che non separavano le "acque bianche" da quelle "nere". Tutti i liquami sono confluiti in una unica condotta e i tombini non hanno retto.
Evidentemente era necessaria una spesa maggiore, facendo però le cose per bene.
Mi chiedo poi cosa succeda nella società Attiva, che si dovrebbe occupare di risolvere tali emergenze e che, invece, sia in questo caso che in passato ha mostrato delle carenze evidenti. La Giunta è sempre stata benevola verso questa società e la sua dirigenza, perdonando disservizi clamorosi.-

Luigi Albore Mascia, del Pdl, ex candidato a sindaco nelle scorse elezioni, esprime il suo sdegno:
-Mi chiedo se i cittadini meritino di sopportare tutto ciò, dopo che la Giunta è intervenuta in maniera insufficiente. Oggi ci ritroviamo di fronte a torrenti fatti di acqua, detriti e fango nel quartiere "colli" e a diverse strade chiuse al traffico per la loro impraticabilità.
E' il caso che il Sindaco cerchi delle soluzioni dialogando con la società di manutenzione "Attiva" e con l'A.c.a. (Azienda Consortile Acquedottistica, ndr).
Vorrei che non dicesse che non è un caso di sua competenza: sarebbe come affermare, utilizzando il famoso detto, che la "mano destra non sa cosa fa la mano sinistra"
Alessandro Baldati, capogruppo del Popolo delle Libertà presso il consiglio della circoscrizione "Castellamare", riporta che:
-In alcuni negozi del centro, come ad esempio "Benetton", i tombini sono esplosi e l'acqua è confluita all'interno dei locali con danni, come è facile immaginare, alla merce, ai mobili e alle attrezzature che c'erano all'interno. Tutto questo è avvenuto non solo in centro, ma in tante altre zone come a Portanuova, dove risiedono numerose attività commerciali-.
Andrea Russo

Notizie - Abruzzo Politica - Il psi presenta i suoi candidati alle regionali.

Il Psi presenta i suoi candidati alle regionali.
Cuzzi: "Col Pd, ma con senso critico".

-Condividere un progetto assieme non vuol dire essere d'accordo su tutto-. In questa frase di Gaetano Cuzzi (Psi) c'è la sintesi degli intenti dei socialisti abruzzesi.
Il Psi presenta ufficialmente i propri candidati al consiglio regionale abruzzese in supporto di Carlo Costantini, non nascondendo la sorprendente vitalità del dibattito interno che lo percorre.
Gaetano Cuzzi, coordinatore regionale del partito socialista, esprime delle posizioni molto decise: -Ribadisco il nostro appoggio al Partito Democratico e a Carlo Costantini, ma al momento necessario tutti noi esporremo i nostri punti di vista che potranno non coincidere con quelle dei nostri alleati.

Vorrei poi esprimere il mio appoggio morale a Donato Di Matteo, alla cui candidatura i vertici romani della coalizione hanno opposto un secco rifiuto, perchè indagato (per presunto avvelenamento delle falde acquifere, ndr).
Lo stesso sentimento di solidarietà vorrei esprimerlo a Riccardo Padovano, il cui capo di imputazione non è nemmeno così grave e riguarda un semplice concorso in abuso di ufficio.
Ci sono candidati in questa tornata elettorale su cui gravano accuse ben più pesanti, e questo l'ho già fatto presente a Carlo Costantini.
Sul piano dei programmi, invece, sottolinea:
-Poniamo l'attenzione sull'esigenza che ha l'Abruzzo di potenziare i propri scali portuali, l'aeroporto di Pescara (che ha raggiunto la quota di 400 000 passeggeri l'anno) e il collegamento ferroviario Pescara-Roma, che è di grande utilità oltre che di grande importanza strategica.
Sulla costruzione di termovalorizzatori, invece, mi sono espresso già ampiamente a favore in passato, e ne ho fatto una mia battaglia personale-

In molti hanno delle proposte e dei sassolini nella scarpa da togliersi, e i candidati non si fanno sfuggire l'occasione di esternare il proprio pensiero al senatore Labellarte, giunto a Pescara per dare man forte ai suoi.

Gerardo Labellarte, classe 1956, originario di Melfi ed eletto senatore nelle circoscrizioni della regione Lazio, indirizza i suoi strali verso due direzioni: la prima è il governo Berlusconi, la seconda sono i suoi alleati.

Sul governo: -E' chiaro che l'amministrazione di centrodestra sta dimostrando una arroganza senza pari, e non condivido il loro trionfalismo: il mondo della scuola, la gente scesa in piazza sono chiari segnali di dissenso, e ci sono cittadini napoletani che mi segnalano che nelle loro zone di residenza l'immondizia nelle strade è ricomparsa-.
Sul Pd : -Io sono per la "non disciplina". Non passi l'idea che per il solo fatto di avere aderito ad una coalizione, noi ci dobbiamo allineare su tutto. Non dobbiamo celare il nostro malcontanto, anzi dobbiamo esprimerlo vivacemente-.
Labellarte ha una visione originale sul centro copernicano della sinistra: -La sinistra è il socialismo. Sono due parole inscindibili, come dimostra la storia di tanti paesi europei e del mondo, e ancora adesso, in stati democratici e dittatoriali, la presenza dei socialisti non si dissocia da questo binomio.
Non siamo noi ad aderire al Pd, ma è il Pd che si lega a noi, veri detentori della tradizione di sinistra-.
Andrea Russo

Notizie -Politica - Pescara. Intervento di Gianni Teodoro sulla sanità pescarese

Teodoro incalza il sindaco: "Più risorse per il pronto soccorso".
Gianni Teodoro lancia un monito al sindaco ed alla Asl per un servizio più efficiente

Trecento minuti d'attesa per ricevere le prime cure. Lunghe file in sala d'aspetto per persone vittime di incidenti di vario tipo.Le difficoltà dei medici preposti all'accoglienza degli infortunati nel gestire un reparto dell'Ospedale Civile che richiede sacrificio oltre al normale espletamento del proprio compito lavorativo.
Sono questi i temi su cui batte il consigliere GianniTeodoro (della lista che da lui prende il nome), indignato da tale situazione d'indigenza.
Si rivolge soprattutto al sindaco, che "Sebbene non abbia la diretta competenza nella gestione della Asl e delle strutture ospedaliere, è il sindaco della città dove il Pronto Soccorso in questione è collocato, ed ha quindi il dovere di interessarsi con decisione per trovare le soluzioni migliori, mettendosi in contatto con il manager della Asl Antonio Balestrino".
Il pronto soccorso dell'ospedale ha delle procedure che danno la precedenza ai casi più gravi, per cui anche se qualcuno è in fila da molto tempo, si vede sorpassato nella lista di attesa da un paziente in condizioni più gravi.
Bisogna ottimizzare il servizio, e ciò lo si fa in due modi: in primis assumendo nuovi medici e personale paramedico nel Pronto Soccorso (e a tal proposito, da cittadino, ringrazio l'eroico impegno dei medici di quel reparto, che va oltre le loro normali mansioni). In secondo luogo, bisogna prendere ad esempio gli Stati Uniti, dove chi ha bisogno di cure urgenti subisce tutti gli accertamenti del caso nell'arco di pochi metri, con la sala operatoria anch'essa posta nelle immediate vicinanze.
In Italia, invece, il paziente viene mandato da un reparto all'altro, con grande perdita di tempo, quel tempo che non c'è a disposizione quando è in gioco una vita umana".
Il consigliere dell'opposizione, nell'esporre tali istanze, ribadisce quella che per lui è una cattiva condotta da parte del Primo Cittadino Luciano D'Alfonso: "Sono queste che ho appena elencato le necessità primarie della cittadinanza. Luciano D'Alfonso, invece, non ha fatto altro, nei cinque anni del suo primo mandato,e nei primi mesi del secondo,(ovvero tutto il tempo in cui è stato in carica) che pensare all'arredo urbano, rifare marciapiedi, ricoprire di asfalto nuovo le strade. La gestione di una città non si limita a questo, e spero che se ne renda conto presto".
Andrea Russo

domenica 2 novembre 2008

Notizie - Pescara- Strade riassestate


Come se il mio monito partito da queste righe il 12 Marzo scorso fosse stato ascoltato, noto con piacere che l'incrocio che collega Viale D'Annunzio a Viele Pindaro è stato riassestato, compresi i marciapiedi.

I cordoli di separazione delle corsie però, sono stati prolungati più del dovuto, e la strada, su Via San Francesco, si restringe troppo. Tali elementi diventano, su quel tratto di strada, più d'intralcio che d'aiuto, e l'automobilista, soprattutto di notte, quando la visibilità è scarsa, deve fare attenzione.

martedì 28 ottobre 2008

Politica economica - I signor no


"Soltanto in Italia resistono i signor no" di Fabrizio Dell'Orefice, su Il Tempo del 20 Settembre 2008

L'intervista- Parla il professor Carlo Pelanda

"Anche in Germania sono più responsabili"



"Alitalia è ormai un esempio fisso nelle mie università. Inutile dirle che i ragazzi, quando sentono come stanno le cose, si divertono moltissimo" Carlo Pelanda è vulcanico come sempre. Lui, professore di politica ed economia internazionale all'University of georgia, non usa mezzi termini quando racconta del caso della nostra compagnia aerea.



Professore, ma perchè solo in Italia esiste un sindacato così?



-Così come?



Il sindacato del veto. Sconfitto in Inghilterra e negli Usa ormai da vent'anni, e in Germania almeno da quindici



"In Italia abbiamo due tipi di sindacato. Un sindacato di tipo politico e uno di tipo corporativo".



Cominciamo dal primo



Il sindacalismo politico, tipo Cgil, si muove in una logica politica, è sostenuto da una parte politica e dunque anche se può sembrare del tutto irrazionalein realtà ha un suo obiettivo che dovrà ricercare fuori dalla rappresentanza dei lavoratori.

E quello corporativo?

Quello corporativo invece si muove in una logica di esclusiva difesa dei propri interessi e se ne frega del resto. Le ripeto: quando lo racconto qua ai ragazzi negli Usa si sbellicano di risate.

Come è possibile che sia così soltanto in Italia?

Il mondo occidentale ha superato questi due tipi di sindacato oramai da molti anni. La Germania ha affrontato questo tema e lo ha risolto con un modello di tipo consociativo.

E cioè?

Ha responsabilizzato i sindacati che di fatto sono entrati nella gestione delle stesse aziende. Tutto ciò è andato contro una logica tipicamente capitalistica ma ha portato a maggiore stabilità.

E sarebbe riproponibile in Italia?

In Germania è stato possibile perchè le Regioni funzionano

Nel mondo anglosassone i sindacati invece sono stati ridimensionati.

Non esistono più Resiste quello giallo, quello corporativo per intenderci.
Ma in maniera molto ridotta. Perchè ormai è superato: si è passati dalla contrattazione nazionale a quella aziendale.

Le faccio l'esempio di un caso che ho seguito da vicino, quello della Boing. L'azienda, davanti all'ennesima richiesta del sindacato,ha detto: " Non possiamo accettare, altrimenti decidiamo ventimila licenziamenti. Scioperate? E allora ne licenziamo altri ventimila. Siccome negli Stati Uniti davvero lo fanno, ci sono molte meno chiacchiere e molti più casi concreti, il sindacato ha firmato subito.

Il sindacato che dice solo no, tuttavia, è una caratteristica solo Italiana. Neanche in Spagna e in Francia resistono ipotesi del genere.

Attenzione, in Francia esiste ancora una presenza molto forte dello stato nelle grandi aziende. Ma è anche vero che lo stato funziona, basta pensare che è l'Air France che vuole comprare Alitalia e non il contrario.

In Spagna il discorso è molto diverso. Diciamo che ancora non sdi è trovato un modello e anche loro tendono a fare dei pasticci.

Pasticci?

In parte seguono il modello britannico, e sto pensando a Iberia-British Airways, ma in parte non sono molto diversi da noi.

A questo punto come possiamo uscire da questa situazione?

La politica si assumale sue responsabilità. E' finita l'era delle parole.Berlusconi abbia le palle di mettere all'asta Alitalia o quel che ne resta. la venda al miglior offerente e buona notte a tutti. Un compratore si trova, Air France deve farsi avanti e Lufthansa pure perchè corrono per essere i numeri uno in Europa.

Accadrà?

Ne dubito. Vede, il punto è la velocità con cui si prendono le decisioni. Negli Stati Uniti è ammesso sbagliare, commettere un errore: la politica è comunque fatta di uomini.
Guardi cos'è successo con la Lehman Brothers. La fed l'ha fatta fallire. E' stato un errore, il Tesoro se n'è reso conto ed è immediatamente intervenuto il giorno dopo per evitare altri crolli. Il segretario del tesoro Paulson è intervenuto in diewci ore. Ecco che cosa significa decidere. Il mio amico Berlusconi che fa? Che cosa aspetta?
(Nella foto: Carlo Pelanda)

martedì 9 settembre 2008

Il calcio ottuso dei giganti

Li vedo spesso in giro, mentre , approfittando del poco tempo libero, camminano per la città.
Sono calciatori in trasferta delle squadre avversarie del Pescara,dei tornei under 21 o di altre competizioni che si svolgono a poca distanza dalla mia città occasionalmente.
Sono alti. Troppo alti. Mi sembrano marziani, e mi danno molto da pensare.
Il calcio li vuole sempre più fatti così: alti, piazzati fisicamente. Meglio se poco fantasiosi e più ligi alle dottrine tattiche.
Il calcio scolastico, quello bionico e delle sostanze è il Verbo in Italia.
Anche sulla crescita fisica spropositata dei calciatori adolescenti mi viene molto da pensare.
Esistono infatti ormoni che sviluppano la crescita e che possono essere somministrati per creare atleti più forti.
Il calcio però non è solo un fatto di fisico. Nessuno sport lo è se ci riflettiamo.
Il fisico, quando si tratterà di fare una serpentina, un passaggio o un lancio preciso, un tiro in porta, una punizione, non li aiuterà, come anche le pasticche non fanno la qualità nel mondo del pallone.
Ci siamo forse scordati che Maradona era sull'1 e 68 e forse anche di meno, Baggio più o meno come Maradona, Rivera 1,70, Pelè 1,70.
In italia il calcio muscolare vince e la nazionale muscolare ha vinto anche i mondiali.
D'altro canto c'è però da dire che tante squadre dalle caratteristiche diverse hanno vinto in tempi recenti: la Spagna con un gioco fatto di fraseggi e tanti tocchi, il Liverpool con una squadra schierata a "testuggine", coriacea ma non certo fatta di giganti.
Il caso di Borgnovo, affetto da sclerosi laterale ameotrofica non è il primo, si innesta in una lunga serie di ex calciatori che si ammalano.
Non può essere un caso se giocatori professionisti si ammalano in buon numero dopo alcuni anni dalla fine della carriera.
Cannavaro, che era stato filmato con una flebo di fosfocreatina nelle vene, pochi giorni fa ha detto: "Bisogna analizzare la situazione, e fare qualcosa".
Ecco come secondo la convenvienza del momento, per gli eroi del calcio moderno, il vento cambia.
Il calcio è ormai la quintessenza di come i valori dello sport, a livello agonistico, siano calpestati.
Ma si ricordino i tecnici e i coloro che reggono le fila di questo sport che le giocate di un giovane di talento non le darà nessuna pasticca. La fantasia, la giocata fuori dagli schemi, è uno schiaffo alla loro idiozia che, purtroppo, (dato che fa vincere le partite) qualche volta salva la loro panchina.

lunedì 18 agosto 2008

Notizie - Pescara Comandante Grippo: i contro


"Venni per la prima volta nella sede dei vigili, e uno spettacolo da presepe vietnamita si prospettò davanti ai miei occhi": così si espresse il sindaco d'Alfonso, durante il resoconto del 2007 sull'operato dei vigili, riferendosi alla sede vecchia della polizia municipale, all'epoca del primo incontro con il comandantedei Vigili Urbani Ernesto Grippo.
Nacque allora una solida alleanza, che vide i vigili beneficiare di nuove assunzioni, di una sede nuova e di tanti benefits.
Il sindaco si dotò da parte sua, di uno strumento potente per incamerare soldi.

Si tratta solo di fare rispettare la legge, o il comune deve incamerare soldi?

Il comune riceve 7 milioni di euro l'anno provenienti dalle multe. Prima dell'era D'Alfonso queste cifre erano impensabili. Sono in molti a Pescara, a denunciare il fatto che le multe siano solo un pretesto per fare cassa. Quanto c'è di vero?
Per quanto mi riguarda, non posso fare a meno di riportare alcuni episodi, da cui ognuno può trarre le proprie impressioni

Ricordo nitidamente un rilevatore della velocità posto in coincidenza con la discesa di Colle Renazzo e multe per il superamento della velocità massima consentita, in quel tratto, di 6-7 kmh.
Ricordo anche, che in questo periodo, l'anno scorso, i vigili fermavano a caso automobilisti e ragazzini su ciclomotore, senza che gli fosse dato un pretesto valido, solo per pescare qualcuno, nel mucchio, con i documenti del veicolo non in regola.

Ricordo, alcuni anni fa, le strisce ed un cartello che consentivano il parcheggio sul grosso marciapiede vicino allo stabilimento balneare" L'ammiraglia".
I vigili arrivarono, in un pomeriggio d'estate, e senza fare sconti a nessuno elevarono multe salatissime.

Il volantinaggio politico

Il volantinaggio sulle automobili è vietato. Prima del periodo elettorale, sono state elevate moltissime multe a cause di questa pubblicità non consentita, col risultato che i volantini, sulle automobili, sono pressochè spariti.
Quando ci sono state le ultime elezioni, le automobili sono state subissate di volantini elettorali (ho anche le foto). Le strade erano in un degrado indecoroso per quante cartacce c'erano per terra. Non ho visto in quell'occasione nemmeno un vigile contestare una multa per tale infrazione.
Questo piccolo, ma sostanziale esempio, rivela come anche a Pescara la legge non sia uguale per tutti.

Notizie- Pescara. Il Comandante Grippo: i pro


Una cosa è certa: da quando c'è lui a capo dei vigili , supportato dal Sindaco D'Alfonso, la gestione del traffico è cambiata notevolmente.
Vigili implacabili, con taccuino alla mano, che elevano multe per ogni genere di irregolarità stradale.
Da un lato ciò è positivo, perchè a Pescara manca la minima educazione delle norme stradali.
Si attraversa la strada in tutti gli angoli, ad esempio, tranne che sulle strisce.
Prima di Grippo, le auto in doppia e in tripla fila, a corso Vittorio Emanuele e a Via Nicola Fabrizi, erano la norma, con vigili sempre buoni, che, se arrivava subito l'automobilista a spostare la macchina, non scrivevano la multa.
il dato più positivo dell'operato del comandante dei vigili è questo: dgennaio ad agosto, nel 2007, i morti per incidente stradale, a pescara, sono stati 6.
Nello stesso periodo, nel 2008, non ve n'è stato nessuno. Di sicuro ha influito la massiccia presenza della polizia comunale nelle strade.
Indisciplinati
E' vero, siamo indisciplinati: le bici vanno in ogni senso di marcia, c'è chi parcheggia sul marciapiede la sua auto, chi, per riprendere il bambino dalla scuola, si ferma dieci minuti nel bel mezzo della strada.
L'elencazione potrebbe durare a lungo.
Provate ad attraversare fuori dalle strisce in un qualsiasi paese straniero. A Pescara gli automobilisti, che ci sono abituati, sono pronti a fronteggiare la vostra sconsideratezza.
All'estero no. E' un buon monito, visto che siamo ancora in periodo di vacanze.

domenica 17 agosto 2008

Una prestazione da criticare


Tutto si riassume nel sorrisetto di Perluigi Casiraghi, Ct della nazionale, a fine partita.
Sconfitta accettata allegramente, partita affrontata altrettanto allegramente.
L'Italia olimpica, che come le sue avversarie è formata quasi completamente da under 21, perde 3 a 2 con il Belgio nonostante dal primo tempo giocasse in superiorità numerica.
Il terzo goal è stato alquanto insolito per una difesa italiana: difensori sbilanciati ingenuamente in avanti, disordinati nel fronteggiare l'attacco, il giocatore belga che ringrazia e regala ai suoi il passaggio di turno.
Perdere va bene, ma questi sono segnali di scarso impegno, o comunque di attaccamento alla maglia e alle olimpiadi insufficiente.
La prova del nove è il sorriso sereno di Casiraghi: "Abbiamo perso, ma è nello spirito olimpico accettare serenamente la sconfitta senza drammi".
Conosco troppo bene la mentalità degli allenatori italiani, le sceneggiate che fanno, nelle competizioni a cui tengono, per un rigore non concesso o un fallo di mano avversario non ravvisato dall'arbitro.
Casiraghi, se si fosse trattato di un europeo o di un mondiale, sarebbe stato di ben altro umore.
La prestazione con il Belgio è da criticare, non c'è stato sufficiente impegno, non ci si è creduto abbastanza, la prestazione è stata scadente, colpevolmente.
Ora i presidenti dei club che vedono tornare alla base i loro ventenni preziosi sono più contenti, perchè possono riutilizzarli. In fondo, erano "solo" le Olimpiadi, vero?

martedì 5 agosto 2008

Edgar Reitz ed il suo capolavoro


Praticamente sconosciuto alla maggior parte del pubblico italiani, Heimat 1 può comunque annoverarsi tra i capolavori della storia del cinema europeo.
Si tratta di un lungo film che ha peculiarità tipicamente tedesche, come i dialoghi di stampo filosofico, per un particolare senso della mistica, e per altri temi ricorrenti come quelli del genio.

Edgar Reitz, il suo regista, creò questa decalogia negli anni 80. Si tratta di una fiction televisiva di alto livello, come il decalogo di Kieslowski o altre operazioni simili.

E' la saga di una famiglia tedesca dell'Hunsruch (terra natale del regista), nella Germania ovest, che viene ripresa durante varie epoche storiche: la fine della prima guerra mondiale, il padre di famiglia che fugge senza un motivo, lasciando sola Maria con i figli Anton ed Ernst. Durante la seconda guerra mondiale, Maria conoscerà Otto, dal quale avrà Hermann. Dopo tanto tempo di distacco da Maria, Otto ritorna per poco tempo, ma è già costretto a ripartire per le operazioni belliche. Viene chiamato per disinnescare una bomba, ma muore nel tentativo. Intanto il primo figlio di Maria Anton, un giovanotto deciso e ambizioso, torna dalla guerra a piedi, dopo aver percorso migliaia di chilometri.
Proprio mentre ritorna Anton, riappare il padre, che è diventato un ricco industriale americano, giocoso e strafottente. Maria non lo perdona: non può essere più come prima.
Anton, grazie ad un prestito del ricco padre, diventa un industriale di prodotti ottici, e sarà molto bravo nel gestirla. Nel frattempo Hermann Simon, il terzo figlio adolescente, ha la sua prima esperienza amorosa con Clarchen, una delle due domestiche di casa Simon, di 11 anni più vecchia.
Verranno scoperti, tra l'indignazione della madre e del primo figlio, e con il tentativo di difendere questo amore da parte del secondo fratello Ernst, e dell'altra giovane governte. Clarchen, che rimane incinta e deve abortire, dovrà cedere, nonostante l'amore continui e i due si vedano di tanto in tanto, sferzata dalle minacce di denuncia della madre e del primogenito Anton.
La puntata dell'amore tra Hermann e Clarchen è una delle più belle della serie. Già si comprende la differenza tra i due fratelli maggiori: Uno senza troppe sfumature, ma deciso e vincente, l'altro che diventa solo più tardi un imprenditore di successo, e che in amore ha una sensibilità più varia, con tante relazioni instabili che costellano la sua vita: Ernst, a differenza di Anton , è un sognatore, appassionato di aerei.
Hermann, dopo diversi anni, si consacra come un musicista d'avanguardia importante, incompreso dai suoi compaesani che sono gente semplice, ma pur non potendo capire la sua musica sono contenti per lui. Intanto il mondo della musica tributa ad Hermann onori importanti, come quello di dirigere un suo concerto trasmesso in diretta alla radio.

In questa serie c'è un'alternanza di bianco e nero e di colori nella fotografia, che talora ha un senso, talora forse, lo ha di meno.

IHeimat2 èi ncentrato sulla giovinezza di Hermann e sul genio, ,a è meno brillante di Heimat1.
Nel 2004 la saga continua con Heimat 3, a 20 anni esatti dal primo episodio

lunedì 4 agosto 2008

Calcio- Nuovo colpo del Pescara


Il Pescara ha ufficializzato l'acquisizione dell'intero cartellino di Anselmo, noto giocatore di calcio Balilla. "Sono contento di essermi liberato finalmente da quelle sbarre di metallo che mi infilzavano i fianchi", è stata la prima dichiarazione del neoacquisto biancazzurro

Omino Michelin-2


L'Omino Michelin conquista Pescara


E' un Venerdì notte di mezza estate. La temperatura è elevata, i giovani sono tutti riversati sulla riviera per ammazzare il tempo piacevolmente in compagnia, per bere una bevanda ghiacciata, o per ballare.

E' quasi l'una di notte, ma la musica non parte. Molto strano. Inizia a circolare la voce che un'ordinanza del sindaco ha vietato, per motivi di sicurezza, la musica a tutto volume sulla Riviera Nord.

Ma nel momento di maggiore noia, in cui la serata prende una piega deludente, ecco ciò che non ti aspetti: a bordo di un veicolo commerciale a tre ruote, un'Ape Piaggio, compare, come in una parata di stars, l'omino Michelin, che attraversa tutta la riviera salutando e dispensando sorrisi.

Pronta la risposta ilare e gioiosa del popolo della notte.

Non contento, il ragazzo vestito da omino Michelin si ferma presso lo stabilimento Maja e si concede a degli improvvisati fans.

Notizie- Abruzzo -Politica. Zio Remo spara ancora


Ezio Ardizzi, presidente della Camera di Commercio di Pescara, ha organizzato, per il 10 agosto, un evento intitolato: un applauso per l'Abruzzo. Ha presentato, pochi giorni fa, l'iniziativa nella sede della Confcommercio. Ospite d'Onore: Remo Gaspari.
L'intervento di Ezio Ardizzi è stato accorato e condivisibile: si è scagliato contro due principali bersagli: lo statalismo, che in Abruzzo è più forte rispetto ad altre regioni, e l'atteggiamento di rassegnazione che c'è nella classe dirigente riguardo la possibilità di rimettere in piedi l'Italia.
Remo Gaspari, 87 enne, gli ha fatto eco, denunciando gli sperperi di denaro pubblico.
"Quando ero io a governare, ha affermato l'ex ministro Dc, i governanti risolvevano più efficacemente alcune piaghe sociali come la disoccupazione. Io ho lasciato la politica quando l'Abruzzo era ancora in una fase di splendore. Dal 1978 al 1992 l'Abruzzo è cresciuto di un punto percentuale in più della Lombardia, dal punto di vista economico.
Cercare delle forme di riscatto per l'Abruzzo, è legittimo, come lo è fare richiamo ad un rinnovamento. Chiamare però Remo Gaspari a supporto di tale operazione è però un vero controsenso.
Gaspari ha fatto parte della Dc, che è stata la maggiore responsabile del nostro debito pubblico in 50 anni circa di governo. Gaspari non si può esimere da quel contesto e da un giudizio negativo verso quel passato.
Rinnovamento sì dunque, ma che sia reale.

lunedì 21 luglio 2008

Notizie- Sport - Pescara calcio, finalmente si respira

Il presidente della squadra femminile Mokambo Chieti Mario Di Marco, nell'anno successivo alla retrocessione in A2, disse una volta: "Questa è una squadra antistress", poichè il team realizzato per risalire era molto forte e dominava la classifica in quel momento.

Altra storia fu l'epilogo che ebbe quella stagione: la Mokambo stava disputando i play-off per risalire in A1, ma durante il match decisivo, con la squadra in svantaggio, vedendo sfumare la promozione, il presidente scese dagli spalti fece uscire le sue ragazze dal campo.

Fu un colpo di testa dovuto alla delusione, camuffato in quel momento da protesta contro alcune decisioni della lega. Una "sparata" che costò alla Mokambo Chieti la retrocessione di due categorie. Si ripartì così dalla B2.

Per questo motivo, sebbene io non sia scaramantico, non definirò il Pescara "una squadra antistress".
E' un dato di fatto però che, sebbene la campagna acquisti non sia ancora conclusa e ci riserverà sicuramente altri colpi di mercato, c'è stato un taglio netto col passato.
Il proprietari Francesco e Gerardo Soglia fa le cose per bene.
Erano anni che non facevamo una preparazione atletica pre-campionato degna di questo nome, con buona parte dei giocatori più importanti già a disposizione.

I colpi di mercato parlano chiaro.
L'uzbeko Ilyas Zetulayev ha fatto apprendistato nel vivaio della Juventus ed ha giocato Reggina e Verona. Ha un grande potenziale ancora in gran parte inespresso.

L 'ex sampdoriano Fabio Bazzani è finito in c1 solo per causa di due infortuni di fila, non certo per merito suo, ma ora è in piena fase di recupero e quindi è prossimo alla piena forma fisica.
La conferma di Tommaso Romito è un fattore importante: si tratta di un ottimo difensore per la serie C, che è molto stimolato dall'idea di giocare a Pescara.

La presenza in squadra di questi tre giocatori, più altri messi già a segno dalla dirigenza ed altri ancora promessi dall'attuale presidente Francesco, subentrato nella carica a Gerardo, fanno ben sperare.

Ci sono delle trattative in corso, perchè una cordata pescarese di imprenditori si è fatta avanti per rilevare la società Pescara Calcio.

La cosa non mi preoccupa, perchè i Soglia sono persone serie e se dovessero cedere la squadra a qualcuno, la affideranno sicuramente in buone mani.
Inoltre le cordate si rivelano quasi sempre fumo negli occhi, per cui prevedo che la società rimarrà ai proprietari attuali.

venerdì 18 luglio 2008

Per favore, ridateci la serie C

Da quest'anno, la serie C1 non si chiamerà più così.

Subentrerà la "prima divisione", e ci sentiremo tutti Inglesi. Ci troveremo di fronte a un campionato di altissima qualità, perchè, lo sapete, in una prima divisione c'è il meglio del meglio e non può che essere così.

Tornando alla realtà, rilevo con tristezza che questa dirigenza "illuminata della serie C prosegue col suo processo di riforme.

Già un bel colpo era stata la divisione dei due gironi di C1 in senso longitudinale, dividendo l'Italia tra est e ovest, quando tutti sanno che l'italia, in gran parte del suo territorio, e percorribile da est a ovest o viceversa in poche ore e percorrendo non più di 200 -300 km.

La vecchia suddivisione nel girona A (Nord) e nel girone B (sud) permetteva alle squadre di calcio di non fare troppi chilometri per le trasferte, e di ritornare, il più delle volte, immediatamente a casa, con un viaggio non molto lungo in autobus.

Secondo il criterio nuovo, invece, la squadra piemontese farà migliaia di chilometri di aereo per affrontare quella siciliana.

Tornando al termine 1a divisione, non è con un maquillage prettamente di facciata che si cambiano le cose. La serie A e la serie B stanno tentando di unirsi per formare una lega unica, lasciando al loro destino i campionati minori.

La serie C1, resta, comunque, un campionato competitivo, e continuerà a riscuotere l'interesse dei tifosi come e forse anche meglio di prima. E' il campionato che si affronta prima di essere promossi in B, o prima di retrocedere in C2, che è un altro campionato difficile e di livello professionistico.

Mascherare questo non serve a niente.

Intervenire su aspetti sostanziali del calcio, come la recessione economica che ha colpito i piccoli club, ha un senso compiuto. Spingere affinchè la serie C abbia più visibilità e attiri un maggior numero di sponsors è un obiettivo possibile ed è una delle strade, a mio avviso, da seguire, una delle tante strategie che si possono mettere in atto.

Questo però, va fatto con spirito imprenditoriale e di autonomia, senza piagnistei e senza chiedere niente a nessuno.

Notizie. Pescara: qualche monumento in più non guasterebbe.

Diciamoci la verità: Pescara è una bella città, moderna, con palazzi nuovi, dinamica e vivace.
C'è chi ne critica l'architettura, dicendo che questi palazzi moderni sono brutti, e le strade non seguono un unico stile architettonico.
Io non trovo i palazzi moderni di Pescara brutti, anzi. Le costruzioni nuove o vecchie di pochi decenni e le strade ampie danno un senso di avanguardia e di ottimismo. Viviamo in una città accogliente, capace di essere ricettiva d'estate come centro balneare, ma di avere una vita autonoma dal turismo, fatta di eventi, di cultura e fattori che attirano l'interesse generale.




Quanto alla coerenza architettonica, sono una minoranza le città, in Italia, che hanno uno stile univoco e preordinato.
Quello a cui fanno riferimento i detrattori è un modello di centro urbano possibile in epoche di monarchie e di signorotti locali, che potevano permettersi di pianificare, se lo volevano, la costruzione di un intero quartiere secondo i criteri ed il gusto che più apprezzavano.
Manca, però, qualche monumento che completi l'opera e che dia alla città quel tocco di arte che sia da stimolo anche per le sue risorse culturali.







Come in tante città italiane, stanno nascendo a Pescara tante rotonde che
sostituiscono i semafori e che oltre ad avere un fine pratico, offrono l'opportunità di porvi nel mezzo verde pubblico, statue e fontane.
Inoltre, è stata rimodernato, da poco tempo, il centro cittadino, con una corso Umberto che ha giovato del restyling e la contigua Piazza Salotto che, secondo me, è imbruttita: è stata sì rimodernata, ma con cattivo gusto.
Anche l'installazione di Toyo Ito, di cui per ora c'è solo un modello provvisorio, mi sembra un'idiozia e quasi una offesa a noi pescaresi.

Sport/calcio Reprimere la gioia del goal

Quando ero bambino, ho frequentato, a più riprese, ma per poco tempo, complessivamente, la scuola calcio della Renato Curi, che, nel settore giovanile, è sempre stata molto competitiva.L'allenamento si svolgeva in due parti: 40- 50 minuti di esercizi e 15 -20 minuti di partitella finale. Gli esercizi li svolgevo molto di malavoglia, sia quelli che riguardavano la tecnica individuale, come il palleggio ad esempio, che quelli che insegnavano dei veri e propri schemi di gioco.

Erano lezioni tutt'altro che facili, sebbene fossimo bambini: si può dire che la tecnica individuale vera e propria viene impartita quando si è bambini, mentre quando si cresce gli allenatori sono sempre meno propensi ad impartirti certi gesti atletici. La tattica, invece, viene affinata in età adulta.

Ebbene, finiti gli esercizi, in cui il "mister" qualche volta mi riprendeva, svolgevamo la consueta partitella. Lì, sorprendendo un po' tutti, mettevo in mostra buone doti, e la cosa particolare è che segnavo sempre.

In quel momento mi rendevo conto di una cosa strana: quando segnavo io o altri bambini che stavano nella scuola-calcio da meno tempo, esultavamo, come è giusto che fosse, e ci abbracciavamo, proprio come si fa in serie A.

I bambini più smaliziati, che erano lì da due o tre anni, quando facevano un goal rimanevano impassibili, reprimendo l'istintivo gesto di sollevare le braccia al cielo o di emettere un grido.
Tale gesto mi sembrava di uno snobismo particolare: loro erano già piccoli calciatori navigati, avevano una tecnica invidiabile, probabilmente erano spinti in maniera più seria dalle famiglie a fare i calciatori.

Questa tendenza l'ho ritrovata negli ultimi anni, guardando le partite dei campionati professionistici.

Ci sono giocatori che, quando segnano contro la loro vecchia squadra, per una forma di rispetto, non esultano.
I giornalisti anche, avendo ormai assimilato questa variante del goal, chiedono prima della partita ad un "ex" se il giorno dopo esulterà se dovesse segnare.

A me , francamente, il fatto di non esultare sembra una repressione forte dei propri sentimenti, oltre ad essere una cosa un po' ipocrita.
I giocatori cambiano una decina di squadre in media nell'arco della loro carriera: se rimangono in buoni rapporti con buona parte delle loro tifoserie, cosa devono fare? Non devono festeggiare contro almeno 6 o 7 avversarie?

Il Goal è una delle vette emotive più alte del calcio, è la ragione per cui buona parte di noi ragazzi, da bambini, sognavamo ad occhi aperti di fare il calciatore:

"Sto giocando in serie A, con una squadra importante.
Alcuni dei miei compagni e avversari sono quei giocatori che seguivo quando ero bambino, giunti ormai ad un'età da fine carriera: salto due, tre avversari, mi avvicino all'area di rigore, e con un diagonale bellissimo infilo il portiere avversario: goooooalll!

Urlo come un pazzo, il pubblico, una massa umana indistinta, impazzisce anch'esso, tutti gioiscono con me. Lo stadio è investito da un boato, corro verso i tifosi, tutta gente che non conosco, eppure metto il naso a un centimetro da loro, dietro il vetro o l'inferriata che delimita gli spalti: delirio."

Per questo non esultare dopo il goal mi sembra un gesto molto forzato, quasi una violenza a se stessi, forse è anche un po' snob, oltre che poco bello.

Se non esulti per rispettare la tifoseria avversaria, i tuoi tifosi possono pensare che tu non rispetti loro.

E poi il calcio è un gioco, tutti sanno che un giorno tu calciatore sei in un posto e sei mesi dopo vesti già una casacca diversa.

Si fa subito, insulsamente, a dire: "traditore! mercenario!" nell'atteggiamento sempre urlato dello stadio, che non è altro che l'erede dell'anfiteatro dei gladiatori.

E' crudele e spietato lo stadio, ma anche generoso e innamorato, è luogo di istinti tendenti talvolta all'estasi, talvolta al lato oscuro di noi stessi.

giovedì 17 luglio 2008

Notizie- Politica- la sanità in Abruzzo: ecco perchè bisogna privatizzare

C'è stato anche qualcuno, nella bagarre di questi giorni, che ha detto: "Forse era meglio se fosse rimasto a fare il cantante", guardando al telegiornale il Presidente della regione Abruzzo Ottaviano Del Turco arrestato. Il cantante, però, si chiamava Riccardo del Turco.
C'è chi ha detto questa stessa frase riguardo a Silvio Berlusconi, riferendosi ai suoi trascorsi giovanili di cantante nei piano bars e sulle navi da crociera.
Questa però è un'altra storia.

La sanità Abruzzese, invece, è un pasticciaccio brutto, parafrasando Gadda; proprio nei giorni precedenti all'arresto di Del Turco, mi chiedevo di come potessimo avere una sanità "in rosso", vista la pioggia di milioni di euro che arriva sia dallo stato centrale che dall'Unione Europea verso la nostra regione.

Arresti o non arresti, colpevoli o meno, i politici che hanno governato hanno responsabilità gravi.
Non può essere ignorata la loro pochezza di amministratori. I risultati parlano chiaro e le ruberie, i dissesti nei servizi, gli episodi poco chiari, in Abruzzo come altrove in Italia, non hanno mai avuto termine.

Questa è l'ennesima dimostrazione di come sia necessario privatizzare il più possibile, ovviamente, senza creare un danno per i cittadini.
Dove i politici non possono gestire, nominare scagnozzi di loro fiducia, creare intrighi e connivenze, non possono rubare e sperperare denaro pubblico.

Certo, anche nelle aziende di servizi private possono esserci imbrogli, favoritismi, raccomandati, e anche malasanità.
E' un dato di fatto però che nelle strutture private le cose funzionano meglio, le risorse vengono razionalizzate e c'è più meritocrazia.

lunedì 14 luglio 2008

Notizie Abruzzo- Arrestato Ottaviano Del Turco



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Ottaviano Del Turco è stato arrestato stamattina dalla Guardia di Finanza insieme ad altre persone per associazione a delinquere, corruzione e concussione per gestione privata della sanità.
Tra gli arrestati figurano Lamberto Quarta, Camillo Cesarone, Antonio Boschetti,Gianluca Zelli, Luigi Conga. Si trovano agli arresti domiciliari invece Bernardo Mazzocca, Angelo Bucciarelli, Giancarlo Masciarelli, Vito Domenici e Francesco Di Stanislao (che ha divieto di dimora a Pescara).
Operazioni di polizia simili sono state attuate nelle marche e nel Lazio.

Nel 1992 l'intera giunta regionale abruzzese fu arrestata per questioni a fondi provenienti dall'Unione Europea.


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sabato 28 giugno 2008

Qui si uccide la fantasia


E' già arrivato Lippi sulla panchina della nazionale, e subito c'è l'impressione che si stia già mettendo all'opera con grande rapidità.
I giornali diffondono le prime informazioni su ciò che ha in mente il tecnico: probabilmente ci sarà l'addio di Del Piero e di Panucci alla nazionale, con un Materazzi in bilico.
In alternativa alle prime scelte, vi saranno molti giovani, come l'italo-brasiliano Santacroce, Aquilani (già visto all'opera agli europei), Montolivo e forse, insieme ad altri della linea verde, Giuseppe Rossi. Potrebbe essere naturalizzato Amauri, mentre Di Natale, pupillo di Donadoni, dovrebbe andare via.
I giocatori di fantasia non avranno molte chances con Lippi: oltre a Del Piero e Di Natale, infatti, sembra in bilico anche Cassano, per i noti motivi caratteriali.
Una riflessione, già vecchia, ma che si ripropone oggi ancora più di prima, è questa: i giocatori d'estro, quelli che non si limitano a correre e ad applicare gli schemi, ma hanno quel minimo di iniziativa per sovvertirli, non sono graditi agli allenatori italiani, forse smaniosi di controllare ogni aspetto del gioco.
La fantasia nel calcio italiano è ufficialmente morta.
I killer sono già noti, ma non verranno consegnati alla giustizia: i tecnici, in primo luogo, le società di calcio, i preparatori atletici sono i veri artefici di questo capolavoro.
Ovviamente una minoranza di segno opposto c'è nel settore, ma è questo il calcio che prevale al giorno d'oggi, in Italia più che altrove.
I fatti hanno dato ragione a Lippi: ha vinto i mondiali, senza fuochi d'artificio, con portatori d'acqua umili e spartani, con un gioco non sempre convincente, con uno spettacolo che spesso si assentava per far posto alla noia.
Non è una storia nuova, è vero: già a 29 anni Roberto Baggio veniva sbolognato da una squadra e l'altra; a furia di s-bologna-menti giungeva proprio a Bologna, e infine terminava il suo cammino a Brescia, baciato da una santità calcistica che gli permetteva di essere dovunque in campo, senza correre troppo, senza sbagliare un passaggio.
Del Piero ha dovuto modificarsi geneticamente a suon di pillolotti, di rigonfiamenti di muscoli, di preparazioni atletiche massacranti. I pillolotti Juventini, se non sono stati classificati dalla giustizia come doping, sono risultati, dagli atti, medicinali che poco avevano a che fare con la pratica sportiva: per reggere lo sforzo disumano, i giocatori della vecchia signora di cui anche Lippi ha fatto parte prendevano antidepressivi, integratori potenti endovena, e altri aiuti un po' strani.
E' un dato di fatto che la fantasia nel gioco che dimostrava Del Piero a 20 anni sia scomparsa da tempo, per far posto ad un gioco rispettabile, basato sul sacrificio, ma che ne ha distrutto la creatività.
La fantasia mortificata dal calcio italiano ha visto anche Zola andare all'estero, Miccoli, reo di essersi messo contro Luciano Moggi, dover espatriare in Portogallo per un certo periodo, Di Natale attualmente non valorizzato come merita, Cassano , complice anche il suo comportamento, messo da parte più di una volta.
Totti, non me ne voglia nessuno, non è il classico fantasista. E' un dispensatore geniale di palloni dallo stile essenziale, è un grande bomber, un giocatore di temperamento.
Non è però la classica mezzapunta genio e sregolatezza, non fa serpentine, non da giocate che appagano l'occhio come altri giocatori più tecnici di lui, ma a volte più incompleti sotto altri aspetti, e perciò, meno baciati dalla gloria.
Il fantasista che sopravvive si adatta a correre e basta, da qualche assist, raramente tira in porta. Nel calcio della fatica, non può fare altrimenti, non c'è spazio per la giocata di genio, perchè a metà partita è già stanco, e per certi numeri bisogna essere freschi e sfrontati.
Ci sarebbe bisogno di fare tornare la vecchia mezzapunta pigra; si aggirava negli anni 80 per il campo a volte come un corpo estraneo, uno spettatore un po' più vicino degli altri; al momento giusto, però, bastavano uno o due lampi dei suoi a cambiare volto a una partita.
che ci pensino gli uomini di fatica a correre per due, a recuperare i palloni, a tornare in difesa;
davanti, assieme a una punta, ci vuole un fantasista che resti lì, che non arretri troppo, e anche dietro, a centrocampo, c'è bisogno di un altro come lui, che dispensi palloni in avanti e che dribbli e sbeffeggi due o tre avversari.
E' un gesto tecnico che fa sognare.
Lippi fa un calcio vincente? Può darsi, ma non è l'unico modello: Il Brasile, finora, ha vinto 5 mondiali e ci sarà un perchè.

giovedì 26 giugno 2008

Energia pulita- L'esempio di Friburgo



Una trentina d'anni fa vi fu una forte protesta contro la volontà del governo di creare una centrale nucleare in Germania. Anche a causa del caro-petrolio, a Friburgo si posero fortemente il problema di sviluppare uno stile di vita che utilizzasse risorse energetiche eco compatibili.

Venne studiato, da diverse angolature, un grandioso piano di ripensamento dell'utilizzo delle risorse, dallo smaltimento dei rifiuti all'energia fotovoltaica, dalla mobilità urbana all'isolamento delle case. Nacque così l'istituto Fraunhofer, la Solar Fabrik, che va ad olio vegetale e non inquina, poichè si alimenta ad energia solare, la centrale fotovoltaica idraulica e termica, l' "Heliotop", una casa girevole alimentata e costruita interamente secondo i criteri dell'energia solare. Nacque anche il Solarsiedlung, villaggio solare opera dell'architetto Rolph Disch.

Si può dire però che l'intera città, che non supera i 200 000 abitanti, si sia organizzata su vasta scala e in tutti i suoi quartieri, attuando un progetto così ben architettato da poter essere applicato anche ad una metropoli.

Nelle case che sono costruite con i criteri dell'energia solare, i termosifoni non ci sono, così come non c'è bisogno della caldaia. L'isolamento termico è così efficace che basta il respiro delle persone e qualche candela a riscaldare l'ambiente.

Un cittadino medio spende 180 euro all'anno per tutte le bollette energetiche.

Sport-Donadoni va via, ma a testa alta.


Donadoni è prossimo all'esonero, dopo la sconfitta con la Spagna ai rigori nei quarti di finale.

A prendere il suo posto sarà di nuovo Marcello Lippi.

In questi giorni, vi sono state rivelazioni di un certo peso: a quanto pare, il C.T. uscente avrebbe firmato il contratto solo dopo un eventuale passaggio dell'Italia in semifinale, che non c'è stato.

L'allenatore azzurro avrebbe anche rinunciato a firmare una clausola rescissoria di 550 000 euro che sarebbe stata una lauta buonauscita in causa di esonero.

Come se non bastasse, corre voce in questi giorni che sia stato dettoa Lippi, diversi mesi or sono, di non fare altri accordi, perchè sarebbe stato richiamato.

Oltre al danno, la beffa, dunque, per il buon Roberto.

Diciamoci la verità: in questa avventura europea Donadoni è stato solo vittima delle macchinazioni della Federcalcio. Ha destato in tutti scetticismo la sua nomina a commissario tecnico, non per la sua bravura che non si discute, ma per la sua inesperienza. E' riuscito tuttavia a fare qualificare l'Italia agli europei, ha superato il girone di qualificazione, e ha perso ai quarti e soltanto dopo i rigori, con la Spagna.

Un'uscita tutto sommato dignitosa dagli europei, per la nostra nazionale.

Zeman ha detto: "Donadoni ha fatto giocare l'Italia come gioca sempre, è stato solo meno fortunato di Lippi".

L'unica cosa che gli si può rimproverare, forse è di non essersi giocata a viso aperto la partita con la Spagna, in cui la nostra nazionale ha avuto un atteggiamento troppo difensivo.

Ma questo atteggiamento lo ha avuto anche Lippi, quando abbiamo affrontato l'Australia ai mondiali e abbiamo vinto solo ai tempi supplementari grazie ad un rigore inesistente.

La Federcalcio ha avuto dunque un comportamento schizofrenico: da una parte ha scelto il nuovo tecnico Donadoni, da un lato non gli ha dato piena fiducia. Ci sono tecnici migliori? Certo, ma Lippi non è l'unico. Anche Trapattoni è molto più blasonato di Donadoni, eppure è rimasto in carica dopo la pessima figura con la Corea del 2002, non superando poi nemmeno il primo girone agli europei del 2004, ovvero, facendo peggio di Donadoni.

Non si creda , dunque, di aver trovato la bacchetta magica: l'Italia non è in crisi, è uscita ai quarti di un europeo giocando discretamente e Donadoni se ne andrà, ma avrebbe potuto tranquillamente guidare ancora l'Italia nei prossimi mondiali, magari portandola anche alla vittoria.

sabato 21 giugno 2008

Politica- Pescara- L' "Asse attrezzato"


Il raccordo cittadino esterno alla città a Pescara si chiama "Asse attrezzato".

L'amministrazione del sindaco D'Alfonso, recentemente riconfermato in qualità di sindaco, ha chiuso una uscita dell'Asse attrezzato in un punto molto centrale della città, che i Pescaresi conoscono bene: quello di Piazza Italia.

Questo provvedimento ha un po' decongestionato Via Firenze, creando ingorghi però in altri punti.

E' stata un'azione discussa, alcuni hanno approvato, altri (tra cui i commercianti, in maniera compatta) si sono espressi contro.

E' un gesto discutibile, ma può essere compreso.

Quello che non ho mai capito è quello che si vede nella foto: si è chiuso un braccio del raccordo cittadino per riaprirne un altro; dove? E' presto detto: a Piazza Unione, in uno spazio angusto, combaciante con la zona dei pubs e affollata di ragazzi durante la notte; come ben potete vedere, lo stop è in una curva molto stretta e in discesa, e l'automobilista ne vede solo all'ultimo momento l'uscita; a due- tre metri da quello stop ci sono i pedoni che passeggiano tranquillamente: siamo in pieno centro.

Credo che non siano necessari altri commenti, anche perchè l'immagine è eloquente

venerdì 20 giugno 2008

Seconda impressione sulla Lituania


(Una sirenetta si riposa su una sponda del fiume Vilnele, a Vilnius, a Uzsupis, il quartiere degli artisti)

Seconda, ma non certo esaustiva tappa a Vilnius e in Lituania.
La prima idea sulla Lituania si conferma e si arricchisce.
Si tratta innanzitutto di una nazione in crescita economica: mi sono posto per mesi il problema se la crescita del 7,5 % annuo fosse solo un numero o fosse reale, ma a fugarmi ogni dubbio è stata una dichiarazione di una persona del posto: vive da alcuni anni in Italia, è tornata a casa di recente, e ha rilevato dei progressi, nell'economia, nel lavoro della gente (che vede molto attiva), e persino negli ospedali.
Quanto a quello che ho visto con i miei occhi, si possono fare considerazioni con due sguardi diversi: quello del turista e quello di chi ci vive.
Per un turista la Lituania è un posto senza dubbio suggestivo, ricco di verde, con fiumi in genere più puliti dei nostri, con città e campagne che se non fosse per la povertà, assomiglierebbero un po' al Canada, un po' all'Irlanda.
Tra un quartiere dormitorio di Vilnius e l'altro ci sono i boschi, e strade larghe e ordinate, poco trafficate. I palazzoni popolari, che nel primo viaggio mi erano sembrati tanto orrendi per viverci, ad un secondo impatto sembrano tutto sommato accettabili.
Anche la percezione del pericolo è nella norma.
A questo aggiungetevi un fascino russo che permane, e che in me, nonostante il suo grigiore, suscita sensazioni di fascino e di mistero.
A Vilnius (la capitale, 535.000 abitanti) c'è, nei quartieri nuovi, una certa modernità a tratti imponente, che pur non dando segni nè di ricchezza nè di sfavillio fa una bella mostra di sè.
Nel centro si alternano case che cadono letteralmente a pezzi, (abitate da famiglie normali), e begli esempi di stile barocco, liberty-Art Noveau, gotico, vittoriano.
Qualche sfortunato fruga nella spazzatura, gli ubriachi sono tanti, le sale d'azzardo chiamate casinò spesso sono bische decrepite.
Gli strip-club pullulano numerosi in pieno centro, e ai clienti, qualora lo vogliano, viene messa a disposizione una macchina da sceicchi.
I taxi sono a centinaia. A volte sono belle macchine, a volte vecchie mercedes o audi 80.
Se l'automobile è vecchia preparatevi psicologicamente ai coprisedili: si tratta di pelli di animale che farebbero rabbrividire anche Davy Crockett.
In centro gira anche qualche bella Bmw. Gli autobus sono di diverso tipo, C'è anche un ibrido che è a metà tra l'autobus e il taxi. C'è poi il filobus senza rotaie, con i cavi elettrici.
Vilnius è collegata molto bene dai mezzi pubblici.
I ristoranti, i bar, i pubs e disco-pubs,sono ottimi: in essi traspare un felice tocco artistico che, probabilmente, la gente lituana possiede.
Vedute panoramiche, tanta arte nel centro storico, tanto verde per lunghe camminate a piedi: Vilnius è incantevole.
Kaunas (380 000 abitanti) per quel poco che ho visto, è anch'essa una città molto gradevole, tranquilla, verde, acculturata.
Un ottimo centro commerciale, dove vi sono molti svaghi , ristoranti, bars e bei negozi, è l'Akropolis, presente a Vilnius, a Kaunas e probabilmente anche in altre città.
Ciò che ho visto non è ancora molto, ma la Lituania è sicuramente un posto da vedere e da rivedere che incontra il mio gusto.
Vita da Lituano
Uno che vive in Lituania ha però una vita dura: gli stipendi da fame non sono all'altezza del costo della vita.In Italia, i salari sono molto più proporzionati.
Si spende , per vivere in Lituania, il 60-70% del denaro che occorre in una città media italiana.
Ci sono però le dovute precisazioni: un appartamento a Vilnius costa come minimo 500 euro d'affitto al mese. Molti Lituani guadagnano meno.
L'appartamento da 500 euro al mese,però, lo trovi mediamente in periferia o quasi, è scalcinato e viverci può avere un po' un "effetto Bronx".
Con 700 te ne affitti uno quasi decente.
A Pescara, per fare un paragone, con 700 euro ti trovi un appartamento più che soddisfacente.
Chi vuole abitare nel centro di Vilnius invece, deve sborsare da 1000 euro al mese in su, per stare magari in un appartamento che magari è bello, ma quando una macchina sgomma a una certa velocità per strada, senti un tremolio: sembra una leggerissima scossa tellurica, ma è il palazzo che vibra al rumore.
A Kaunas la vita costa meno che a Vilnius. A Klaipeda (180 000 abitanti), ancora meno.
Sembra che in ospedale i medici prendano una mazzetta per trattarti bene.
Per fortuna pare che ci sia anche qualche clinica privata con standards elevati, come quella americana di Vilnius, che non è costosa.
La sanità in Lituania funziona come in America: con la stipula di un contratto di assicurazione.
La cosa che a me sembra significativa è che, a quasi vent'anni dal comunismo, l'economia sta crescendo. Negli ultimi mesi però c'è stata una certa inflazione: gli affitti sono lievitati di un centinaio di euro, il costo della vita in generale si è alzato un po', e pare che sia l'effetto di avvicinamento all'euro: tra qualche anno anche la Lituania aderirà alla moneta unica.
Da pochi mesi, ancora, la Lituania fa parte del trattato di Schengen, quindi i Lituani non devono più usare il passaporto per circolare in Europa.
Stanno subendo la mazzata dei rincari anche loro, ma almeno la loro
moneta, che attualmente vale 3 volte e mezzo in meno circa dell'euro, non si svaluterà più.
Sono nella U E dal 2003, e probabilmente a loro stare in Europa conviene: in questo modo hanno definitivamente chiuso i conti con la Russia, che ancora cova ambizioni imperialiste, e in futuro fruiranno dei benefici che, stando a quanto dicono insigni politologi ed economisti, L'Europa Unita riserva.