lunedì 4 marzo 2013
Lorenzo Valloreja sulla Ombrina Mare
Oggi ho partecipato (1 Marzo, ndr) con un mio intervento all’incontro tenutosi presso la Camera di Commercio di Chieti Scalo sul tema della “Piattaforma Ombrina Mare”. Grande mobilitazione di associazioni, mezzi d’informazione, politici ed amministratori locali, tutti uniti nel dire no alla petrolizzazione dell’Abruzzo. Il comitato che mi onoro di rappresentare, Nessuno Tocchi il Nostro Futuro, non mancherà di appoggiare la lotta per salvaguardare la costa abruzzese tuttavia non ho potuto fare a meno di osservare malinconicamente come esistano battaglie di serie A e cause di serie B. Mi riferisco in particolar modo all’Interconnessione Tivat-Pescara-Villanova-Gissi per il quale solo il mio comitato si è adoperato al limite delle proprie possibilità affinché quest’opera mostruosa non sventri letteralmente, con i propri campi elettromagnetici, le province di Pescara e Chieti nell’immediato e quella di Teramo poi. L’Abruzzo è una regione sotto attacco ormai da anni, guardate cosa infatti è stato fatto al nostro fiume Pescara con le fantomatiche centrali idroelettriche che hanno devastato un intero territorio metropolitano, o alle avvisaglie sul lago di bomba o ai vari cementifici che dovrebbero mascherare i più spaventosi termovalorizzatori. La politica in questo frangente è senz’altro collusa. Vi è un piano complessivo e ben architettato da parte delle alte sfere economiche per devastare le piccole regioni come l’Abruzzo, la Basilicata o il Molise. E’ giunto il momento che la gente conosca la verità, la lotta non la si può fare con un semplice ricorso al TAR, o con la variazione di un percorso o di un progetto, la lotta va sostenuta sempre e solo con la parola del cittadino, l’unico vero padrone del territorio. Ecco perché ritengo e riteniamo doveroso dire un no sovrano attraverso dei referendum regionali che dimostrino la contrarietà di un intero popolo. Nessuno può venire a comandare a casa nostra, solo noi possiamo essere i padroni del nostro destino.
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