martedì 5 marzo 2013
CALCIO: IL PADRE DI SCULLI COINVOLTO IN UN'INCHIESTA SULLA 'NDRANGHETA
Una delle 20 ordinanze emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Reggio Calabria nell'operazione contro le cosche Morabito e Aquino della 'ndrangheta riguarda Francesco Sculli, padre di Giuseppe Sculli, il calciatore cresciuto nelle giovanili della Juventus e attualmente in forza al Pescara.
Sculli ha giocato in varie società della massima serie, tra cui Lazio, Genoa e Chievo Verona.
Francesco Sculli, funzionario del Comune di Bruzzano Zeffirio (Rc), è il genero del boss Giuseppe Morabito, detto "u tiradrittu".
L'AQUILA: CONFCOMMERCIO, "SALDI DISASTROSI, -50%"
"Potremmo sintetizzare la conclusione dei saldi iniziati lo scorso 5 gennaio con un -50% rispetto al 2012 che non fu certo un anno brillante sotto il profilo commerciale".
È questo il grido di allarme lanciato da Confcommercio L'Aquila, dal direttore Celso Cioni e il presidente Roberto Donatelli, che tirano le somme su periodo appena terminato e polemizzano su chi ha espresso il proprio parere prima del tempo l'andamento delle svendite.
"Nei giorni immediatamente successivi al loro inizio si sono accavallati molti e prematuri commenti sul loro andamento rilasciati, spesso improvvidamente, sia da operatori che talvolta da autorevoli esponenti di associazioni di categoria che si affrettavano allora, sotto la spinta di tanti riflettori accesi per l’occasione, a rilasciare commenti fiduciosi e addirittura ottimistici - affermano - Noi, in quei giorni, abbiamo preferito aspettare in silenzio perché l’esperienza ci ha insegnato che i bilanci si fanno alla fine del periodo dei saldi".
"E oggi crediamo sia giunto il momento di tirare le somme per dire, sulla scorta dei dati, che mai bilancio fu più negativo, deludente ed amaro - spiegano - È almeno un 50 per cento in meno che non ha guardato in faccia quasi nessuno e niente in un clima di consumi da gelata siberiana".
"Insomma, alla cabala dei saldi ha vinto solo il generale inverno - polemizzano - Abbiamo da tempo richiesto presso le sedi opportune, verbalizzando, di rivedere a tutto tondo i vituperati 'studi di settore' e ci auguriamo che si provveda in tal senso".
"Ci auguriamo che le nostre richieste saranno in tal senso accolte, altrimenti oltre al danno dovremo contabilizzare anche la beffa", concludono.
lunedì 4 marzo 2013
Sebastiani resta una risorsa, comunque vada il campionato
Dopo l'ennesima sconfitta, il presidente Daniele Sebastiani ha esonerato anche Bergodi, il suo ex compagno di scuola, dopo che il primo trainer della stagione, Stroppa, aveva deciso di andarsene da solo.
Ci sono molti contestatori, ora, che vogliono addirittura che se ne vada.
Non dimentichiamoci però i 13-15 anni di sofferenze che i tifosi biancazzurri hanno attraversato dopo aver letteralmente cacciato Scibilia.
Sebastiani , insieme ad altri imprenditori, ha fatto risalire la squadra dalla C1-Prima Divisione alla serie A.
E' ancora recente il ricordo di giugno scorso, con la conquista del primo posto del campionato di serie B e una stagione esaltante.
Poi Zeman se n'è andato, c'è stata una squadra da ricostruire, tanti giocatori sono arrivati e tanti sono partiti.
Forse la squadra non è stata costruita molto bene, c'è da prenderne atto.
Non si può dire però che Sebastiani non abbia speso bei quattrini per farla, nè che non ci abbia messo l'impegno.
Sta per utilizzare il terzo allenatore della stagione, nella speranza di smuovere le acque, e ha contattato allenatori come Delio Rossi e Galeone, che gli hanno detto no.
A fronte della cessione di Verratti e degli introiti dei diritti tv, degli abbonamenti, degli sponsors e quant'altro, deve affrontare spese non certo leggere per gli stipendi di una trentina di giocatori. Ha speso quattro milioni di euro circa per Vukusic, che poi non è stato all'altezza delle aspettative. Paga 550 000 euro l'anno ad un certo Modesto, che si è rivelato tale anche sul campo. Si aggiungano poi tante altre spese che un club deve affrontare (spostamenti, ristoranti, alberghi per le trasferte, iscrizione al campionato etc etc.)
Qual è la colpa dei soci della Pescara Calcio capeggiati da Sebastiani? Quella di non aver fatto debiti, causando il fallimento del club?
Stiamo tutti calmi e ricordiamoci che solo pochi anni fa avevamo una squadra fallita, con il curatore fallimentare che cercava di risolvere la situazione.
Ci sono molti contestatori, ora, che vogliono addirittura che se ne vada.
Non dimentichiamoci però i 13-15 anni di sofferenze che i tifosi biancazzurri hanno attraversato dopo aver letteralmente cacciato Scibilia.
Sebastiani , insieme ad altri imprenditori, ha fatto risalire la squadra dalla C1-Prima Divisione alla serie A.
E' ancora recente il ricordo di giugno scorso, con la conquista del primo posto del campionato di serie B e una stagione esaltante.
Poi Zeman se n'è andato, c'è stata una squadra da ricostruire, tanti giocatori sono arrivati e tanti sono partiti.
Forse la squadra non è stata costruita molto bene, c'è da prenderne atto.
Non si può dire però che Sebastiani non abbia speso bei quattrini per farla, nè che non ci abbia messo l'impegno.
Sta per utilizzare il terzo allenatore della stagione, nella speranza di smuovere le acque, e ha contattato allenatori come Delio Rossi e Galeone, che gli hanno detto no.
A fronte della cessione di Verratti e degli introiti dei diritti tv, degli abbonamenti, degli sponsors e quant'altro, deve affrontare spese non certo leggere per gli stipendi di una trentina di giocatori. Ha speso quattro milioni di euro circa per Vukusic, che poi non è stato all'altezza delle aspettative. Paga 550 000 euro l'anno ad un certo Modesto, che si è rivelato tale anche sul campo. Si aggiungano poi tante altre spese che un club deve affrontare (spostamenti, ristoranti, alberghi per le trasferte, iscrizione al campionato etc etc.)
Qual è la colpa dei soci della Pescara Calcio capeggiati da Sebastiani? Quella di non aver fatto debiti, causando il fallimento del club?
Stiamo tutti calmi e ricordiamoci che solo pochi anni fa avevamo una squadra fallita, con il curatore fallimentare che cercava di risolvere la situazione.
Pescara-Udinese 0-1, esonerato Bergodi
Un discreto Pescara cede ad un'altrettanto coriacea Udinese, che si aggiudica tutta la posta in palio grazie ad una incursione di Di Natale e al suo goal numero 150 in serie A.
Dopo un avvio deciso del Pescara, di Natale viene servito in profondità da Muriel. Il folletto campano si destreggia bene tra quattro difensori più il portiere, e la cosa singolare è che tutti i cinque se non sei biancazzurri coinvolti contribuiscono a farlo segnare, in una fiera degli errori quasi comica. Blasi ad esempio, tornato in difesa, effettua un retropassaggio al portiere (tra l'altro vietato dal regolamento) invece di spazzare, Pelizzoli non trattiene, infine Romagnoli non respinge il tiro di Di Natale che ringrazia e festeggia.
Non succede poi molto nel primo tempo: dopo un palo di Muriel al 28', ci sono da segnalare un tiro di Cascione alto sulla traversa ed un colpo di testa in area di Abbruscato, a concretizzare un accenno di reazione biancazzurra.
Sembra il solito Pescara pasticcione, ma nella seconda frazione, specialmente nell'ultima mezz'ora si sveglia e produce belle azioni da goal, complici gli ingressi di Weiss e Sculli.
Si registrano due episodi da rigore per il Pescara. Bjarnason infatti viene atterrato da Pereyra durante un cross in area al 67' e una decina di minuti dopo Sculli viene spintonato a terra da Danilo.
Obiettivamente i rigori sembravano entrambi netti, ma il giudice di gara Carmine Russo di Nola non è dello stesso avviso.
Si giunge al 94' con una certa pressione dei padroni di casa che non meriterebbero almeno questa volta la sconfitta, ma devono accettarla.
Il presidente del Delfino Sebastiani ha seguito la partita sconsolato da bordocampo. Subito dopo la gara ha esonerato l'allenatore Bergodi: non gli è piaciuto, a suo dire, l'atteggiamento troppo difensivo nel primo tempo della squadra e il non impiego dei talenti Weiss e Sculli dal primo minuto.
Ha poi fatto subito un'offerta a Galeone per la panchina, visto che era presente in tribuna. L'idea è stata questa: Bucchi , che allena la primavera, promosso in prima squadra. Giovanni Galeone secondo-supervisore, visto anche il fatto che il giovane tecnico non ha il patentino per allenare in serie A.
Galeone in tarda mattinata ha declinato l'offerta. Si cerca ora un altro secondo che abbia il famoso "patentino di prima categoria" e si parla di De Rosa, ex calciatore ed allenatore dela squadra adriatica.
Lorenzo Valloreja sulla Ombrina Mare
Oggi ho partecipato (1 Marzo, ndr) con un mio intervento all’incontro tenutosi presso la Camera di Commercio di Chieti Scalo sul tema della “Piattaforma Ombrina Mare”. Grande mobilitazione di associazioni, mezzi d’informazione, politici ed amministratori locali, tutti uniti nel dire no alla petrolizzazione dell’Abruzzo. Il comitato che mi onoro di rappresentare, Nessuno Tocchi il Nostro Futuro, non mancherà di appoggiare la lotta per salvaguardare la costa abruzzese tuttavia non ho potuto fare a meno di osservare malinconicamente come esistano battaglie di serie A e cause di serie B. Mi riferisco in particolar modo all’Interconnessione Tivat-Pescara-Villanova-Gissi per il quale solo il mio comitato si è adoperato al limite delle proprie possibilità affinché quest’opera mostruosa non sventri letteralmente, con i propri campi elettromagnetici, le province di Pescara e Chieti nell’immediato e quella di Teramo poi. L’Abruzzo è una regione sotto attacco ormai da anni, guardate cosa infatti è stato fatto al nostro fiume Pescara con le fantomatiche centrali idroelettriche che hanno devastato un intero territorio metropolitano, o alle avvisaglie sul lago di bomba o ai vari cementifici che dovrebbero mascherare i più spaventosi termovalorizzatori. La politica in questo frangente è senz’altro collusa. Vi è un piano complessivo e ben architettato da parte delle alte sfere economiche per devastare le piccole regioni come l’Abruzzo, la Basilicata o il Molise. E’ giunto il momento che la gente conosca la verità, la lotta non la si può fare con un semplice ricorso al TAR, o con la variazione di un percorso o di un progetto, la lotta va sostenuta sempre e solo con la parola del cittadino, l’unico vero padrone del territorio. Ecco perché ritengo e riteniamo doveroso dire un no sovrano attraverso dei referendum regionali che dimostrino la contrarietà di un intero popolo. Nessuno può venire a comandare a casa nostra, solo noi possiamo essere i padroni del nostro destino.
Iscriviti a:
Post (Atom)