

Anni fa mi capitò di comprare due giornali: uno di sinistra, l'altro di destra.
Il giornale di sinistra scriveva sostanzialmente questo: Berlusconi non è andato in India, perchè l'India conta poco e ha così inventato una scusa per rinviare un incontro col premier indiano.
Sul giornale di destra invece lessi: Si è rimesso, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo il malore che lo ha riguardato e che lo ha costretto a rinviare il suo viaggio in India.
A chi bisogna credere?
Ieri ho colto una disparità simile.
Il Tg di La7, le cui simpatie non sono certo di destra, poneva in una luce negativa la nostra crescita economica: Padoa Schioppa aveva previsto un aumento del Pil annuale del 2,2% e poi ha dovuto correggerlo all'1,9%, mentre un altro sondaggio attesta la crescita italiana all'1,5%.
Ma il sondaggio che di solito coglie nel segno, spiegava La7, è quello della confindustria, che prevede un aumento dell'1,0 %. Il servizio proseguiva traendo tali conclusioni: " Ci saranno meno redditi e quindi meno entrate fiscali. Di conseguenza i soldi del "tesoretto" da ridistribuire alle famiglie più povere diminuiranno, e questo sarà un problema che Prodi dovrà affrontare"
Pochi minuti dopo, il Tg3 ha riportato in toni trionfalistici la stessa notizia: "La crescita del Pil sarà dell'1,9 %, ed è un dato positivo, viste le voci che correvano negli ultimi giorni. L'unione europea ha espresso soddisfazione per la ripresa dell'economia italiana".
Il commento è superfluo.
Si parla tanto male dei politici. Ma nel giornalismo le cose non cambiano: coloro che dovrebbero essere dei mastini a guardia della verità sono i primi a confonderla.
Molte testate tentano di cambiare la realtà dei fatti, che, a lungo andare, diventeranno storia.
Tuttavia, ritengo che fino a quando l'uomo avrà una capacità critica, ci sarà posto anche per la verità.
Francamente non mi sento mai più ricco se un tg dice che il Pil aumenta.
Nè ritengo che gli italiani abbiano l'anello al naso, e non sappiano controllare, sulla loro pelle e nelle proprie tasche, i risultati di un governo.
Basta infatti guardarsi attorno, parlare con gli altri amici e conoscenti, che fanno un lavoro diverso dal nostro, per avere un quadro generale attendibile, e non solo dell'economia.
Nè mi incantano gli economisti per i quali tutto dipende dalla crescita delle aziende e dei loro profitti. La vera economia, per cui bisogna lavorare, è quella di tutti non quella di pochi grossi industriali. L'industria è un bene in quanto persegue il benessere dei cittadini, e non viceversa.
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