venerdì 25 gennaio 2008

L'uomo da battere


In ogni sport individuale, quando un atleta emerge più degli altri, si dice che è l'uomo da battere.
Se la politica fosse uno sport, si potrebbe dire che l'uomo da battere è Luciano D'Alfonso.
D'Alfonso, (41 anni) ha alle spalle un mandato da Presidente della Provincia a soli 28 anni e ha ottenuto la più alta carica in comune grazie a un consenso piuttosto netto. Ancora più netto è stato il suo successo alle primarie per la guida del Pd abruzzese contro Tommaso Ginoble.
Gode, insomma, di un forte consenso elettorale. La sua ricandidatura a sindaco appare ormai scontata. Per batterlo, servirà un candidato sindaco che, come personalità, sia in grado di tenergli testa.
Tralascio, in questa mia riflessione, ogni valutazione riguardante l'operato politico generale del centrodestra e del centrosinistra pescarese: ritengo infatti che, quando si vota un sindaco, il consenso accordato ad un partito o ad un altro sia secondario rispetto alla capacità di aggregazione del singolo candidato.
Lancio dunque un sondaggio a voi lettori, affinchè emerga un candidato antagonista da voi ritenuto come possibile vincitore.

Proiettili recapitati alla sede del Milan


Ieri mattina, presso la sede del Milan, è stata recapitata una busta contenente un proiettile.
Insieme al proiettile c'era una lettera contenente minacce di morte a Galliani e a Berlusconi (in quanto presidente del Milan), rei di non avere allestito una squadra sufficientemente competitiva, e che avrebbe deluso le aspettative durante la stagione in corso.

La Polizia è già sulle tracce del folle autore di tale gesto.
Se è vero che una simile azione è frutto di un malessere individuale, è anche vero che alcuni meccanismi di massa spingono a estremizzare la passione calcistica tanto da indurre molti tifosi ad avere atteggiamenti fuori dalla normalità.

Il problema è che diversi atteggiamenti collettivi indecorosi e violenti sono considerati da molti come giustificabili.
E' importante dunque discutere di questo per distruggere convinzioni diffuse che preparano il terreno a gesti violenti di gente già aggressiva.
Anche i dibattiti sportivi in televisione, sebbene si limitino in genere a scontri verbali, a mio avviso devono essere ripensati.

Propongo inoltre delle leggi ferree contro gli episodi di violenza all'interno del campo di gioco.
E' ancora impresso nella mia mente il ricordo di Pasquale Bruno che, espulso, cercò di aggredire l'arbitro. Un atteggiamento da codice penale che gli procurò solo 8 giornate di squalifica, poi ridotte a 5.
Negli Stati Uniti, invece, Marion Jones, solo per aver mentito in tribunale riguardo al suo uso di sostanze dopanti, ha subito una condanna penale.

In definitiva, sono dell' l'idea che il calcio non è una cosa importante per lo spettatore, o almeno lo è solo ai fini di un sano intrattenimento.

giovedì 24 gennaio 2008

Il Senato non accorda la fiducia a Prodi: ora si volti pagina


Con 161 no e 156 sì e un astenuto il Senato si è pronunciato contro il prosieguo del governo Prodi.
Adesso si deve voltare pagina. L'Italia è in crisi, morale, prima di tutto.
L'andamento negativo dell'economia, la disoccupazione, il deterioramento di alcuni fenomeni sociali è da attribuire ad una mentalità nostra, ovvero di tutto il popolo italiano, molle e senza spina dorsale.


Dall'altra parte ci sono politici anziani, senza coraggio, che non guardano al di là del proprio naso.
Una sinistra che non fa la sinistra, e una destra che non fa la destra.
La privatizzazione dell'Alitalia, necessaria ma portata a termine seguendo interessi di parte, ce la dovevamo aspettare da Berlusconi, che , almeno in teoria, sarebbe un liberale.


Prodi ci ha regalato due anni di governo quasi inerte, che ha assistito all'aggravarsi della situazione, e che è andato, per quel poco che ha fatto, nella direzione sbagliata.
Colpa anche della destra, rea di aver varato precedentemente una legge elettorale il cui solo fine era di non far governare la sinistra, che era data per sicura vincente.

Adesso si facciano delle riforme liberali.

La macchina statale elefantiaca, con cui tra l'altro vanno a nozze i politici avidi, deve essere snellita.
Perchè i politici vogliono spesso statalizzare tutto? Per rendere tutto collettivo? O per appropriarsi dei beni pubblici?
C'è bisogno di privatizzare molti settori, e con criterio, senza che questo causi un danno per i cittadini.



Bisogna creare un regime di concorrenza che non c'è nell'energia, nella telefonia, nelle televisioni (aumentando il numero delle reti nazionali, bloccato nei fatti dalle leggi attuali), nelle assicurazioni (il costo della Rc auto è troppo alto), e in tanti altri mercati, come quello discografico e cinematografico ad esempio.
I giovani, in un paese dall'età media elevata, devono avere più spazio, visto che hanno le energie maggiori per il lavoro e per la produttività.

lunedì 21 gennaio 2008


Pat Metheny


Ad un primo ascolto, per chi non è abituato al jazz o alla Fusion, la musica di Pat Metheny può risultare spiazzante. Si tratta di uno stile musicale molto diverso da quello che va per la maggiore, e quindi è normale che ci voglia più di un ascolto per recepirla appieno ed apprezzarla eventualmente. Così è stato per molti che si dichiarano suoi ammiratori.

Per molti altri, invece, c'è stato un feeling da subito.
Ad ogni buon conto, si può dire che Pat Metheny è un artista poliedrico e trasversale e che solo in parte può essere codificato all'interno di un determinato genere musicale.
Chitarrista in parte autodidatta (lo si vede anche dalla posizione, non proprio classica, delle sue mani sulla chitarra), questo eterno ragazzo di Lees Summit, nel Missouri, classe 1954, ha fatto tanta strada fino ad oggi.

La sua preferenza è stata, fin da subito, per la chitarra semiacustica Jazz, che è simile alla chitarra elettrica rock nell'aspetto, ma è più grande, e ha un suono più dolce e secco al tempo stesso. Nel jazz e nella fusion questo strumento viene generalmente usato senza distorsione (il congegno che amplifica il suono, rendendolo aggressivo e ampio, come nel rock moderno), e con una funzione più ritmica che melodica.

Pat Metheny preferisce usare generalmente una leggera modifica alla sua chitarra, che gli permette di avere note piu' dolci e prolungate.
Pat racconta che comprò la sua prima chitarra a 14 anni, dopo avere chiesto al padre di procurargliene una.

Il padre rispose che se la sarebbe guadagnata, e fu così che , per qualche mese, fece il muratore.
Non passarono molti anni prima che produttori e pubblico si accorgessero di lui, e nella metà degli anni 70 poteva annoverare già collaborazioni con musicisti di fama. A quell'epoca risalgono i suoi primi lavori discografici.

Già da allora si avvertiva nelle sue composizioni un senso di vertigine che lo avrebbe accompagnato in tanti lavori, specialmente quelli del suo gruppo, il Pat Metheny Group.
Si può dire forse che il Pat Metheny Group sia l'esperienza che rende più riconoscibile a tutti la sua musica. In esso la parte compositiva è delegata unicamente a lui, eccetto ovviamente i singoli assoli dei vari strumentisti, che hanno anch'essi una impostazione jazz.

I brani del P.M.G. sono caratterizzati da un certo richiamo a Milton Nashimiento, da una freschezza e da un'energia positiva insolita, da una struttura musicale complessa, e da quel senso di vertigine già citato, che compare a poco a poco, man mano che la trama musicale si evolve.
Pat Metheny ha vissuto in Brasile 5 anni.

Con la sua musica ha fatto il giro del mondo. Forse in nessun paese, nemmeno negli Stati Uniti, è famoso come una star del Pop, ma è riuscito a vendere milioni di dischi.
P. M. è più conosciuto in Italia che negli Stati Uniti, e il nostro paese è, alternandosi con il Giappone al primo posto, il paese dove vende più copie

Ad ogni modo, nessuno, al par suo, riesce a riempire stadi e palasport suonando musica jazz.
Questo è significativo. Non si contano, allo stato attuale, le collaborazioni prestigiose che Metheny ha avuto con la crema della musica internazionale.

E stato, tra l'altro, il primo produttore di Noa, cantante di origini yemenite oggi nota anche in Italia.

Se dovessi scegliere qualche disco da consigliarvi, senza dubbio indicherei quelli del Pat Metheny Group, in particolare le raccolte, e come singolo album quello che più mi ha colpito e che mi ha entusiasmato è "We live here", del 1995, vero e proprio capolavoro dalle melodie raffinate, in cui si inseriscono, con tempismo perfetto, i vocalizzi del cantante, che sono come delle liberazioni di energia positiva e che danno alla musica un tocco di freschezza e di vitalità. Brano importante, in questo senso, è "To the end of the world".
Buon ascolto.

Contro la moviola


Da anni, ormai, nel calcio, di fronte a mille polemiche a mezzo stampa, recriminazioni, ricorsi e rimostranze ufficiali da parte delle squadre, si invoca, da molte parti, l'introduzione della moviola in campo. La moviola, si dice, risoverebbe ogni dubbio su sviste arbitrali clamorose, che a volte, purtroppo, sono volute, a volte sono in buona fede.

Secondo me è la moviola il vero problema.
Essa infatti ci regala una illusione di oggettività che non è raggiungibile, in campo.
Come vengono scoperti molti errori arbitrali? Con la moviola. In altra maniera, non ce ne saremmo accorti.

E' comodo giudicare a freddo, rivedendo avanti e indietro una azione di gioco.
L'arbitro è umano, e per questo, soggetto ad errore. Anche il pubblico allo stadio, su un rigore concesso, potrebbe dare infinite interpretazioni diverse.Bisogna accettare l'errore umano, se è in buona fede.

Altrimenti ci vorrebbe un robot al posto dell'arbitro (sempre che il robot sia infallibile).
La moviola in campo non cancellerebbe i dubbi e le polemiche, anzi, ne creerebbe delle altre.
L'arbitro dovrebbe ricorrervi ogni 5 minuti, per tirarsi fuori dalle critiche, o ci sarebbe sempre chi chiederebbe perchè ha usato la moviola in un caso anzichè in un altro.

E le squadre di serie A beneficierebbero della tecnologia più delle squadre delle serie minori perchè le loro partite sono riprese da più telecamere.
La verità è che un rigore o un gol annullato sono diventati questioni di stato perchè i club mettono in gioco milioni di euro in una partita di calcio.

La tensione è tanta, e il calcio non è più un gioco. Il professionismo ha ormai tradito da tempo i valori veri dello sport. Personalmente, ritengo chiusa una partita dopo i tre fischi dell'arbitro.
Dopodichè esco dallo stadio e penso ad altro.
(Nella foto sopra un pallone malato lancia un appello contro l'accanimento terapeutico.)

martedì 15 gennaio 2008

Tasse: alcune proposte

Quasi cinquant'anni di Governo democristiano (di cui una trentina con i socialisti) hanno lasciato il segno.
Una impostazione troppo statalista ha gravato la burocrazia di milioni di dipendenti pubblici.
Le pensioni baby hanno fatto in modo che donne con 14 anni e mezzo di lavoro e due figli potessero già andare in pensione.

Enti inutili, fungenti solo da pretesto per collocare persone rientranti nelle grazie dei politici, hanno fatto il resto.
Alcuni mostri dalla cattiva gestione, come l'Alitalia, l'Iri, le Ferrovie dello stato hanno sperperato miliardi e miliardi.

Opere pubbliche mai realizzate o inutilizzate, cattive gestioni della cosa pubblica, appropriazioni illegittime, e tante altre forme di abuso, hanno fatto in modo che quando siamo stati sul punto di entrare nella costituenda Unione Europea, i governanti, da Amato in poi, hanno dovuto risanare il debito pubblico a suon di tasse.

Questo aumento della pressione fiscale si è andato ad aggiungere ad una tassazione che già non era bassa.

Non si può nemmeno dire, però, che tutti i soldi vadano sprecati, visto che abbiamo ad esempio un sistema sanitario che garantisce medicine costose gratis o a pochi euro per i cittadini, e gli ospedali pubblici , nonostante i difetti normali in ogni apparato così elefantiaco, vantano tante risorse professionali e strutturali che fanno la loro parte.

Privatizzare non vuol dire togliere dei servizi ai cittadini.

Personalmente, ritengo che le privatizzazioni di enti statali non siano una cosa negativa.
Un vecchio detto dice: "L'occhio del padrone ingrassa il cavallo".

Nelle strutture private c'è maggiore efficienza e controllo sul personale, e gli sprechi vengono ridotti al minimo. Con le privatizzazioni la spesa pubblica si riduce, e questo consentirebbe allo stato di abbassare le tasse.

D'altro canto, c'è meno spazio, per i politici, per mettere le mani su fondi e su beni che non sarebbero più sotto il loro controllo.

La privatizzazione di una parte del settore pubblico, quindi, può essere una cosa molto positiva, a patto che il costo dei servizi offerti ai cittadini resti basso e che l'affidamento delle risorse statali ai privati venga attuato senza criteri di favoritismo, privilegiando invece chi ha la capacità di far funzionare meglio un determinato servizio.

Pagare le tasse è giusto, ma nella giusta misura

Per ogni litro di benzina paghiamo all'incirca un euro e trenta centesimi. Di questa cifra buona parte sono tasse, e di queste tasse alcune, equivalenti a 25 centesimi, sono assolutamente ingiustificate, perchè servirono a coprire spese che adesso non esistono più.

Questo è solo un esempio di come lo stato appaia non come un ente "super partes" che ridistribuisce le risorse per il bene della collettività, ma come un enorme polipo che allunga i suoi tentacoli fin dove può.

I contribuenti non pagano solo l'Irpef: pagano, ad esempio, l'Iva. Ciò vuol dire che su ogni cosa che acquistiamo, e su buona parte dei servizi privati che paghiamo, grava una tassa del 20 % circa che viene dato allo stato.

Una miriade di imposte va nelle casse dello stato centrale e degli enti locali, come L'ici, la Tarsu, (ai comuni),la tassa di successione, le tasse sulle rendite, e centinaia di tasse di vario genere, tra cui tante imposte indirette, come la già citata iva, quelle sulla benzina, sugli alcolici e le carte bollate.

I cittadini si ritrovano ad avere a che fare con uno stato di stampo Aragonese dunque.

Se i napoletani reagirono alle gabelle con la rivolta di Masaniello, gli italiani di oggi scelgono un metodo di ribellione più silenzioso: quando possono evadono, e non solo per arricchirsi, ma per sopravvivere.

Ipocrisia dei governanti: abbassare le tasse non vuol dire ridurre i servizi, se gli sprechi vengono eliminati

E' possibile abbassare le tasse, senza per questo ridurre i servizi ai cittadini.

Innanzitutto bisogna riorganizzare in maniera efficiente gli uffici pubblici: meno scartoffie e prassi burocratiche, più responsabilità ai singoli funzionari e impiegati, e misure dure contro i fannulloni che scaldano le sedie e che non producono.

E per cortesia, non diamo solo la colpa ai politici: quanti di noi chiedono a loro favori, e devono a loro il posto di lavoro? Abbiamo tutti la coscienza a posto?

Giovanni Allevi


Giovanni Allevi è nato il 9 Aprile 1969 ad Ascoli. Una vita intera, la sua, passata tra i tasti bianchi e neri del pianoforte. Tra questi studi, ha trovato anche il modo di laurearsi in Filosofia col massimo dei voti.

Decisivo è stato, per la sua carriera, il suo incontro con Jovanotti e Saturnino.

Ancora di più lo è stato l'evento da cui poi sono scaturiti i suoi successi internazionali.

Racconta Allevi che si trovava in un quatiere povero di New York, dove era giunto per cercare fortuna con la sua musica.

In tasca aveva solo pochi spiccioli. Con quei pochi spiccioli rimastigli, ebbe l'ardire per telefonare ad un prestigioso teatro e di chiedere una audizione.

A sorpresa, gli fu concessa, a lui, straniero e sconosciuto, di fare il provino, che ebbe successo.

La sua musica, oggi , è nota in vari angoli del mondo.

L'artista Giapponese Nanae Mamura, che suona la marimba, ha reinterpretato alcuni suoi pezzi al Teatro nazionale di Tokio e alla prestigiosa Carnegie Hall di New York.

Giovanni Allevi ha avuto modo di esibirsi, tra i tanti templi della musica in cui è stato accolto, anche al Blue Note di New York.

I suoi album pubblicati sono cinque: 13 dita, prodotto da Saturnino; Composizioni (2003); No Concept (2005); Joy (2006); Allevilive (2007) e Joytour (2007)

lunedì 14 gennaio 2008

Nè con la destra, nè con la sinistra


Guardare lontano, al di là dello steccato: lo facciamo ancora?
Mi capita spesso di ascoltare, soprattutto tra i giovani, dicorsi monolitici contro Berlusconi, in chiave negativa.
Su Berlusconi è stato detto di tutto: la gamma delle accuse che ha ricevuto andavano dallo spaccio di droga fuori alle scuole medie fino all'associazione mafiosa.

Notizie non ufficiali, ma fatte passare abilmente dalla libera informazione contro questo feroce ex- dittatore, lo vorrebbero responsabile anche dello tsunami nel sud-est asiatico.
Sulla sua partecipazione alla strage delle torri gemelle non ci sono ancora sufficienti prove.
E' vero, Berlusconi non è uno stinco di santo, e anche prima di entrare in politica non ne era estraneo, essendo stato amico stretto di Craxi.

Berlusconi è stato nella P2, loggia eversiva di estrema destra, insieme a Cossiga, che è stato presidente della Repubblica, e a Costanzo, un suo grande amico ancora oggi, che, però, oggi si professa di sinistra, e si scioglie quando invita nel suo programma Massimo D'Alema.
Durante il governo precedente, proliferava tutta una letteratura anti-Berlusconi, tanto da poter essere classificata come un nuovo genere letterario.

Berlusconi è stato dipinto come un potente dittatore, il peggior politico della storia italiana, un fenomeno degno di disgusto senza precedenti.
Chi ha abboccato a tale visione forse scorda un pezzo della nostra storia, o forse non l'ha mai letta sui libri: è la lunga storia di egemonia democristiana, e, senza andare troppo lontano, di politici come Gava, Scotti, Forlani, Pomicino.

Mi è molto distante il pensiero di prendere le difese di Berlusconi, nè di dimostrare simpatie per questo o quel partito.
Vorrei solo far presente che la storia della sinistra italiana è costellata da una miriade di episodi altrettanto disgustosi, maturati dal '46 ad oggi.
Se ne può citare sommariamente qualcuno:

- Il dossier Mitrokhin e i rapporti con la Russia del nostro partito comunista.
- Il terrorismo rosso.

***
-Mani pulite :
I componenti, anche di spicco, del PCI, condannati nell'inchiesta mani pulite (che furono tanti anche se in minor numero rispetto a Dc e PSI).

La condanna di Achille Occhetto per finanziamento illecito ad una società per metà italiana e per metà tedesca orientale.

Gli oltre cento inquisiti del PCI che furono prosciolti perchè i reati ascrittigli erano caduti in prescrizione.
***
- La recente riforma dei servizi segreti, vera e propria legge "ad personam" in salsa Prodiana.
- Il comportamento di Prodi durante il sequestro Moro, che sapeva dove era il covo dei terroristi, e non lo disse esplicitamente, adducendo la storiella della seduta spiritica a cui avrebbe partecipato, e da cui sarebbe venuto fuori che lo spirito del democristiano Giorgio La Pira avrebbe rivelato che il covo dove era tenuto in ostaggio Moro aveva qualcosa a che fare con Gradoli (un comune in provincia di Viterbo). In realtà si trattava di Via Gradoli, a Roma.


Ricordo a tutti che Prodi è stato un pessimo presidente dell'Iri, e, in quanto democristiano, era un tempo considerato un nemico giurato dai comunisti. Gli stessi comunisti che, appena diventati Pds (oggi Ds), lo hanno eleggere Presidente del Consiglio per ben due volte.


E allora?
E allora mi chiedo di come abbiamo ancora la voglia di fare il tifo per questo o per quel partito.
Se una cosa sono le idee e le ideologie, altra cosa sono i partiti, che oggi hanno rinnegato gran parte del loro credo, e che nei fatti, hanno sempre agito in maniera diversa.
Vigiliamo, non perdiamo il nostro senso critico, di fronte alle cose.
Viviamo in un paese la cui vitalità si è ridotta al minimo, non siamo più in grado di guardare lontano.

Siamo vecchi.

Nelle idee, nei pensieri, nella mentalità.

I nostri politici sono vecchi.

Non abbiamo più coraggio, disprezziamo l'Italia. Ogni volta che viene fuori uno scandalo, un disservizio nell'amministrazione pubblica, o anche una minima cosa negativa nella vita di tutti i giorni, usiamo frasi come "E' tipicamente italiano", "Così funziona l'Italia".

Per favore smettiamola. Analizziamo bene la vita all'estero: si vive meglio in Francia? In Inghilterra? In Germania? Non mi sembra affatto. E nemmeno mi sembra che gli Stati Uniti, i dominatori del mondo, possano vantare un grande lifestyle, tra welfare inesistente, libera circolazione delle armi, criminalità dilagante, assistenza sanitaria plutocratica.

Rialziamo la testa. Di fronte a noi stessi, di fronte al mondo. Ci sono paesi in cui parlare male degli italiani è uno sport nazionale.
E' giunta l'ora di chiedere rispetto. In nome delle nostre grandi individualità, che soffrono ma lottano, della nostra lunga storia e della nostra grande cultura.

domenica 13 gennaio 2008

Stampa faziosa














Anni fa mi capitò di comprare due giornali: uno di sinistra, l'altro di destra.
Il giornale di sinistra scriveva sostanzialmente questo: Berlusconi non è andato in India, perchè l'India conta poco e ha così inventato una scusa per rinviare un incontro col premier indiano.
Sul giornale di destra invece lessi: Si è rimesso, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo il malore che lo ha riguardato e che lo ha costretto a rinviare il suo viaggio in India.

A chi bisogna credere?

Ieri ho colto una disparità simile.
Il Tg di La7, le cui simpatie non sono certo di destra, poneva in una luce negativa la nostra crescita economica: Padoa Schioppa aveva previsto un aumento del Pil annuale del 2,2% e poi ha dovuto correggerlo all'1,9%, mentre un altro sondaggio attesta la crescita italiana all'1,5%.
Ma il sondaggio che di solito coglie nel segno, spiegava La7, è quello della confindustria, che prevede un aumento dell'1,0 %. Il servizio proseguiva traendo tali conclusioni: " Ci saranno meno redditi e quindi meno entrate fiscali. Di conseguenza i soldi del "tesoretto" da ridistribuire alle famiglie più povere diminuiranno, e questo sarà un problema che Prodi dovrà affrontare"


Pochi minuti dopo, il Tg3 ha riportato in toni trionfalistici la stessa notizia: "La crescita del Pil sarà dell'1,9 %, ed è un dato positivo, viste le voci che correvano negli ultimi giorni. L'unione europea ha espresso soddisfazione per la ripresa dell'economia italiana".
Il commento è superfluo.


Si parla tanto male dei politici. Ma nel giornalismo le cose non cambiano: coloro che dovrebbero essere dei mastini a guardia della verità sono i primi a confonderla.
Molte testate tentano di cambiare la realtà dei fatti, che, a lungo andare, diventeranno storia.
Tuttavia, ritengo che fino a quando l'uomo avrà una capacità critica, ci sarà posto anche per la verità.

Francamente non mi sento mai più ricco se un tg dice che il Pil aumenta.
Nè ritengo che gli italiani abbiano l'anello al naso, e non sappiano controllare, sulla loro pelle e nelle proprie tasche, i risultati di un governo.

Basta infatti guardarsi attorno, parlare con gli altri amici e conoscenti, che fanno un lavoro diverso dal nostro, per avere un quadro generale attendibile, e non solo dell'economia.

Nè mi incantano gli economisti per i quali tutto dipende dalla crescita delle aziende e dei loro profitti. La vera economia, per cui bisogna lavorare, è quella di tutti non quella di pochi grossi industriali. L'industria è un bene in quanto persegue il benessere dei cittadini, e non viceversa.

Personalità varie affollano il mondo dell'infanzia

Quanti della mia generazione non hanno seguito Holly e Benji?. Quando Giunse alla "New Team", questa era solo una squadra di mezze cartucce allo sbando. L'anno precedente, infatti, aveva perso con la capolista per ben 20 a 0.

Il carisma di Holly, però, e la sua forza di volontà, trasformarono questo gruppo sfiduciato in una grande squadra. Holly dunque era un leader vero, anche se nel cartone, il tema della competizione veniva estremizzato fino all'inverosimile.

Campi di calcio così lunghi che sembravano autostrade, pochissimi falli fischiati , e quasi mai la palla usciva dal campo. Il portiere, quando subiva un gol, rimaneva sospeso in aria, planando dolcemente dopo 15 secondi.

Si faceva di tutto per vincere: i gemelli Derrick inventarono un numero da circo chiamato "la catapulta infernale", che non pochi grattacapi creava alle squadre avversarie. Julian Ross, nonostante fosse ammalato di cuore e si trovasse talvolta sul punto di avere un infarto, continuava a giocare la partita, a costo della vita.

L'Uomo tigre.
Tralasciando gli estremismi del cartone, che erano ancora più marcati di quelli di Holly e Benji, vorrei citare una frase dell'uomo tigre che mi rimase impressa: "Combatterò per i bambini, perchè i bambini sono miei amici". Che paraculo.

Chi è che guarda l'Uomo Tigre? Si trattava di una vera e propria "captatio benevolentiae". Quantomeno si può dire che L'Uomo Tigre, da uomo di mondo, sapeva gestire i rapporti con le altre persone, e non deludeva mai le aspettative della propria clientela.

I personaggi di Walt Disney.
I cartoni animati e i fumetti di Walt Disney continuano ad esserci dopo svariati decenni.
Se i manga giapponesi erano e sono quasi sempre diseducativi, i prodotti Disney, sebbene diano un esempio migliore, contengono anch'essi qualche elemento di estremismo.

Topolino, ad esempio, è uno senza difetti. Non gli si può ascrivere nemmeno il fatto di essere basso, perchè è un topo, e i topi sono piccoli.

Caratterialmente, è inappuntabile: raramente si arrabbia, è acuto, risolve ogni caso investigativo su cui Basettoni e Manetta brancolano nel buio.

Tanti misteri hanno popolato le menti dei giovani e meno giovani, riguardo alcuni personaggi.
Se Pippo è un cane, e parla, e cammina in posizione eretta, perchè Pluto non può fare altrimenti?
Orazio e Clarabella sono marito e moglie? Sono fratelli? Non si è mai capito.

Archimede ha un volto abbastanza umano. Se ne sta chiuso lì, sfigatello, nel suo laboratorio, a inventare grandi cose che però non lo fanno arricchire.

Paperino, pigro e, almeno nei cartoon americani, anche irascibile, è un poco di buono, senz'arte nè parte. La sua ragazza, Paperina, è un po' sciacquetta, e non gli è nemmeno fedele: ogni tanto si invaghisce di Gastone, che tra l'altro è anche cugino di Paperino.


Gastone è un dissoluto e si da alla bella vita. Paperina , così, assapora il gusto della bella vita anche lei,per qualche giorno, salvo poi ritornare, impietosita, al suo vecchio amore. A Paperina, in sostanza, piacciono gli sfigati: anche quando si invaghisce di Gastone, spesso, questo accade quando il papero biondo ha un momentaneo black out della sua fortuna ed è un po' giù di morale.
In definitiva, Paperina è una persona ondivaga e dedita al compromesso, alla stregua di un partito democristiano di centro.


Quello che francamente mi convince di più è Paperone.
E' il personaggio più umano. Ha dei difetti gravi: è avido, tirchio, e sfrutta i dipendenti per quattro lire, senza guardare in faccia nemmeno i legami di parentela.

E' anche vero però che è un uomo/papero di genio: dalle sue idee incominciano le avventure più belle, e allora sì che investe anche tanti soldi, e trascina anche altre persone nel suo progetto, intraprendendo viaggi e avventure rischiose.
Il tutto si conclude, inevitabilmente, con un incremento del suo capitale.

Paperino e Paperina in un momento di calma del loro rapporto


sabato 12 gennaio 2008

L'ispettore Derrick: ma era poi così bravo?

Un normale poliziotto, al suo posto, avrebbe fatto arrestare tutti i sospettati, e li avrebbe messi sotto torchio tra le mura del carcere.
L'ispettore Derrick invece, al pari di due altre aquile come Colombo e Barnaby, faceva visite di cortesia, e i sospettati, a volte, si sentivano in diritto anche di cacciarlo in malo modo.
Lui aspettava, paziente. Nel frattempo, per effetto del primo omicidio, morivano altre 5-6 persone, e poi, forse, Derrick catturava il colpevole.

Questione di feeling


Cattivi pensieri

Cattivo pensiero numero 1:il procuratore Nicola Trifuoggi viene fatto oggetto di una indagine parlamentare per aver comprato casa, a condizioni agevolate, da uno di coloro che è entrato nel registro degli indagati di una sua inchiesta.

Cattivo pensiero numero 2: Trifuoggi legge Dante in un convegno al fianco di: Luciano D'Alfonso (sindaco di Pescara); Marino Roselli (presidente del consiglio regionale); Giuseppe De Dominicis (presidente della provincia di Pescara); Antonio Linari (sindaco di Torre dei Passeri)

Cattivo pensiero numero 3: Nicola Trifuoggi partecipa a un convegno sulla legalità con Marco Travaglio e il a sostituto procuratore Aldo Aceto; noi tutti conosciamo le inclinazioni politiche di Travaglio, che scrive, tra l'altro, per l'Unità, e le cui inchieste, che non sono nè ufficiali, nè giudiziarie, hanno il fine indiretto di favorire la sinistra e a volte sono state smentite da sentenze di alcuni tribunali.

Chi dovrebbe controllare i politici e la politica non deve andare a braccetto con essa;

Forse non c'è nulla di illegale dietro questo "feeling".

Ma è buona regola per un magistrato evitare di dare adito a legittimi cattivi pensieri

venerdì 11 gennaio 2008

Notizie - Pescara .Strada Parco: quale futuro?


Il 24 Novembre, ho pubblicato un articolo sulla Strada-Parco di Pescara, che, a quanto pare, sarà oggetto di lavori per la costruzione di una filovia. Va da sè che, se questi lavori dovessero compiersi, La "Strada Parco" non sarebbe più tale.


La storia, probabilmente, la conoscete bene tutti: dopo l'inaugurazione della nuova stazione ferroviaria nel 1987, il tracciato ferroviario deviò, lasciando libera una striscia di terreno, costeggiata da villette e palazzi.

Il valore di questi immobili da allora si moltiplicò: migliaia di cittadini riscoprirono un idilliaco silenzio attorno alla loro casa, ritrovandosi di fronte a una strada d'asfalto, con un po' di verde attorno, attraversata da pedoni, bici, bambini in carrozzella.

Ma già un progetto del 1992 relegava quella zona ad una funzione di diverso tipo: si sarebbe trovata infatti al centro di una lunga tratta di filobus che avrebbe, ambiziosamente, collegato Chieti a Montesilvano, passando ovviamente per Pescara.

Per farla breve, tra mille dibattiti e vicissitudini, si è giunti ad oggi: la filovia si farà, come aveva sancito la giunta Pace, ma solo per un tratto di 4 chilometri e mezzo. Costo totale dell'operazione:

una trentina di milioni di euro circa (dati forniti dall'Associazione Strada Parco).Tra l'altro, Non è dato ai più, attualmente, comprendere dove il filobus passerà in alcuni tratti critici del tracciato, dove ci sono ostacoli urbanistici.

Astenendoci da qualsiasi commento di parte, abbiamo dato la parola ai cittadini, fermati, braccati (bonariamente), qualora opponessero resistenza a rispondere, sulle sorti della strada parco. Alla domanda : "vorreste che la strada parco rimanga così com'è oppure siete favorevoli alla filovia?", su 126 intervistati abbiamo ricevuto 78 no, 34 sì, 14 non so/non mi interessa.

Dato interessante: buona parte di queste risposte era subordinata ad una condizione, che curiosamente era più o meno la stessa: "No, la strada deve rimanere così, a patto che venga migliorata".

"Sì, sono favorevole alla filovia, a patto che venga fatta meglio di come è stata progettata". Che ognuno tragga le sue conclusioni ora: in qualunque senso si decida, però, i cittadini devono essere tenuti in considerazione.


Considerazioni odierne

A queste considerazioni, aggiungerei alcuni aggiornamenti avuti oggi dall'Associazione Strada Parco.

I lavori non sembrano così imminenti come sembrava in un primo momento: nessuna ruspa è arrivata sul posto e la giunta comunale , a maggio, riconsegnerà il suo mandato ai cittadini.

Inoltre, mi sento di ricordare che anche per altri lavori a Pescara si sono attesi anni: Per l'ospedale nuovo ce ne sono voluti 22, (tanto che alcuni macchinari medici acquistati, a causa dell'inutilizzo, rimasero inservibili); per la stazione ferroviaria nuova ce ne sono voluti 25; potremmo ritrovarci, quindi, di fronte a un caso simile.

L'Associazione Strada Parco, dal canto suo, ha consegnato al sindaco, proprio oggi, 8000 cartoline contro la filovia, raccolte tra i cittadini negli ultimi mesi.

Queste cartoline vanno ad aggiungersi a quelle inviate dai cittadini "direttamente" al comune, grazie a un'altra loro iniziativa.

Se Glauco Torlontano ha affermato che al comune ne sono giunte solo 50 di quelle vecchie, L'Associazione Strada Parco controbatte che ha fatto dei controlli e che secondo alcuni calcoli le cartoline imbucate sarebbero circa 1000.
Il sito dell'Associazione, per chi fosse interessato all'argomento, è: http://www.stradaparco.blogspot.com/

giovedì 10 gennaio 2008

Magnum P.I.: Tom Selleck e la sua Ferrari 308 GTS


Kit-Supercar

Un altro oggetto del desiderio: Kit "Supercar"

I Chips

La moto dei chips ha rappresentato un oggetto del desiderio per tanti bambini e adulti.
Ricordo che negli anni 80 ce n'era una versione giocattolo su cui salire in sella, con motore elettrico. Bellissima.

martedì 8 gennaio 2008

Acute analisi sulla corsa alla Casa Bianca






























In questi ultimi giorni si svolgono le primarie del Partito Democratico, che indicheranno chi affronterà l'avversario dei Repubblicani nella corsa per la Casa Bianca. Una cosa, però, mi incuriosisce. Premetto che, al contrario di quanto fanno molte persone, non stimo in modo particolare i giornalisti, e ritengo anche che molti di coloro che lavorano per media nazionali siano tutt'altro che acuti e lucidi nelle loro analisi. Mi sorprende,tuttavia, questa così grande attenzione per la politica U.S.A. Sì, è vero, sono una superpotenza che influisce sulla vita di tutte le altre nazioni.


Ciò che fa sorridere, però, è il fatto che all'improvviso, quando l'occhio si sposta per un breve periodo sulla politica estera, molti nostri giornalisti si scoprono abili analisti e conoscitori profondi della cultura statunitense.


Molti inviati di testate estere nel nostro paese, che pure passano tanto tempo qui, prendono granchi colossali. Allo stesso modo, non fanno eccezione i loro colleghi italiani.
Ieri sera, su Rai tre, ho sentito Vittorio Zucconi , di Repubblica, profondersi in lodi sperticate per Barack Obama, distillando dati, aneddoti, come se fosse un suo amico di infanzia o avesse convissuto con lui dieci anni nello stesso appartamento.


Vittorio Zucconi a parte, è la tendenza generale della stampa italiana commentare questa corsa alla Casa Bianca non in base a fatti derivanti da azioni politiche concrete, che fungano da curriculum per i candidati, ma da fattori insiti alla strategia dell'apparenza propri della campagna elettorale. E così, sebbene questi siano fattori che incidono sulle scelte dell'elettorato, i media sembrano diventare semplicioni al pari di molte persone non esperte del settore.


Non ho sentito nemmeno un servizio filmato o un collegamento, o programma televisivo, che illustrasse con un po' di dettagli cosa realmente hanno fatto, durante i periodi in cui hanno avuto degli incarichi, Hillary Clinton e Barack Obama. Eppure ce ne sarebbero di cose da dire, visto che si tratta della carriera di due senatori degli Stati Uniti.


Anche in in Italia c'è il culto dell'apparenza, ma se si candidasse Bassolino, ad esempio, sapremmo cosa dire di lui.
Potremmo parlare della famosa "rinascita napoletana", di cui sarebbe stato artefice, se "rinascita" si può definire l'avere dato un po' di intonaco a Piazza del Plebiscito, ed aver lasciato intatti, nel contempo, gli annosi problemi di camorra, di caos e di indigenza da cui è afflitto il capoluogo campano. Oppure potremmo avere, come esempio più fresco della sua politica rinascimentale, le scie di immondizia di decine di metri che inondano da anni le strade della Campania, con lui presidente della Regione ancora in carica.


Invece, sarà forse per il fascino che profonde il sogno americano, le attenzioni di tutti ricadono sull'acconciatura di Hillary Clinton, sulle passeggiate che fa con sua figlia, sulle storie di tradimento del marito gaudente Bill.


Obama, dal canto suo, è un vero e proprio "deus ex machina": giovanile, di colore, poco inflazionato dai media precedentemente, è l'uomo nuovo, che non ha un programma politico ben preciso, ma è da votare perchè risulta simpatico, cosa che io almeno non posso confermare fino a quando non mi inviterà a casa sua a mangiare.


Coinvolto anche io dalla fiction "elezioni", ieri, prima di addormentarmi, un tenue pensiero mi ha accompagnato: staranno ancora insieme, nella realtà, Hillary e Bill? Oppure si evitano, e resta solo un matrimonio di convenienza? Quando erano giovani e non erano nessuno, e l'opportunismo non aveva ancora fatto bene il suo corso, l'amore, ne sono sicuro, c'era. Ma adesso? Lo avrà perdonato? E lui, glielo avrà chiesto se lei lo ama ancora, togliendosi una volta tanto la maschera, al di là dei personaggi pubblici, delle telecamere, dell'aborto della spontaneità a cui una tale carriera li ha costretti?


Scarica PES09 sul tuo cellulare!



UN'ESTATE FANTASTICA...!

sabato 5 gennaio 2008

Storie della Cina di oggi: la bambina abbandonata.



Molti di noi, distanti migliaia di chilometri dalla nuova superpotenza asiatica, sanno ben poco della Cina. Nonostante, (complici i Giochi Olimpici di Pechino, previsti per il 2008) , il governo voglia dare un'immagine di sè aperta al liberismo e democratica, sono ancora tanti gli orrori che essa ci riserva.


La notizia è circolata qualche tempo fa, ma rimane attuale.


Una bambina appena nata giace, infreddolita, ai bordi della strada. Molta gente passa e tira dritto, indifferente. Solo dopo un bel po' una signora anziana le presta soccorso, e chiama l'ambulanza, che non arriva. La bambina muore congelata.


Qualcuno scatta delle foto al corpicino della neonata, per non far passare in silenzio un fatto così orrendo. Non è un mistero che la nascita di una bambina , nella repubblica popolare cinese, sia vista come un disonore. Molte vengono abbandonate, altre addirittura uccise.


I poliziotti che arrivano sul posto, però, sono più preoccupati per le foto che per ciò che è successo.


E' un episodio che fa riflettere, visto che la Cina sta diventando una nuova grande potenza economica e politica. Deve far riflettere soprattutto i governanti, perchè si rendano conto con quale entità politica si trovano a dialogare, e per spingerli a prendere posizione contro l'egemonia di uno stato con dei fattori di inciviltà ancora tangibili, di cui questo è solo un esempio.


Il primo articolo su questa vicenda, con le foto , è uscito su Marie Claire (versione U.S.A.), nel 2001. Sebbene ancora non sia certo il luogo dove sono state scattate le foto, è stato accertato che esse sono autentiche. Pe la visione delle foto, che sono molto crude, potete andare sul sito:


Andrea Russo



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giovedì 3 gennaio 2008

La bella addormentata

Tampere (200 000 abitanti circa, terza città per grandezza della Finlandia).
Avvolta dalla tenue luce del tramonto boreale, si stende sotto la neve come una principessa addormentata, nel lungo inverno nordico.

martedì 1 gennaio 2008

Argentina: strada nelle pampas

L'occhio si perde nell'orizzonte, in una strada delle pampas argentine che porta chi sa dove, dando l'impressione di viaggiare in uno spazio infinito e irreale