martedì 21 dicembre 2010

Viaggio nell'Abruzzo della crisi: la zona industriale come cartina di tornasole

(Pubblicato su Abruzzoblog.it)

Nell'arco di circa 70 chilometri, sulla parte est dell'Abruzzo contiamo gran parte delle risorse industriali regionali. Numerosi sono i distretti presenti in quel lembo di territorio.

Proviamo ad enunciarne qualcuno: l'area metropolitana Pescara-Chieti, in cui, senza interruzione, si fondono le risorse produttive dei due capoluoghi, quello di Giulianova-Teramo a nord e quelli di Miglianico e Lanciano a sud. Ovviamente è una mappa tutt'altro che esaustiva del nostro panorama industriale, ma il campione riportato funge da esempio per alcune considerazioni. Non c'è bisogno di un esperto di statistica e di economia.

Anzi, purtroppo a malincuore, bisogna rilevare come le statistiche siano spesso fuorvianti, perchè non si è tenuto conto di alcuni fattori. Più rozzo come metodo di analisi, meno dettagliata, ma quasi sempre più probante è una semplice indagine visiva sui temi da trattare. Se 3 anni fa a Chieti erano attivi almeno 4 insediamenti industriali in più, con centinaia di dipendenti, adesso quelle stesse strutture hanno chiuso i battenti, lasciando come ricordo vecchi striscioni e volantini sindacali, testimonianze dell'ultimo estremo tentativo di salvataggio di una realtà che si scontra contro la globalizzazione, in cui (sia pur lodevoli) novelli Don Chisciotte hanno gettato acqua dai pontili con i secchi mentre la nave affondava.

Anche a Giulianova rimangono spesso solo i capannoni. Nessuna attività. Tubi, cavi e lastre di cemento parcheggiati lì chissà da quanto tempo. Con la lira qualche investitore straniero si arrischiava ancora a investire in Abruzzo, perchè i salari erano leggermente più bassi di altri Paesi europei.

Con l'avvento della moneta pesante questo piccolo vantaggio è scomparso. La crisi del 2008 ha dato l'ultima spallata a imprese già moribonde, e gli sguardi degli imprenditori locali guardano ai balcani. Non a caso, in occasione della visita dell'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso a Spalato, furono molti gli industriali italiani al seguito.

L'ex Jugoslavia, insieme a distretti come quello di Timisoara in Romania, fanno intravedere la possibilità di avere manodopera sottopagata anche per gli standard locali. Spesso, però, tali operai sono poco diligenti, hanno poca voglia di lavorare o semplicemente sono scoraggiati dai salari troppo bassi.

C'è chi allora pensa già di trasferirsi con la propria impresa nella ancora più misera Moldova. Intanto gli abruzzesi guardano impotenti l'involuzione in atto, chiusi spesso in un presente di risparmio e di tutela di quanto accumulato in passato.
Andrea Russo

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