La tendenza in generale in questi giorni è quella di dare la colpa di tutte le proprie disgrazie alla politica.
Non è colpa dei politici però se gli Italiani (o meglio una parte di essi) evadono 200 miliardi di tasse all'anno. Soldi che potrebbero essere utilizzati per ospedali, scuole, per l'abbassamento delle tasse alle aziende che potrebbero tornare competitive e riprendere ad assumere personale.
Chi afferma che tanto le tasse andrebbero nelle tasche dei politici lo fa con una certa ipocrisia, sarà in parte anche vero ma non li giustifica. Questi signori poi non si devono lamentare se le cose vanno male. Il principio "sono disonesto", tanto lo sono anche gli altri non è proponibile, è incivile, da terzo mondo, è una giustizia fai da te a metà tra la "Legge del taglione" del codice di Hammurabi e l'ammissione totale della mancanza di senso civico, nonchè un avallo tacito alla legge del più forte.
Non è colpa dei governanti nemmeno se migliaia di dipendenti pubblici (non tutti ovviamente) scaldano la sedia sul posto di lavoro o addirittura si assentano.
Siamo noi Italiani da cambiare, i politici sono nostra derivazione, affondano le loro azioni nel nostro costume popolare. Iniziamo a fare autocritica, prima di criticare gli altri.
La mia generazione è fatta di gente molle, anche il sottoscritto ogni mattina si alza e si dice che non ha dato abbastanza, che non è soddisfatto di sè stesso.
Questo però è il punto di partenza, nessuno ci verrà a bussare alla porta a farci regali. Bisogna adattarsi. Oggi la presunzione tra i giovani è grande. Gente che prende la laurea in 10 anni con 80 su 110 snobba lavori manuali. Buon per loro, facciano i disoccupati.
Una postilla la vorrei riservare a certi imprenditori avidi: non è vero che se non assumono è perchè non ce la fanno, almeno non sempre. Molte aziende mirano a farti lavorare gratis, con la scusa della formazione, degli stages, di una futura opportunità di contratto.
Ne sanno qualcosa i miei colleghi giornalisti. Lo stato non fa rispettare le regole, ci sono giornali scritti quasi interamente tramite collaborazioni gratuite. Se si facessero rispettare le regole, avremmo una situazione diversa: i giornali sarebbero costretti a farne lavorare 10 con uno stipendio pieno, anzichè 100 gratis o quasi, con un salario che non consente di cambiare la propria vita. Meglio allora assicurare un futuro a pochi che la miseria perenne a tanti.
domenica 6 novembre 2011
martedì 25 ottobre 2011
lunedì 17 ottobre 2011
Italia-Irlanda del Nord: disguidi e proteste fuori dallo stadio.
Pescara calcio s.p.a. batte Figc 1-0. Potrebbe essere questo un titolo alternativo per la partita Italia-Irlanda del Nord. Alcuni giornalisti e molti altri titolari di accrediti di vario genere sono rimasti fuori dallo stadio Adriatico Luigi Cornacchia di Pescara perchè il botteghino addetto al rilascio ha chiuso ben 45 minuti prima della partita. Tra l'altro, questo orario di chiusura anticipata non era stato segnalato sul sito della Federazione. In definitiva, ci sono state persone che non hanno potuto svolgere il proprio lavoro, e altre che non hanno potuto sfruttare il diritto acquisito di vedere la nazionale, dopo aver fatto tanti chilometri per giungere sul posto.
Quando gioca il Pescara, il servizio accrediti viene smaltito dagli stewards. Se qualcuno arriva in ritardo, anche in forte ritardo, chiama gli uomini della sicurezza, i quali gentilmente gli portano l'accredito. La macchina organizzativa funziona, in quel caso e tutti sono contenti.
Facendo di necessità virtù, chi è rimasto fuori, ieri sera, ha potuto documentare un quadro interessante, da divulgare in quanto foriero di informazioni utili.
Giovani portatori di handicap hanno dovuto rinunciare alla partita, in quanto c'erano solo una ventina di posti per loro, davvero pochi.
Incauti giovanotti hanno acquistato fuori dallo stadio biglietti omaggio a venti euro, e sono stati accompagnati all'uscita, perchè tali tagliandi erano già stati annullati. Ci compiaciamo nel segnalare che avevamo già messo in guardia gli sportivi su questo sito sui problemi del bagarinaggio che riguardavano la partita in questione.
La serata fuori dai cancelli tutto sommato è risultata interessante: litigi tra furbi o legittimi possessori di biglietti ed onesti stewards con la pettorina gialla ( vittime, questi ultimi, della cattiva organizzazione dell'evento); tifosi Irlandesi che si sono presentati visibilmente ubriachi e con il bicchiere di birra in mano all'ingresso.
Venditori di gadgets che hanno messo a frutto l'evento, e almeno in questi tempi difficili hanno portato qualcosa a casa.
Un'umanità bella e brutta circondava l'impianto sportivo, la grande folla era ormai scomparsa, i negozianti attorno continuavano il loro lavoro, soprattutto nei bars. Baristi e avventori non si curavano minimamente di quanto accadeva intorno, continuando la loro serena attività e il loro onesto lavoro, segno che si può vivere bene anche senza la bella partita dell'Italia. Si va avanti con un'esempio ulteriore di disorganizzazione da raccontare, niente di più.
Andrea Russo
per la testata Abruzzoblog.it
Quando gioca il Pescara, il servizio accrediti viene smaltito dagli stewards. Se qualcuno arriva in ritardo, anche in forte ritardo, chiama gli uomini della sicurezza, i quali gentilmente gli portano l'accredito. La macchina organizzativa funziona, in quel caso e tutti sono contenti.
Facendo di necessità virtù, chi è rimasto fuori, ieri sera, ha potuto documentare un quadro interessante, da divulgare in quanto foriero di informazioni utili.
Giovani portatori di handicap hanno dovuto rinunciare alla partita, in quanto c'erano solo una ventina di posti per loro, davvero pochi.
Incauti giovanotti hanno acquistato fuori dallo stadio biglietti omaggio a venti euro, e sono stati accompagnati all'uscita, perchè tali tagliandi erano già stati annullati. Ci compiaciamo nel segnalare che avevamo già messo in guardia gli sportivi su questo sito sui problemi del bagarinaggio che riguardavano la partita in questione.
La serata fuori dai cancelli tutto sommato è risultata interessante: litigi tra furbi o legittimi possessori di biglietti ed onesti stewards con la pettorina gialla ( vittime, questi ultimi, della cattiva organizzazione dell'evento); tifosi Irlandesi che si sono presentati visibilmente ubriachi e con il bicchiere di birra in mano all'ingresso.
Venditori di gadgets che hanno messo a frutto l'evento, e almeno in questi tempi difficili hanno portato qualcosa a casa.
Un'umanità bella e brutta circondava l'impianto sportivo, la grande folla era ormai scomparsa, i negozianti attorno continuavano il loro lavoro, soprattutto nei bars. Baristi e avventori non si curavano minimamente di quanto accadeva intorno, continuando la loro serena attività e il loro onesto lavoro, segno che si può vivere bene anche senza la bella partita dell'Italia. Si va avanti con un'esempio ulteriore di disorganizzazione da raccontare, niente di più.
Andrea Russo
per la testata Abruzzoblog.it
giovedì 13 ottobre 2011
mercoledì 12 ottobre 2011
Euro 2012, Italia-Irlanda del Nord 3-0
di Piercarlo Presutti.
Fonte: Ansa
PESCARA - Cassano c'è sempre, Giovinco forse non ci sarà mai: se alla partita conclusiva del girone di qualificazione con l'Irlanda del Nord si chiedeva piu' che una vittoria (comunque arrivata rotonda, 3-0), un responso sui protagonisti dell'attacco della Nazionale italiana in prospettiva Euro 2012, questo e' piuttosto chiaro. In una serata dedicata alle indicazioni tecniche, in una terra a lui storicamente favorevole (qui parti' nel 2009 la contestazione a Lippi che non lo convocava), Cassano si regala la prima doppietta in azzurro. raggiungendo tra gli altri a quota 9 gol Totti, mentre la cosiddetta 'Formica atomica' da' vita a una prestazione disinnescata.
Spesso nascosto con i suoi 164 centimetri di altezza tra le torri avversarie, Giovinco non sfrutta l'occasione, dando la sensazione di non avere ancora la maturita' tecnica, oltre che le doti fisiche, per incidere a livello internazionale: al contrario il barese esce dal campo salutato da una standing ovation, che ne rilancia le quotazioni. Il resto e' corollario, seppure di buon significato: l'ennesima vittoria in un girone quasi trionfale, il possesso di palla insistito, e anche l'esordio di Osvaldo, ''strappato'' cosi' alle sirene della madrepatria Argentina e forse piu' utile in prospettiva di quanto possa essere Giovinco.
Fischi di una parte dei mille sostenitori nordirlandesi all'inno britannico avevano aperto la serata, ma un applauso immediato degli azzurri a zittire la minicontestazione con motivazioni storiche aveva dato subito il senso 'amichevole' della partita.
E in effetti il clima svelenito dalle tensioni belgradesi aveva caratterizzato l'avvio di gara, producendo però 20' minuti iniziali tra i piu' brutti dell'era Prandelli. Con gli occhi di tutti puntati sulla coppia Giovinco-Cassano in avanti, i ritmi bassi del centrocampo azzurro avevano consentito al contrario alla squadra di Worthington di guadagnare metri. E, forse suggestionati dal furore zemaniano di casa allo stadio Adriatico di questi tempi, i difensori azzurri, segnatamente Balzaretti e Chiellini, regalavano con un paio di castronerie brividi sgraditi a Buffon. Anzi, Chiellini si mangiava anche un gol fatto al 20' quando, appostato sulla linea di porta avversaria, metteva fuori di testa su angolo di Pirlo.
Ma a far decollare la partita, o perlomeno a dare un'accelerata al gioco, ci pensava un minuto dopo una splendida combinazione De Rossi-Cassano: il romanista lanciava al millimetro in profondita', il milanista si lasciava sfilare la palla sulla testa e al volo dal cuore dell'area, di destro realizzava. E Giovinco? Si smarriva tra le torri difensive Mc Auley e Baird, perdeva anche qualche pallone di troppo: alla fine di un primo tempo contrassegnato anche da una grande parata di Buffon (tuffo su colpo di testa di McGivern al 27') comunque faceva registrare tre battute a rete: un destro fuori al 34' dopo dribbling azzeccato, un sinistro parato al 36' e una rovesciata alta di poco al 45'. A inizio ripresa finalmente si faceva vivo Aquilani con un tiro da lontano, parato con qualche difficolta' da Taylor. Poi Montolivo calciava fuori di poco, prima che all' 8' Cassano, lanciato stavolta da Aquilani, perfezionasse la propria doppietta con un destro telemetrico verso il secondo palo. Prandelli apriva allora il ballo delle sostituzioni concedendo la standing ovation al barese e inserendo Osvaldo, cosi' ufficialmente italiano per il calcio internazionale che verra'.
Ancora una botta di Aquilani parata al 17', e soprattutto un tiro di Montolivo deviato in angolo in extremis da Taylor. Ma il portiere nordirlandese non poteva fare niente qualche istante dopo sul pasticcio dei due centrali britannici su appoggio al centro di Balzaretti, lanciato da Pirlo: in un recupero affannoso, era McAuley a mettere nella propria rete.
Giovinco, anticipato dal portiere su lancio di De Rossi, sfogava la sua rabbia al 36' calciando una bottiglietta vuota dopo un lungo periodo di assenza dal proscenio della gara. Era, questa, l'immagine della delusione: l'unica nell' ennesima serata di festa della Nazionale guidata da Prandelli.
Fonte: Ansa
PESCARA - Cassano c'è sempre, Giovinco forse non ci sarà mai: se alla partita conclusiva del girone di qualificazione con l'Irlanda del Nord si chiedeva piu' che una vittoria (comunque arrivata rotonda, 3-0), un responso sui protagonisti dell'attacco della Nazionale italiana in prospettiva Euro 2012, questo e' piuttosto chiaro. In una serata dedicata alle indicazioni tecniche, in una terra a lui storicamente favorevole (qui parti' nel 2009 la contestazione a Lippi che non lo convocava), Cassano si regala la prima doppietta in azzurro. raggiungendo tra gli altri a quota 9 gol Totti, mentre la cosiddetta 'Formica atomica' da' vita a una prestazione disinnescata.
Spesso nascosto con i suoi 164 centimetri di altezza tra le torri avversarie, Giovinco non sfrutta l'occasione, dando la sensazione di non avere ancora la maturita' tecnica, oltre che le doti fisiche, per incidere a livello internazionale: al contrario il barese esce dal campo salutato da una standing ovation, che ne rilancia le quotazioni. Il resto e' corollario, seppure di buon significato: l'ennesima vittoria in un girone quasi trionfale, il possesso di palla insistito, e anche l'esordio di Osvaldo, ''strappato'' cosi' alle sirene della madrepatria Argentina e forse piu' utile in prospettiva di quanto possa essere Giovinco.
Fischi di una parte dei mille sostenitori nordirlandesi all'inno britannico avevano aperto la serata, ma un applauso immediato degli azzurri a zittire la minicontestazione con motivazioni storiche aveva dato subito il senso 'amichevole' della partita.
E in effetti il clima svelenito dalle tensioni belgradesi aveva caratterizzato l'avvio di gara, producendo però 20' minuti iniziali tra i piu' brutti dell'era Prandelli. Con gli occhi di tutti puntati sulla coppia Giovinco-Cassano in avanti, i ritmi bassi del centrocampo azzurro avevano consentito al contrario alla squadra di Worthington di guadagnare metri. E, forse suggestionati dal furore zemaniano di casa allo stadio Adriatico di questi tempi, i difensori azzurri, segnatamente Balzaretti e Chiellini, regalavano con un paio di castronerie brividi sgraditi a Buffon. Anzi, Chiellini si mangiava anche un gol fatto al 20' quando, appostato sulla linea di porta avversaria, metteva fuori di testa su angolo di Pirlo.
Ma a far decollare la partita, o perlomeno a dare un'accelerata al gioco, ci pensava un minuto dopo una splendida combinazione De Rossi-Cassano: il romanista lanciava al millimetro in profondita', il milanista si lasciava sfilare la palla sulla testa e al volo dal cuore dell'area, di destro realizzava. E Giovinco? Si smarriva tra le torri difensive Mc Auley e Baird, perdeva anche qualche pallone di troppo: alla fine di un primo tempo contrassegnato anche da una grande parata di Buffon (tuffo su colpo di testa di McGivern al 27') comunque faceva registrare tre battute a rete: un destro fuori al 34' dopo dribbling azzeccato, un sinistro parato al 36' e una rovesciata alta di poco al 45'. A inizio ripresa finalmente si faceva vivo Aquilani con un tiro da lontano, parato con qualche difficolta' da Taylor. Poi Montolivo calciava fuori di poco, prima che all' 8' Cassano, lanciato stavolta da Aquilani, perfezionasse la propria doppietta con un destro telemetrico verso il secondo palo. Prandelli apriva allora il ballo delle sostituzioni concedendo la standing ovation al barese e inserendo Osvaldo, cosi' ufficialmente italiano per il calcio internazionale che verra'.
Ancora una botta di Aquilani parata al 17', e soprattutto un tiro di Montolivo deviato in angolo in extremis da Taylor. Ma il portiere nordirlandese non poteva fare niente qualche istante dopo sul pasticcio dei due centrali britannici su appoggio al centro di Balzaretti, lanciato da Pirlo: in un recupero affannoso, era McAuley a mettere nella propria rete.
Giovinco, anticipato dal portiere su lancio di De Rossi, sfogava la sua rabbia al 36' calciando una bottiglietta vuota dopo un lungo periodo di assenza dal proscenio della gara. Era, questa, l'immagine della delusione: l'unica nell' ennesima serata di festa della Nazionale guidata da Prandelli.
lunedì 10 ottobre 2011
Calcio: Zeman, "L'avevo detto che Pescara-Cittadella non sarebbe stata facile"
Appaiono molto sereni i membri del Pescara subito dopo aver battuto un ottimo Cittadella, che, se fosse stato più concreto, avrebbe anche potuto vincere la gara. Il mister Zdenek Zeman è sorridente: "L'avevo detto che non sarebbe stata una partita facile: il Cittadella ha chiuso gli spazi, e abbiamo avuto il merito di mantenere il ritmo alto. Dovevamo verticalizzare di più nel primo tempo, e il fatto di non esserci riusciti ci ha resi meno incisivi".
La mancanza di Insigne si è sentita ieri, e il tecnico argomenta: "Oggi non l'ho potuto schierare; se lui è in nazionale e Giacomelli e Soddimo no, vorrà pur dire qualcosa". Anania è contento della sua prestazione: ha salvato il risultato, e il merito della vittoria è in buona parte suo. "Zeman mi chiede di uscire dai pali spesso: con lui lo facevo anche a Lecce, mi adatto agli schemi tecnici degli allenatori, con gli altri mister sto sempre tra i pali e non esco così tanto. Il rendimento di questi giorni è frutto di un grande lavoro da parte mia e della squadra: l'impegno, da queste parti, non manca mai".
Marco Sansovini è contento di aver segnato: "Il lavoro per noi sta procedendo molto bene, la squadra ha provato a giocarsi la gara fino alla fine e siamo stati premiati".
Andrea Russo
La mancanza di Insigne si è sentita ieri, e il tecnico argomenta: "Oggi non l'ho potuto schierare; se lui è in nazionale e Giacomelli e Soddimo no, vorrà pur dire qualcosa". Anania è contento della sua prestazione: ha salvato il risultato, e il merito della vittoria è in buona parte suo. "Zeman mi chiede di uscire dai pali spesso: con lui lo facevo anche a Lecce, mi adatto agli schemi tecnici degli allenatori, con gli altri mister sto sempre tra i pali e non esco così tanto. Il rendimento di questi giorni è frutto di un grande lavoro da parte mia e della squadra: l'impegno, da queste parti, non manca mai".
Marco Sansovini è contento di aver segnato: "Il lavoro per noi sta procedendo molto bene, la squadra ha provato a giocarsi la gara fino alla fine e siamo stati premiati".
Andrea Russo
domenica 9 ottobre 2011
Calcio: il Pescara batte il Cittadella di misura, 1-0 e terzo posto in classifica
In attesa che si giochino i match di oggi, il Pescara balza al terzo posto dopo aver battuto il Cittadella 1-0, alla luce anche della vittoria del Padova sul Brescia nell'altro anticipo del campionato cadetto. La prima limpida occasione è tra i piedi di Maah al 14', che è bravo a incunearsi tra i difensori ma conclude debolmente, fallendo un' occasione clamorosa. Tale scena si ripeterà con Maah protagonista altre volte nel corso della gara: splendide intuizioni, bravura nel procacciarsi palle goal, ma tiro da migliorare decisamente: un campione a metà. Il Pescara ci prova al 16' con Immobile, che colpisce di testa su cross di Balzano, ma il portiere abbranca la sfera. Ma le occasioni più clamorose le ha il Cittadella. Al 31' Bellazzini calcia a tu per tu con il portiere: Anania compie un'autentica prodezza, mentre Maah ha la palla del vantaggio al 22', al 40' e al 42'. Come nell'azione citata in precedenza, il francese si incunea bene tra i centrali pescaresi facendo valere anche la sua stazza fisica, ma conclude male, mentre nell'ultima azione del primo tempo ha la sfortuna di trovare sulla sua strada un provvidenziale intervento di Balzano, che salva il risultato in scivolata, a portiere battuto. Il Pescara va negli spogliatoi con la sensazione di essere un po' in gabbia, perchè è la prima volta in questo campionato che un'avversaria, per giunta all'Adriatico, riesce a bloccare così bene gli spazi per gli attaccanti biancoazzurri. Per contro, il Cittadella non rinuncia ad attaccare, rendendosi pericolosissimo. Il secondo tempo vede più equilibrio tra le squadre, frutto di una grande condizione atletica dei padroni di casa che col passare dei minuti mantengono un ritmo di gioco alto.
Nonostante l'ottima difesa veneta il Pescara lavora in avanti per trovare varchi, e al 12' del secondo tempo Sansovini va in goal; E' una splendido esempio di precisione balistica: l'attaccante romano, al quarto centro in questa stagione, raccoglie un cross di Cascione, si aggiusta il pallone ed esplode un potente diagonale che trafigge Cordaz. Fa giusto in tempo a trovare questo guizzo perchè Zeman aveva già deciso una sostituzione per lui e Togni: entrano Kone e Soddimo.
Il Cittadella è costretto a cercare il tutto per tutto, e si sbilancia, anche con l'inserimento, da parte di Foscarini, di Di Roberto e Di Nardo. Il solito Maah però ci mette del suo: al 24' del secondo tempo si inserisce con grandissima abilità tra due difensori, chiamando il pallone, lo riceve, supera gli avversari in velocità, è solo di fronte al portiere Anania, ma fa partire un diagonale debole e poco angolato che è facile preda del portiere di casa. Il Pescara porta a casa il risultato, ed è una vittoria probabilmente dovuta al fatto di avere giocatori più incisivi in avanti.
Andrea Russo
martedì 4 ottobre 2011
Apologia della "Signora in giallo": una breve riflessione sul caso Meredith Kercher
Suscitano un po' di bonaria e affettuosa ironia, i telefilm della "Signora in giallo" (una grande impicciona), dell'Ispettore Derrick e di Hercule Poirot.
Con la loro astuzia e a volte la precisione di una macchina, nel ricostruire le sequenze dei delitti e nel ricordare i particolari, mettono alle corde i colpevoli, che, ingenuamente, confessano, sempre. Non c'è quasi bisogno del processo a quel punto, sembra tutto concludersi grazie alla sagacia del detective.
Eppure questi serials un fondo di verità ce l'hanno. Essi sono testimoni di una generazione di investigatori in estinzione, quelli che fino a venti anni fa non potevano servirsi della prova del dna, e che dovevano far cedere l'inquisito con l'ingegno, con stratagemmi, con una ricostruzione abile e sapiente della dinamica del crimine.
Ai tempi d'oggi assistiamo alla condanna di Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, incastrato da una prova del dna che proverebbe che il morso sul seno della ragazza aveva la forma della sua arcata dentaria e comunque infallibilmente conduceva a lui.
Dopo questa prova discutibile, (insufficiente per alcuni criminologi di fama) tutto il resto è diventato carta straccia: il fatto che il luogo del delitto era stato pulito con estrema accuratezza (troppa, per una persona sola), anni e anni di testimonianze, deposizioni, sopralluoghi. Tutto nel cestino.
Ieri Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati assolti in appello dopo la caduta delle prove scientifiche contro di loro: per colpa degli errori di chi effettuò l'esame del dna, esso non è più attendibile.
Il pubblico ministero Giuliano Mignini ha imbastito un castello accusatorio in cui l'unica prova forte era appunto l'esame della scientifica; quando questo si è rivelato nullo, ecco ai due ragazzi schiudersi le porte del carcere. La Knox andrà in America, a casa sua, e, Cassazione o no, non la rivedremo più.
La sentenza emessa, di cui le motivazioni si conosceranno entro novanta giorni, è di "assoluzione perchè il fatto non sussiste". Badate bene: non di "insufficienza di prove", che indicherebbe che qualcosa che porta a loro c'è, ma è insufficiente.
Questa "non sussistenza" del fatto è un fallimento su tutti i fronti non solo della tesi accusatoria, ma dell'attività investigativa del pubblico ministero e delle forze dell'ordine.
Gli imputati possono essere riconosciuti colpevoli o innocenti, ma bisogna ricostruire la verità, e questo non è avvenuto. Non c'è stata una ricostruzione attendibile dei fatti, non si è riusciti ad avere testimonianze esaurienti, non si è scavato sui rapporti precedenti al delitto tra la vittima e gli imputati. Cosa avevano fatto insieme nei giorni precedenti le due coinquiline Amanda e Meredith?
Quante persone hanno visto i ragazzi prima che il delitto avvenisse? Quante persone avrebbero potuto fornire ulteriori elementi?
In parole povere, una ricostruzione credibile e basata sulla logica, non è stata fornita dall'accusa.
E allora l'investigatore di vecchio stampo, "a mani nude", che coglieva dettagli, sfumature, che giocava psicologicamente coi sospettati, e che esisteva nella realtà e non solo nei telefilm, diventa l'eroe di questi giorni, un uomo, e perchè no, una donna che non c'è più.
Ed è un postulato molto drammatico, al di là dei riferimenti letterari e televisivi.Un postulato che ci rivela che la giustizia moderna, non solo italiana, ha dei difetti gravi, che permettono ai delinquenti di farla franca, chiunque essi siano.
Rudy Guedè ha ucciso da solo? E se non era solo, come dice la sua condanna definitiva sancita dalla Cassazione, chi sono i suoi complici?
E' questa la vergogna di cui gli italiani parlano nelle ultime ore, non per l'assoluzione degli imputati, ma per la convinzione che qualcosa non quadra, e che la giustizia ha perso in quanto incapace di dare risposte credibili.
Con la loro astuzia e a volte la precisione di una macchina, nel ricostruire le sequenze dei delitti e nel ricordare i particolari, mettono alle corde i colpevoli, che, ingenuamente, confessano, sempre. Non c'è quasi bisogno del processo a quel punto, sembra tutto concludersi grazie alla sagacia del detective.
Eppure questi serials un fondo di verità ce l'hanno. Essi sono testimoni di una generazione di investigatori in estinzione, quelli che fino a venti anni fa non potevano servirsi della prova del dna, e che dovevano far cedere l'inquisito con l'ingegno, con stratagemmi, con una ricostruzione abile e sapiente della dinamica del crimine.
Ai tempi d'oggi assistiamo alla condanna di Raniero Busco, ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, incastrato da una prova del dna che proverebbe che il morso sul seno della ragazza aveva la forma della sua arcata dentaria e comunque infallibilmente conduceva a lui.
Dopo questa prova discutibile, (insufficiente per alcuni criminologi di fama) tutto il resto è diventato carta straccia: il fatto che il luogo del delitto era stato pulito con estrema accuratezza (troppa, per una persona sola), anni e anni di testimonianze, deposizioni, sopralluoghi. Tutto nel cestino.
Ieri Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati assolti in appello dopo la caduta delle prove scientifiche contro di loro: per colpa degli errori di chi effettuò l'esame del dna, esso non è più attendibile.
Il pubblico ministero Giuliano Mignini ha imbastito un castello accusatorio in cui l'unica prova forte era appunto l'esame della scientifica; quando questo si è rivelato nullo, ecco ai due ragazzi schiudersi le porte del carcere. La Knox andrà in America, a casa sua, e, Cassazione o no, non la rivedremo più.
La sentenza emessa, di cui le motivazioni si conosceranno entro novanta giorni, è di "assoluzione perchè il fatto non sussiste". Badate bene: non di "insufficienza di prove", che indicherebbe che qualcosa che porta a loro c'è, ma è insufficiente.
Questa "non sussistenza" del fatto è un fallimento su tutti i fronti non solo della tesi accusatoria, ma dell'attività investigativa del pubblico ministero e delle forze dell'ordine.
Gli imputati possono essere riconosciuti colpevoli o innocenti, ma bisogna ricostruire la verità, e questo non è avvenuto. Non c'è stata una ricostruzione attendibile dei fatti, non si è riusciti ad avere testimonianze esaurienti, non si è scavato sui rapporti precedenti al delitto tra la vittima e gli imputati. Cosa avevano fatto insieme nei giorni precedenti le due coinquiline Amanda e Meredith?
Quante persone hanno visto i ragazzi prima che il delitto avvenisse? Quante persone avrebbero potuto fornire ulteriori elementi?
In parole povere, una ricostruzione credibile e basata sulla logica, non è stata fornita dall'accusa.
E allora l'investigatore di vecchio stampo, "a mani nude", che coglieva dettagli, sfumature, che giocava psicologicamente coi sospettati, e che esisteva nella realtà e non solo nei telefilm, diventa l'eroe di questi giorni, un uomo, e perchè no, una donna che non c'è più.
Ed è un postulato molto drammatico, al di là dei riferimenti letterari e televisivi.Un postulato che ci rivela che la giustizia moderna, non solo italiana, ha dei difetti gravi, che permettono ai delinquenti di farla franca, chiunque essi siano.
Rudy Guedè ha ucciso da solo? E se non era solo, come dice la sua condanna definitiva sancita dalla Cassazione, chi sono i suoi complici?
E' questa la vergogna di cui gli italiani parlano nelle ultime ore, non per l'assoluzione degli imputati, ma per la convinzione che qualcosa non quadra, e che la giustizia ha perso in quanto incapace di dare risposte credibili.
domenica 2 ottobre 2011
La teoria dei politici cattivi e del popolo buono
C'è una tendenza nei discorsi di molti, quando si parla di politica, a sparare a zero sui nostri rappresentanti. In buona parte giustificata, la gente comune si sfoga contro amministratori che pensano troppo ad accumulare privilegi e troppo poco a difendere il bene comune.
Nulla da eccepire, ma l'estremizzazione di questo concetto è la tesi che i politici sono dei mostri e il popolo solo una vittima, che prima o poi, con le buone o con le cattive, come lo schiavo Trace Spartaco dovrà spezzare le catene.
Non è così. Prima di tutto perchè non siamo governati da una elite di poche centinaia di persone che gestiscono tutto: i politici sono anche gli amministratori locali, consiglieri e giunte regionali, provinciali e comunali, direttori di enti di nomina politica. Centinaia di migliaia di persone.
Gli sprechi e i danni che questa minoranza produce sono molti, nell'intento di difendere privilegi assurdi. Pensioni ai parlamentari e ai consiglieri regionali ( anche se sono stati in carica per poco tempo), auto blu, sconti nei negozi, sugli aerei, e chi più ne ha più ne metta.
In quanto rappresentante di certe categorie del mondo del lavoro, la casta difende anche privilegi corporativi.
Ecco spiegato perchè ad esempio i professori universitari fanno il loro comodo negli atenei. Quando qualche governo ha provato a metterne in discussione i privilegi, lo stesso parlamento gli si è rivoltato contro, perchè pieno zeppo di docenti universitari, spesso diventati tali grazie alla politica.
Non sono solo i politici che si comportano male: sono gli esercenti che non battono lo scontrino (e non li giustifica il fatto che le tasse siano alte), i liberi professionisti che dichiarano di essere dei pezzenti e poi hanno la jaguar parcheggiata sotto casa, coloro che chiedono favori ai politici facendoli sentire dei piccoli sultani, gli imprenditori che fanno lavorare in nero una grande popolazione di italiani ed immigrati, le banche (e chi ci lavora) che adottano metodi di strangolamento ai possessori di redditi, immobili e di aziende.
Si potrebbe continuare ancora per molto. Qualche articolo addietro, qui, su questo blog si è parlato ad esempio dei colleghi giornalisti che pur di aumentare la tiratura e l'audience fanno di un assassino una star.
No, come vedete non sono solo i politici a creare il nostro malcontento.
A volte siamo noi stessi che ci prevarichiamo, inneschiamo un meccanismo per cui tutti fanno i furbi, e poi questa dinamica ci si ritorce contro.
A volte non si tratta di atti di prepotenza o di disonestà deliberata, ma di un semplice sonno della coscienza, di un adagiamento ai canoni distorti che però sono la quotidianità: "ma chi me lo fa fare a pagare le tasse? Tutti quelli che possono le evadono, lo faccio anch'io, tanto è difficile che mi scoprano".
"Perchè devo far attraversare quel pedone sulle strisce? Io ho fretta, aspetterà la prossima macchina disposta a fermarsi". "Ma sì, vado in contromano con la bici, tanto i ciclisti non vengono mai multati".
Ecco perchè rifiuto certe sparate: "il vaf... day" di Beppe Grillo o dichiarazioni massimaliste del tipo: "mandiamoli tutti a casa, facciamo la rivoluzione.."
E poi? spesso le rivoluzioni portano a regimi, a governi peggiori. Bisogna ragionare, senza isterismi.
Iniziamo a comportarci meglio noi, nel nostro piccolo. John Fitzgerald Kennedy un giorno disse: "Cambiamo una volta tanto il nostro punto di vista. Non chiediamoci più: "Cosa fa il mio paese per me", ma "Cosa posso fare io per il mio paese?"
Andrea Russo
Nulla da eccepire, ma l'estremizzazione di questo concetto è la tesi che i politici sono dei mostri e il popolo solo una vittima, che prima o poi, con le buone o con le cattive, come lo schiavo Trace Spartaco dovrà spezzare le catene.
Non è così. Prima di tutto perchè non siamo governati da una elite di poche centinaia di persone che gestiscono tutto: i politici sono anche gli amministratori locali, consiglieri e giunte regionali, provinciali e comunali, direttori di enti di nomina politica. Centinaia di migliaia di persone.
Gli sprechi e i danni che questa minoranza produce sono molti, nell'intento di difendere privilegi assurdi. Pensioni ai parlamentari e ai consiglieri regionali ( anche se sono stati in carica per poco tempo), auto blu, sconti nei negozi, sugli aerei, e chi più ne ha più ne metta.
In quanto rappresentante di certe categorie del mondo del lavoro, la casta difende anche privilegi corporativi.
Ecco spiegato perchè ad esempio i professori universitari fanno il loro comodo negli atenei. Quando qualche governo ha provato a metterne in discussione i privilegi, lo stesso parlamento gli si è rivoltato contro, perchè pieno zeppo di docenti universitari, spesso diventati tali grazie alla politica.
Non sono solo i politici che si comportano male: sono gli esercenti che non battono lo scontrino (e non li giustifica il fatto che le tasse siano alte), i liberi professionisti che dichiarano di essere dei pezzenti e poi hanno la jaguar parcheggiata sotto casa, coloro che chiedono favori ai politici facendoli sentire dei piccoli sultani, gli imprenditori che fanno lavorare in nero una grande popolazione di italiani ed immigrati, le banche (e chi ci lavora) che adottano metodi di strangolamento ai possessori di redditi, immobili e di aziende.
Si potrebbe continuare ancora per molto. Qualche articolo addietro, qui, su questo blog si è parlato ad esempio dei colleghi giornalisti che pur di aumentare la tiratura e l'audience fanno di un assassino una star.
No, come vedete non sono solo i politici a creare il nostro malcontento.
A volte siamo noi stessi che ci prevarichiamo, inneschiamo un meccanismo per cui tutti fanno i furbi, e poi questa dinamica ci si ritorce contro.
A volte non si tratta di atti di prepotenza o di disonestà deliberata, ma di un semplice sonno della coscienza, di un adagiamento ai canoni distorti che però sono la quotidianità: "ma chi me lo fa fare a pagare le tasse? Tutti quelli che possono le evadono, lo faccio anch'io, tanto è difficile che mi scoprano".
"Perchè devo far attraversare quel pedone sulle strisce? Io ho fretta, aspetterà la prossima macchina disposta a fermarsi". "Ma sì, vado in contromano con la bici, tanto i ciclisti non vengono mai multati".
Ecco perchè rifiuto certe sparate: "il vaf... day" di Beppe Grillo o dichiarazioni massimaliste del tipo: "mandiamoli tutti a casa, facciamo la rivoluzione.."
E poi? spesso le rivoluzioni portano a regimi, a governi peggiori. Bisogna ragionare, senza isterismi.
Iniziamo a comportarci meglio noi, nel nostro piccolo. John Fitzgerald Kennedy un giorno disse: "Cambiamo una volta tanto il nostro punto di vista. Non chiediamoci più: "Cosa fa il mio paese per me", ma "Cosa posso fare io per il mio paese?"
Andrea Russo
sabato 1 ottobre 2011
Intervista a Goran Kuzminac: "L'Italia è terra di cattivi politici e di discografici dell' "usa e getta".
Non le ha mai mandate a dire, Goran Kuzminac, e in oltre 35 anni di carriera gli va riconosciuta una certa coerenza nel modo di fare musica e di proporla al pubblico.
Abbiamo provato a scoprire qualcosa di più su di lui.
Si riconosce nel termine cantautore?
Sono uno che fa musica e che cerca di dare emozioni. Fare musica è una cosa seria, riguarda momenti fondamentali della vita. Uomini e donne si innamorano con una canzone, esprimono emozioni, le condividono. Fu Vincenzo Micocci, un produttore, a coniare il termine cantautore, per indicare uno che scrive i suoi pezzi. Non esiste una parola così in altri paesi: vi si avvicinano i termini chansonnier in Francia e songwriter nei paesi anglosassoni.
Ha senso dunque fare distinzione tra generi musicali?
A molta gente fa comodo etichettare tutto come la marmellata: la musica è emozione, non si possono catalogare le emozioni.
Molta gente la segue ancora oggi, e lei non ha perso l'entusiasmo.
No, non ho smesso di emozionarmi, sto facendo un tour con il mio disco dal vivo "Solo ma non solo", l'ultimo nell'ordine di tempo e il mio primo "live" che raccoglie i miei brani del passato e due inediti. Presto ne uscirà un altro nel 2012, un album con nuove canzoni.
Ascoltando i suoi brani inediti "Ciauda Merilù" (col gruppo "Ciauda") e Bimbi buoni (col gruppo U' Papun) abbiamo avuto una strana sensazione: si percepisce una certa etnicità ma non riusciamo a individuare quale. Sembrano comunque le classiche ballate da suonare intorno al fuoco
Esatto, nella musica ognuno ci vede quello che vuole.
Ci vuole , a volte, un po' di ingenuità per stupirsi ed emozionarsi, guardando le cose come nuove?
Bisogna essere veri, bisogna dire e cantare quello che si sente veramente, essere onesti con chi ti ascolta ed essere capace di ascoltarlo.
Lei ha origini balcaniche, è nato vicino a Belgrado, da bambino e da ragazzo ha vissuto tra Italia e Austria, poi, sempre viaggiando, ha scelto l' Italia. Cosa ha conservato delle sue origini?
La mia esperienza mi ha portato ad essere mitteleuropeo: mi sento Italiano, austriaco, ceco, serbo, greco, del sud e del nord. Viaggiare mi ha aperto tanti nuovi orizzonti e penso che sia positivo avvicinarsi a tante culture diverse ma anche con dei punti in comune.
Da un pò di tempo lei si è stabilito dalle parti di Pineto, in Abruzzo. Perchè , dopo tanti viaggi, ha deciso di vivere lì?
Perchè gli Abruzzesi hanno una grande fortuna: hanno una terra bellissima in cui puoi andare dal mare alla montagna in meno di un'ora, è al centro dell'Italia e mi è facile andare e tornare in un giorno, per un concerto, sia in una città del nord che del sud.
E', purtroppo, una regione malgovernata.
Un tema che le è caro nelle sue canzoni è il viaggio: come cantante lei ha viaggiato molto, e sembra non avere l'intenzione di smettere
Il viaggio è bello mentre si compie: l'arrivo non è poi così interessante, quando ti muovi e incontri nuove persone, noti differenze, fai paragoni, tutto questo è un qualcosa di prezioso.
Tra i suoi pezzi d'attualità c'è anche quello dell'emigrazione: i giovani italiani stessi trovano difficoltà serie in patria ed emigrano.
Queste sono le cose che davvero ti fanno arrabbiare: ascolti alla radio e alla tv che due ragazzi su tre non trovano lavoro, e te la prendi con questi politici italiani che non valgono niente. Battiato recentemente ha detto: "Questa classe politica che abbiamo deve andare af..."
Forse un po' ce li meritiamo certi politici: cerchiamo raccomandazioni, c'è un'evasione fiscale altissima...
Sono perfettamente d'accordo, c'è una evasione fiscale altissima, ma uno dei motivi è che i cittadini sanno che le tasse andranno ad ingrassare le tasche dei governanti e non a migliorare servizi come strade, scuole, ospedali, rete veloce internet..
Abbiamo problemi seri e in parlamento discutono di intercettazioni. Assurdo.
E nel mondo discografico come vanno le cose? Quando nel 1976 è entrato a farne parte era dura starci, ma ora forse lo era ancora di più.
Prima era dura farsi mettere sotto contratto, ma poi avevi un produttore che ti seguiva sia nel lavoro che umanamente. I cantanti di adesso sono polli da batteria. Si segue il metodo dell'usa e getta: vengono mandati alla ribalta e un anno dopo sono già scomparsi. Prima c'era una trafila , si girava l'Italia suonando, ora compaiono nei talent show e gli fanno credere di essere già arrivati. Poi li scaricano.
Non è un caso se negli nultimi venti anni non è venuto fuori nessun grande talento: l'ultimo è stato Ligabue. Hai mai ascoltato con attenzione i testi di adesso? Senza senso.. abbiamo perso in termini di qualità.
Questo concerto è estendibilie forse anche al cinema e alla letteratura: c'è un gap qualitativo enorme. Ma è colpa dei giovani che non si impegnano più per migliorare o della situazione circostante?
E' colpa di qualla larga parte di produttori che pensa solo a fare soldi.
E che consigli dà ai giovani che nonostante tutto vogliono affrontare le difficoltà e fare i musicisti di professione?
Di darsi da fare, farsi coraggio l'un l'altro, scambiarsi le canzoni, cantarle assieme, condividere le esperienze, imparare il più possibile e non stare fermi.
Goran Kuzminac attraversa un momento di grande attività: è reduce dalla manifestazione "Madame Guitar" ad Udine con alcuni tra i migliori chitarristi sulla scena mondiale, e sono in programma concerti in tanti angoli dello stivale, oltre al già citato nuovo cd, che sarà in commercio solamente online. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.seicorde.com
Andrea Russo
per la rivista online: Newsmag.it
Abbiamo provato a scoprire qualcosa di più su di lui.
Si riconosce nel termine cantautore?
Sono uno che fa musica e che cerca di dare emozioni. Fare musica è una cosa seria, riguarda momenti fondamentali della vita. Uomini e donne si innamorano con una canzone, esprimono emozioni, le condividono. Fu Vincenzo Micocci, un produttore, a coniare il termine cantautore, per indicare uno che scrive i suoi pezzi. Non esiste una parola così in altri paesi: vi si avvicinano i termini chansonnier in Francia e songwriter nei paesi anglosassoni.
Ha senso dunque fare distinzione tra generi musicali?
A molta gente fa comodo etichettare tutto come la marmellata: la musica è emozione, non si possono catalogare le emozioni.
Molta gente la segue ancora oggi, e lei non ha perso l'entusiasmo.
No, non ho smesso di emozionarmi, sto facendo un tour con il mio disco dal vivo "Solo ma non solo", l'ultimo nell'ordine di tempo e il mio primo "live" che raccoglie i miei brani del passato e due inediti. Presto ne uscirà un altro nel 2012, un album con nuove canzoni.
Ascoltando i suoi brani inediti "Ciauda Merilù" (col gruppo "Ciauda") e Bimbi buoni (col gruppo U' Papun) abbiamo avuto una strana sensazione: si percepisce una certa etnicità ma non riusciamo a individuare quale. Sembrano comunque le classiche ballate da suonare intorno al fuoco
Esatto, nella musica ognuno ci vede quello che vuole.
Ci vuole , a volte, un po' di ingenuità per stupirsi ed emozionarsi, guardando le cose come nuove?
Bisogna essere veri, bisogna dire e cantare quello che si sente veramente, essere onesti con chi ti ascolta ed essere capace di ascoltarlo.
Lei ha origini balcaniche, è nato vicino a Belgrado, da bambino e da ragazzo ha vissuto tra Italia e Austria, poi, sempre viaggiando, ha scelto l' Italia. Cosa ha conservato delle sue origini?
La mia esperienza mi ha portato ad essere mitteleuropeo: mi sento Italiano, austriaco, ceco, serbo, greco, del sud e del nord. Viaggiare mi ha aperto tanti nuovi orizzonti e penso che sia positivo avvicinarsi a tante culture diverse ma anche con dei punti in comune.
Da un pò di tempo lei si è stabilito dalle parti di Pineto, in Abruzzo. Perchè , dopo tanti viaggi, ha deciso di vivere lì?
Perchè gli Abruzzesi hanno una grande fortuna: hanno una terra bellissima in cui puoi andare dal mare alla montagna in meno di un'ora, è al centro dell'Italia e mi è facile andare e tornare in un giorno, per un concerto, sia in una città del nord che del sud.
E', purtroppo, una regione malgovernata.
Un tema che le è caro nelle sue canzoni è il viaggio: come cantante lei ha viaggiato molto, e sembra non avere l'intenzione di smettere
Il viaggio è bello mentre si compie: l'arrivo non è poi così interessante, quando ti muovi e incontri nuove persone, noti differenze, fai paragoni, tutto questo è un qualcosa di prezioso.
Tra i suoi pezzi d'attualità c'è anche quello dell'emigrazione: i giovani italiani stessi trovano difficoltà serie in patria ed emigrano.
Queste sono le cose che davvero ti fanno arrabbiare: ascolti alla radio e alla tv che due ragazzi su tre non trovano lavoro, e te la prendi con questi politici italiani che non valgono niente. Battiato recentemente ha detto: "Questa classe politica che abbiamo deve andare af..."
Forse un po' ce li meritiamo certi politici: cerchiamo raccomandazioni, c'è un'evasione fiscale altissima...
Sono perfettamente d'accordo, c'è una evasione fiscale altissima, ma uno dei motivi è che i cittadini sanno che le tasse andranno ad ingrassare le tasche dei governanti e non a migliorare servizi come strade, scuole, ospedali, rete veloce internet..
Abbiamo problemi seri e in parlamento discutono di intercettazioni. Assurdo.
E nel mondo discografico come vanno le cose? Quando nel 1976 è entrato a farne parte era dura starci, ma ora forse lo era ancora di più.
Prima era dura farsi mettere sotto contratto, ma poi avevi un produttore che ti seguiva sia nel lavoro che umanamente. I cantanti di adesso sono polli da batteria. Si segue il metodo dell'usa e getta: vengono mandati alla ribalta e un anno dopo sono già scomparsi. Prima c'era una trafila , si girava l'Italia suonando, ora compaiono nei talent show e gli fanno credere di essere già arrivati. Poi li scaricano.
Non è un caso se negli nultimi venti anni non è venuto fuori nessun grande talento: l'ultimo è stato Ligabue. Hai mai ascoltato con attenzione i testi di adesso? Senza senso.. abbiamo perso in termini di qualità.
Questo concerto è estendibilie forse anche al cinema e alla letteratura: c'è un gap qualitativo enorme. Ma è colpa dei giovani che non si impegnano più per migliorare o della situazione circostante?
E' colpa di qualla larga parte di produttori che pensa solo a fare soldi.
E che consigli dà ai giovani che nonostante tutto vogliono affrontare le difficoltà e fare i musicisti di professione?
Di darsi da fare, farsi coraggio l'un l'altro, scambiarsi le canzoni, cantarle assieme, condividere le esperienze, imparare il più possibile e non stare fermi.
Goran Kuzminac attraversa un momento di grande attività: è reduce dalla manifestazione "Madame Guitar" ad Udine con alcuni tra i migliori chitarristi sulla scena mondiale, e sono in programma concerti in tanti angoli dello stivale, oltre al già citato nuovo cd, che sarà in commercio solamente online. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.seicorde.com
Andrea Russo
per la rivista online: Newsmag.it
Calcio: Pescara, i commenti dallo spogliatoio
L'allenatore del Pescara Zeman si dice parzialmente contento della sua squadra: "Abbiamo giocato solo un'ora, ci siamo rilassati dopo e mi sono arrabbiato per questo. Non riusciamo a mantenere la concentrazione e lavoreremo su questo". Su Verratti, lasciato in tribuna oggi: "Ha preso una botta in allenamento, l'ho voluto risparmiare per la gara di Mercoledì prossimo col Sassuolo".
Sembra rassegnato invece il tecnico dell'Albinoleffe Daniele Fortunato: nel primo tempo gli attaccanti del Pescara sembravano imprendibili, abbiamo sofferto la loro velocità. Anche noi abbiamo avuto delle palle goal molto nitide non concretizzate nella prima parte della gara.
E' raro per una squadra con le nostre caratteristiche prendere 5 goals. Nel secondo tempo almeno abbiamo avuto la forza di reagire, ma il Pescara ha comunque meritato la vittoria.
Daniele Petterini ha propiziato il primo goal: il suo tiro deviato da Previtali ha fatto sbloccare la sua squadra, che poi ha vinto in maniera netta, ma il goal forse non gli verrà attribuito. Il regolamento infatti dice che quando la deviazione cambia di molto la traiettoria, ed è determinante per fare andare la palla in goal, si assegna l'autorete al difensore; se la deviazione non influisce più di tanto, il goal è dato a colui che cerca di segnare.
"Sono contento per la vittoria ma rammaricato per i miei 25 minuti in campo" afferma Petterini "abbiamo giocato un'ottima gara ma nel finale ci siamo rilassati, succede. dobbiamo migliorare questo aspetto, ma tutti siamo contenti di come stanno andando le cose quest'anno. Dopo il goal ho baciato il tatuaggio sul braccio destro, è un gesto dedicato a mio figlio"
Andrea Russo
per la testata online: Abruzzoblog.it
Sembra rassegnato invece il tecnico dell'Albinoleffe Daniele Fortunato: nel primo tempo gli attaccanti del Pescara sembravano imprendibili, abbiamo sofferto la loro velocità. Anche noi abbiamo avuto delle palle goal molto nitide non concretizzate nella prima parte della gara.
E' raro per una squadra con le nostre caratteristiche prendere 5 goals. Nel secondo tempo almeno abbiamo avuto la forza di reagire, ma il Pescara ha comunque meritato la vittoria.
Daniele Petterini ha propiziato il primo goal: il suo tiro deviato da Previtali ha fatto sbloccare la sua squadra, che poi ha vinto in maniera netta, ma il goal forse non gli verrà attribuito. Il regolamento infatti dice che quando la deviazione cambia di molto la traiettoria, ed è determinante per fare andare la palla in goal, si assegna l'autorete al difensore; se la deviazione non influisce più di tanto, il goal è dato a colui che cerca di segnare.
"Sono contento per la vittoria ma rammaricato per i miei 25 minuti in campo" afferma Petterini "abbiamo giocato un'ottima gara ma nel finale ci siamo rilassati, succede. dobbiamo migliorare questo aspetto, ma tutti siamo contenti di come stanno andando le cose quest'anno. Dopo il goal ho baciato il tatuaggio sul braccio destro, è un gesto dedicato a mio figlio"
Andrea Russo
per la testata online: Abruzzoblog.it
Pescara-Albinoleffe 5-3: spettacolo e goals nel classico "stile Zeman"
Il Pescara vince con un risultato pirotecnico il match casalingo contro un discreto Albinoleffe. Poteva però essere una vittoria molto più netta.
L'Albinoleffe subisce da subito l'iniziativa dei padroni di casa. Petterini al 7' esibisce un poderoso tiro dalla distanza, Previtali, involontariamente, devia in rete in maniera determinante: 1-0. Al 27' la palla esce dalla linea laterale sinistra, ma la terna arbitrale non se ne avvede: l'azionbe prosegue e Sansovini raccoglie un passaggio filtrante sulla destra: gran tiro e 2-0 per il Pescara. Al 43' Insigne tira al volo, di piatto, su cross di Gessa dalla sinistra: 3-0. Il quarto goal del Pescara arriva un minuto dopo con un bolide dai 25 metri di Gessa (il migliore in campo in assoluto in questa gara.).
Sembra il preludio ad un'umiliazione in piena regola: inizia il secondo tempo e dopo 5 minuti Immobile raccoglie un passaggio basso dalla sinistra di Insigne e mette in rete il più facile dei palloni a tu per tu con il portiere avversario Offredi. Ma l'Albinoleffe ora appare una squadra rigenerata, reagisce e salva l'onore: accorciato il modulo tattico, con la difesa alta e l'intero 11 concentrato in 50 metri di campo, i lombardi diventano molto più battaglieri e incisivi.
al 23' una gran botta di Cristiano dalla destra trafigge Pinsoglio (subentrato nel secondo tempo) , poi Cocco realizza dal dischetto in seguito ad un fallo, evitabile, da parte di Balzano su Cristiano: 5-2.
Il 5-3 arriva ad opera di Girasole, che ha la meglio al 42' dopo un batti e ribatti col portiere avversario Pinsoglio.
Dicevamo di una gara che poteva essere vinta in maniera molto più netta dal Pescara, visto che il primo tempo si è concluso sul 4-0, e al 50' sul 5-0. C'è però un'attitudine negativa da parte dei giocatori adriatici, che li porta costantemente a crollare nel finale: un po' la stanchezza, ma anche una certa irresponsabilità, fanno in modo che i difensori biancoazzurri commettano falli cattivi quanto inutili, spesso contro giocatori tutt'altro che vicini al goal. Nelle gare precedenti, falli come questi sono costati la sconfitta.
E' un problema da affrontare, soprattutto quando si affronteranno squadre di vertice e con difese granitiche. Il bilancio del match e di queste 7 partite è positivo, su questo non ci piove, ma come diceva la famosa canzone: "si può dare di più".
Andrea Russo
per la testata giornalistica online Abruzzoblog.it
L'Albinoleffe subisce da subito l'iniziativa dei padroni di casa. Petterini al 7' esibisce un poderoso tiro dalla distanza, Previtali, involontariamente, devia in rete in maniera determinante: 1-0. Al 27' la palla esce dalla linea laterale sinistra, ma la terna arbitrale non se ne avvede: l'azionbe prosegue e Sansovini raccoglie un passaggio filtrante sulla destra: gran tiro e 2-0 per il Pescara. Al 43' Insigne tira al volo, di piatto, su cross di Gessa dalla sinistra: 3-0. Il quarto goal del Pescara arriva un minuto dopo con un bolide dai 25 metri di Gessa (il migliore in campo in assoluto in questa gara.).
Sembra il preludio ad un'umiliazione in piena regola: inizia il secondo tempo e dopo 5 minuti Immobile raccoglie un passaggio basso dalla sinistra di Insigne e mette in rete il più facile dei palloni a tu per tu con il portiere avversario Offredi. Ma l'Albinoleffe ora appare una squadra rigenerata, reagisce e salva l'onore: accorciato il modulo tattico, con la difesa alta e l'intero 11 concentrato in 50 metri di campo, i lombardi diventano molto più battaglieri e incisivi.
al 23' una gran botta di Cristiano dalla destra trafigge Pinsoglio (subentrato nel secondo tempo) , poi Cocco realizza dal dischetto in seguito ad un fallo, evitabile, da parte di Balzano su Cristiano: 5-2.
Il 5-3 arriva ad opera di Girasole, che ha la meglio al 42' dopo un batti e ribatti col portiere avversario Pinsoglio.
Dicevamo di una gara che poteva essere vinta in maniera molto più netta dal Pescara, visto che il primo tempo si è concluso sul 4-0, e al 50' sul 5-0. C'è però un'attitudine negativa da parte dei giocatori adriatici, che li porta costantemente a crollare nel finale: un po' la stanchezza, ma anche una certa irresponsabilità, fanno in modo che i difensori biancoazzurri commettano falli cattivi quanto inutili, spesso contro giocatori tutt'altro che vicini al goal. Nelle gare precedenti, falli come questi sono costati la sconfitta.
E' un problema da affrontare, soprattutto quando si affronteranno squadre di vertice e con difese granitiche. Il bilancio del match e di queste 7 partite è positivo, su questo non ci piove, ma come diceva la famosa canzone: "si può dare di più".
Andrea Russo
per la testata giornalistica online Abruzzoblog.it
venerdì 30 settembre 2011
giovedì 29 settembre 2011
Righeira: L'Oasi in città - Bambini forever
(Sigla di Piccoli fans, programma Rai condotto da Sandra Milo)
La mano nera del bagarinaggio si stende su concerti ed eventi sportivi
Vi abbiamo già informato in precedenza di una strana pagina web in cui si vendevano, prima ancora che si conoscesse il prezzo e la data di uscita,i biglietti in curva nord della partita che si terrà il 27 ottobre allo stadio "Luigi Cornacchia" di Pescara: Italia-Irlanda del Nord.
Oltre a questa partita valevole per le qualificazioni agli europei (ma l'Italia è già matematicamente qualificata) l'Abruzzo, con i suoi eventi che ospitano stars nazionali e straniere, è oggetto della speculazione dei siti di bagarinaggio.
Stiamo parlando di eventi sportivi, culturali, e musicali.
Esistono dei siti di bagarinaggio che pretendono di dichiararsi legali: hanno le spalle coperte da multinazionali potenti, che fanno business di milardi di euro ogni anno.
Innanzitutto chiariamo il significato della parola bagarinaggio: si tratta della pratica di rivendere i biglietti di un evento pubblico a un prezzo maggiore, complice spesso l'esaurimento dei biglietti vendibili nel circuito ufficiale.
Una cosa però è rivendere, una tantum, un singolo biglietto di un evento a cui non si va più, ad un prezzo maggiorato (ma anche questa è una pratica che viene punita, soprattutto se esercitata nelle vicinanze del luogo dell'evento).
Altra cosa è invece comprare in blocco molti biglietti di una manifestazione, in modo da anticiparne l'esaurimento e rivenderli in blocco a prezzi maggiori.
E poco conta che una sentenza della Cassazione del 2009 sostenga che non sia reato, in quanto ci sono leggi ben precise in merito che dispongono il contrario. Altre disposizioni come il Decreto Maroni, inoltre, vanno in questo senso: per mettere fuori gioco i bagarini, è stato creato il biglietto con nome e cognome dell'utente, che rende più difficili determinate speculazioni.
Sul sito di Zelig si fa una lista di siti di cui diffidare: www.areazelig.it/artist.php?id=394 .
In alcuni di essi, la truffa è guidata dagli stessi autori del sito. In altri, trattandosi di siti di annunci, essa forse avviene a discapito degli intenti del portale web.
Ad ogni buon conto, Ligabue ha rifiutato una proposta di affari fattagli da "Viagogo", (sito di mediazione nel secondary ticketing che mette in contatto colui che rivende il biglietto con l'acquirente): "Non voglio avere nessun tipo di contatto con queste società che reputo truffaldine" ha affermato il rocker emiliano.
www.rockol.it/news-191894/Tour-di-Ligabue,-manager-e-promoter-contro-bagarini-e-secondary-ticketing
I forum internet sono pieni di lamentele di utenti truffati: basta cercare su google le parole: truffe bagarinaggio.
In Inghilterra il bagarinaggio si chiama Secondary Ticketing: lì hanno sede alcune delle maggiori aziende del settore, dove fanno sentire tutta la loro tracotanza, tanto che il fenomeno è stato oggetto di discussione in parlamento.
I truffatori inglesi si spingono oltre: fanno accordi alla luce del sole con le società che vendono i biglietti al loro prezzo normale, comprano una parte dei tagliandi per poi spartire il ricavato. In questo modo chi vende i biglietti, tramite tale indegno espediente, riesce a cederli a un prezzo molto superiore a quello originario.
In Italia tale espediente è stato denunciato in qualche caso, anche se la cosa si è svolta in maniera più nascosta.
Un consiglio ai consumatori: informatevi su chi è il rivenditore ufficiale dei biglietti di un evento, fatevi dire con precisione quando vengono messi in commercio, vigilate sui prezzi, comprate i tagliandi con largo anticipo perchè dopo l'esaurimento dei biglietti inizia lo sciacallaggio dei bagarini.
Oltre a questa partita valevole per le qualificazioni agli europei (ma l'Italia è già matematicamente qualificata) l'Abruzzo, con i suoi eventi che ospitano stars nazionali e straniere, è oggetto della speculazione dei siti di bagarinaggio.
Stiamo parlando di eventi sportivi, culturali, e musicali.
Esistono dei siti di bagarinaggio che pretendono di dichiararsi legali: hanno le spalle coperte da multinazionali potenti, che fanno business di milardi di euro ogni anno.
Innanzitutto chiariamo il significato della parola bagarinaggio: si tratta della pratica di rivendere i biglietti di un evento pubblico a un prezzo maggiore, complice spesso l'esaurimento dei biglietti vendibili nel circuito ufficiale.
Una cosa però è rivendere, una tantum, un singolo biglietto di un evento a cui non si va più, ad un prezzo maggiorato (ma anche questa è una pratica che viene punita, soprattutto se esercitata nelle vicinanze del luogo dell'evento).
Altra cosa è invece comprare in blocco molti biglietti di una manifestazione, in modo da anticiparne l'esaurimento e rivenderli in blocco a prezzi maggiori.
E poco conta che una sentenza della Cassazione del 2009 sostenga che non sia reato, in quanto ci sono leggi ben precise in merito che dispongono il contrario. Altre disposizioni come il Decreto Maroni, inoltre, vanno in questo senso: per mettere fuori gioco i bagarini, è stato creato il biglietto con nome e cognome dell'utente, che rende più difficili determinate speculazioni.
Sul sito di Zelig si fa una lista di siti di cui diffidare: www.areazelig.it/artist.php?id=394 .
In alcuni di essi, la truffa è guidata dagli stessi autori del sito. In altri, trattandosi di siti di annunci, essa forse avviene a discapito degli intenti del portale web.
Ad ogni buon conto, Ligabue ha rifiutato una proposta di affari fattagli da "Viagogo", (sito di mediazione nel secondary ticketing che mette in contatto colui che rivende il biglietto con l'acquirente): "Non voglio avere nessun tipo di contatto con queste società che reputo truffaldine" ha affermato il rocker emiliano.
www.rockol.it/news-191894/Tour-di-Ligabue,-manager-e-promoter-contro-bagarini-e-secondary-ticketing
I forum internet sono pieni di lamentele di utenti truffati: basta cercare su google le parole: truffe bagarinaggio.
In Inghilterra il bagarinaggio si chiama Secondary Ticketing: lì hanno sede alcune delle maggiori aziende del settore, dove fanno sentire tutta la loro tracotanza, tanto che il fenomeno è stato oggetto di discussione in parlamento.
I truffatori inglesi si spingono oltre: fanno accordi alla luce del sole con le società che vendono i biglietti al loro prezzo normale, comprano una parte dei tagliandi per poi spartire il ricavato. In questo modo chi vende i biglietti, tramite tale indegno espediente, riesce a cederli a un prezzo molto superiore a quello originario.
In Italia tale espediente è stato denunciato in qualche caso, anche se la cosa si è svolta in maniera più nascosta.
Un consiglio ai consumatori: informatevi su chi è il rivenditore ufficiale dei biglietti di un evento, fatevi dire con precisione quando vengono messi in commercio, vigilate sui prezzi, comprate i tagliandi con largo anticipo perchè dopo l'esaurimento dei biglietti inizia lo sciacallaggio dei bagarini.
venerdì 23 settembre 2011
giovedì 15 settembre 2011
Italia-Irlanda del Nord: i biglietti ancora non ci sono, ma loro li vendono. Lo strano caso di un sito pirata.
In molti ancora non sanno che la partita Italia-Irlanda del Nord, valevole per le qualificazioni agli europei 2012, si svolgerà a Pescara.
A dire il vero, con la recente vittoria sulla Slovenia per 1-0, gli azzurri hanno conquistato il lasciapassare per la fase finale del torneo in Polonia e Ucraina con due turni di anticipo.
Per la nostra città però tale partita rimane comunque un bell'evento, a cui di certo non mancheranno molti appassionati.
Il rivenditore ufficiale dei biglietti della nazionale è l'azienda "Ticketone", come è riportato sul sito della "Federazione Italiana Giuoco calcio" ( www.figc.it/it/207/19841/ECommerce.shtml ). Da tale azienda apprendiamo tramite un colloquio telefonico presso l'apposito call center che i biglietti del match in questione non sono ancora in vendita.
Se però inseriamo sul motore di ricerca google le parole chiave "biglietti partita Italia-Irlanda del Nord Pescara", ci compare tra le prime voci un sito, molto ben fatto, in cui prevale il colore verde, in cui si vendono i biglietti di Italia-Irlanda del Nord, in curva Nord, ad euro 40,35.
Vengono anche specificate le voci che portano a tale somma: 30,00 euro per il prezzo del biglietto (che ancora non esiste e di cui non si sa nulla)
12,95 euro per le spese di spedizione; 4,50 euro per "spese di gestione"; 0,90 euro per l'Iva.
La vicenda per noi è poco chiara. C'è il rischio di venire truffati, in rete. Invitiamo dunque tutti coloro che vorranno acquistare i biglietti della partita di rivolgersi al rivenditore ufficiale dei biglietti delle partite della nazionale: l'agenzia "Ticketone" che ha punti vendita sul terriorio abruzzese e che possiede un sito internet.
Andrea Russo
per la testata Abruzzoblog.it
martedì 13 settembre 2011
Schneider Tm: non solo musica elettronica. "Cerco sempre nuove esperienze nella vita come nella musica"
Nella musica, come nell'arte, ognuno esprime la propria personalità e rivive le proprie esperienze. C'è chi si attesta su un modo di comporre più classico,senza la pretesa di scomporre la struttura della musica che va per la maggiore. E' legittimo e anche senza strafare si possono comunicare emozioni forti.
Altrettanto valida è la posizione di chi cerca di "sparigliare", di rielaborare i suoni che percepisce ogni giorno in modo da fornire suggestioni nuove.
E' il caso di Schneider Tm, al secolo Dirk Dresselhaus, a cui la definizione di "musicista elettronico" va stretta.
Eppure la modernità lo ha accompagnato sin dall'infanzia:
"Sono cresciuto negli anni 70 in una cittadella futuristica chiamata Sennestadt, un sobborgo di Bielefeld, nella Germania occidentale, progettata negli anni '50.
I miei genitori hanno divorziato nella metà degli anni 80 dopo continue incomprensioni, ma posso dire che la mia infanzia è stata piuttosto serena, ascoltando i dischi di mio padre: Ray Charles, Fats Domino, Elvis, i Beatles..
Nella metà degli anni 80' ho fatto il batterista in diverse bands come quella della scuola, la Minimum Security. Facevamo covers dei Cure, degli Iggy pop, dei Rolling Stones, dei Talking Heads. Suonavo anche con una formazione definibile come art\prog rock band chiamata Annuvin. Nella fine degli anni 80 mi sono avvicinato ai Velvet Underground, ai Pixies, ai Dinosaur Jr, ai My Bloody Valentine ecc... e alla fine dell'88 ho formato la mia prima band personale chiamata Hip Young Things, che ha realizzato un paio di albums per la Glitterhouse records prima di sciogliersi nel 1997,
Nel 1989 ho lasciato la scuola e ho iniziato a lavorare: ho guidato camions, ho fatto interviste di marketing telefoniche e ho raccolto l'immondizia in un magazzino per guadagnarmi da vivere".
I giovani generalmente vivono la musica in maniera molto intensa e molti di loro vi cercano riparo per la mente anche nei tuoi brani.
Da giovani si è alla ricerca di riempitivi e ldi dipanarsi in una esistenza spesso anche bizzarra in cui si ci sente proiettati senza un senso vero delle cose. La musica offre a loro un modo di rapportarsi in maniera piuù profonda all'arte.
Ad oltre 40 anni (41, ndr) posso dire però che la ricerca di un senso delle cose non finisce mica: non cambia nulla eccetto la frequenza e la velocità con cui tutto avviene.
Non pensi che un musicista sia un po' come un bambino? L'atteggiamento creativo è lo stesso.
Essere un bambino significa essere capace di imparare e la tua mente ha i canali della percezione aperti. Puo' essere anche un atteggiamento avventato, però, oltre che distruttivo. Per certi musicisti è necessario restare bambini, perchè per loro significa restare intuitivamente in contatto con il ritmo universale del cosmo.
E' un processo che avviene coscientemente o nel subconscio, possono costuire e distruggere, ci sono tipi e tipi di musicisti. Ci sono quelli che ripetono sempre la stessa formula e quelli alla ricerca costante della vita pubblica e della fama.
Cosa significa per te sperimentare e quali sono i concetti principali che vuoi condividere con i tuoi ascoltatori?
Non ci sono concetti in particolare, mi piace sperimentare nella musica come nella vita: serve a tenermi vivo. Se faccio le stesse cose per me è come essere morto. Cerco di essere onesto con chi ascolta. Credo che ci sia un'energia positiva che serve per controllare la negatività.
Anche se viviamo ormai in una società cosmopolita in tutto l'occidente, cosa vuol dire per te essere tedesco? Quali sono gli aspetti che ti piacciono o che non apprezzi della tua terra d'origine?
Non mi considero tedesco, anche se i miei amici delle altre nazioni mi dicono che faccio le cose in maniera molto tedesca.. La Germania è il posto in cui casualmente sono nato.
Cose positive della Germania: coscienza sociale (anche se non abbastanza), consapevolezza nell'ecologia (anche se non abbastanza), buona birra, i dibattiti culturali (per cercare di trovare la verità) , aria buona, bei boschi, clima interessante ( 4 stagioni), le salsicce al curry con le patate fritte, del buon cinema (rainer werner faßbinder, werner herzog, helge schneider etc..) della buona musica (troppa per citarla qui) della buona letteratura karl marx, heinrich von kleist..
lo spazio che improvvisamente è diventato disponibile per la subcultura, la caduta del muro di berlino e tante altre cose ancora. Amo Berlino anche se sta cambiando in negativo un po'.
Cose negative della Germania:
mentalità ristretta, arroganza, il neonazismo, l'esportazione delle armi, certi programmi tv (programmi casinisti, senza sottotitoli, dibattiti culturali che allontanano dalla verità), la lobby dell'industria automobilistica, i deutsche bahn (trasporti), la deutsche bank, un senso dell'umorismo troppo asciutto per essere compreso dagli altri popoli e tante tante altre cose ancora..
La Germania è sempre stata all'avanguardia nella musica elettronica (si pensi ad esempio a Stockhausen o ai Kraftwerk, considerati da alcuni i padri della techno).
Perchè?
Penso che l'attitudine all'essere all'avanguardia, in Germania, nel dopoguerra, sia contraddistinto da un mix talento creativo e di voglia di lasciarsi il passato alle spalle, nonchè di voglia di avvicinarsi al futuro in maniera rapida e fondamentalmente possibile.
Chiudi gli occhi e dicci cosa vorresti che si realizzasse per te e per gli altri
Basta leggere il testo della mia "Reality Check": www.lyricstime.com/schneider-tm-reality-check-lyrics.html
L'ho scritta nel 2001 e mi rendo conto che siamo alla fine di un ciclo di 26000 anni che si conclude il 28 Novembre del 2011. Le cose cambieranno in maniera sostanziale e la mente collettiva farà un passo in avanti verso una coscienza universale che permette di unificare tutto. Per la mente umana è un faticosissimo lavoro ma inevitabile che porterà a una situazione di amore incondizionato.
In caso contrario l'umanità scomparirà in tempi brevi da questo pianeta. Entrambe le impotesi mi vanno bene.
Andrea Russo
"The light 3000", cover del brano degli Smiths "There is a light that never goes out"
Altrettanto valida è la posizione di chi cerca di "sparigliare", di rielaborare i suoni che percepisce ogni giorno in modo da fornire suggestioni nuove.
E' il caso di Schneider Tm, al secolo Dirk Dresselhaus, a cui la definizione di "musicista elettronico" va stretta.
Eppure la modernità lo ha accompagnato sin dall'infanzia:
"Sono cresciuto negli anni 70 in una cittadella futuristica chiamata Sennestadt, un sobborgo di Bielefeld, nella Germania occidentale, progettata negli anni '50.
I miei genitori hanno divorziato nella metà degli anni 80 dopo continue incomprensioni, ma posso dire che la mia infanzia è stata piuttosto serena, ascoltando i dischi di mio padre: Ray Charles, Fats Domino, Elvis, i Beatles..
Nella metà degli anni 80' ho fatto il batterista in diverse bands come quella della scuola, la Minimum Security. Facevamo covers dei Cure, degli Iggy pop, dei Rolling Stones, dei Talking Heads. Suonavo anche con una formazione definibile come art\prog rock band chiamata Annuvin. Nella fine degli anni 80 mi sono avvicinato ai Velvet Underground, ai Pixies, ai Dinosaur Jr, ai My Bloody Valentine ecc... e alla fine dell'88 ho formato la mia prima band personale chiamata Hip Young Things, che ha realizzato un paio di albums per la Glitterhouse records prima di sciogliersi nel 1997,
Nel 1989 ho lasciato la scuola e ho iniziato a lavorare: ho guidato camions, ho fatto interviste di marketing telefoniche e ho raccolto l'immondizia in un magazzino per guadagnarmi da vivere".
I giovani generalmente vivono la musica in maniera molto intensa e molti di loro vi cercano riparo per la mente anche nei tuoi brani.
Da giovani si è alla ricerca di riempitivi e ldi dipanarsi in una esistenza spesso anche bizzarra in cui si ci sente proiettati senza un senso vero delle cose. La musica offre a loro un modo di rapportarsi in maniera piuù profonda all'arte.
Ad oltre 40 anni (41, ndr) posso dire però che la ricerca di un senso delle cose non finisce mica: non cambia nulla eccetto la frequenza e la velocità con cui tutto avviene.
Non pensi che un musicista sia un po' come un bambino? L'atteggiamento creativo è lo stesso.
Essere un bambino significa essere capace di imparare e la tua mente ha i canali della percezione aperti. Puo' essere anche un atteggiamento avventato, però, oltre che distruttivo. Per certi musicisti è necessario restare bambini, perchè per loro significa restare intuitivamente in contatto con il ritmo universale del cosmo.
E' un processo che avviene coscientemente o nel subconscio, possono costuire e distruggere, ci sono tipi e tipi di musicisti. Ci sono quelli che ripetono sempre la stessa formula e quelli alla ricerca costante della vita pubblica e della fama.
Cosa significa per te sperimentare e quali sono i concetti principali che vuoi condividere con i tuoi ascoltatori?
Non ci sono concetti in particolare, mi piace sperimentare nella musica come nella vita: serve a tenermi vivo. Se faccio le stesse cose per me è come essere morto. Cerco di essere onesto con chi ascolta. Credo che ci sia un'energia positiva che serve per controllare la negatività.
Anche se viviamo ormai in una società cosmopolita in tutto l'occidente, cosa vuol dire per te essere tedesco? Quali sono gli aspetti che ti piacciono o che non apprezzi della tua terra d'origine?
Non mi considero tedesco, anche se i miei amici delle altre nazioni mi dicono che faccio le cose in maniera molto tedesca.. La Germania è il posto in cui casualmente sono nato.
Cose positive della Germania: coscienza sociale (anche se non abbastanza), consapevolezza nell'ecologia (anche se non abbastanza), buona birra, i dibattiti culturali (per cercare di trovare la verità) , aria buona, bei boschi, clima interessante ( 4 stagioni), le salsicce al curry con le patate fritte, del buon cinema (rainer werner faßbinder, werner herzog, helge schneider etc..) della buona musica (troppa per citarla qui) della buona letteratura karl marx, heinrich von kleist..
lo spazio che improvvisamente è diventato disponibile per la subcultura, la caduta del muro di berlino e tante altre cose ancora. Amo Berlino anche se sta cambiando in negativo un po'.
Cose negative della Germania:
mentalità ristretta, arroganza, il neonazismo, l'esportazione delle armi, certi programmi tv (programmi casinisti, senza sottotitoli, dibattiti culturali che allontanano dalla verità), la lobby dell'industria automobilistica, i deutsche bahn (trasporti), la deutsche bank, un senso dell'umorismo troppo asciutto per essere compreso dagli altri popoli e tante tante altre cose ancora..
La Germania è sempre stata all'avanguardia nella musica elettronica (si pensi ad esempio a Stockhausen o ai Kraftwerk, considerati da alcuni i padri della techno).
Perchè?
Penso che l'attitudine all'essere all'avanguardia, in Germania, nel dopoguerra, sia contraddistinto da un mix talento creativo e di voglia di lasciarsi il passato alle spalle, nonchè di voglia di avvicinarsi al futuro in maniera rapida e fondamentalmente possibile.
Chiudi gli occhi e dicci cosa vorresti che si realizzasse per te e per gli altri
Basta leggere il testo della mia "Reality Check": www.lyricstime.com/schneider-tm-reality-check-lyrics.html
L'ho scritta nel 2001 e mi rendo conto che siamo alla fine di un ciclo di 26000 anni che si conclude il 28 Novembre del 2011. Le cose cambieranno in maniera sostanziale e la mente collettiva farà un passo in avanti verso una coscienza universale che permette di unificare tutto. Per la mente umana è un faticosissimo lavoro ma inevitabile che porterà a una situazione di amore incondizionato.
In caso contrario l'umanità scomparirà in tempi brevi da questo pianeta. Entrambe le impotesi mi vanno bene.
Andrea Russo
"The light 3000", cover del brano degli Smiths "There is a light that never goes out"
domenica 11 settembre 2011
Zeman: "Bene così, si puo' migliorare. Immobile? Ha solo sbagliato un rigore, non è da biasimare".
Se questo è il vero Pescara di quest'anno, c'è da attendersi un campionato di vertice: tre vittorie su quattro partite, di cui una, nella trasferta di Modena, immeritata e condizionata dalle sviste arbitrali. La mano del tecnico Zdenek Zeman si vede nel gioco. Impressionante la quantità di azioni da goal che i biancoazzurri hanno prodotto. Il Crotone avrebbe potuto tentare l'arma del contropiede in velocità, visto che i biancoazzurri lasciavano solo tre difensori dietro nelle fasi di attacco. E' apparso invece lento e un po' svogliato.
Zeman appare soddisfatto della prestazione della sua compagine: "C'è sempre qualcosa da migliorare, ma ho visto un bel Pescara, nove punti in quattro gare sono un buon risultato, dobbiamo cercare di fare il maggior numero possibile di punti senza fare calcoli di classifica. Immobile ha sbagliato il rigore, ma sono cose che succedono. Anche Insigne voleva batterlo ma lui ha insistito: li comprendo, sono entrambi attaccanti e vogliono segnare".
Dalla sponda-Crotone, Mister Leonardo Menichini fa autocritica: "la squadra non è in forma, abbiamo sbagliato tanti passaggi, il primo goal dopo soli nove minuti ci ha scoraggiati. Il Pescara dal canto suo ha fatto una grande partita, abbiamo sofferto la velocità dei suoi attaccanti. Nel secondo tempo abbiamo prodotto qualche contropiede, ma c'è molto da lavorare".
Andrea Russo
per Abruzzoblog.it
Zeman appare soddisfatto della prestazione della sua compagine: "C'è sempre qualcosa da migliorare, ma ho visto un bel Pescara, nove punti in quattro gare sono un buon risultato, dobbiamo cercare di fare il maggior numero possibile di punti senza fare calcoli di classifica. Immobile ha sbagliato il rigore, ma sono cose che succedono. Anche Insigne voleva batterlo ma lui ha insistito: li comprendo, sono entrambi attaccanti e vogliono segnare".
Dalla sponda-Crotone, Mister Leonardo Menichini fa autocritica: "la squadra non è in forma, abbiamo sbagliato tanti passaggi, il primo goal dopo soli nove minuti ci ha scoraggiati. Il Pescara dal canto suo ha fatto una grande partita, abbiamo sofferto la velocità dei suoi attaccanti. Nel secondo tempo abbiamo prodotto qualche contropiede, ma c'è molto da lavorare".
Andrea Russo
per Abruzzoblog.it
Il Pescara riscopre Sansovini: doppietta per lui e Crotone surclassato
Un Pescara che cresce gara dopo gara: ci si aspettava una buona prova, ma quella odierna ha superato le piu' rosee previsioni. Non tanto per il risultato (2-0 e un rigore fallito) ma per la colossale mole di azioni da goal prodotte (almeno 25, approssimando per difetto) dagli uomini di Zeman.
E proprio Zeman sembra il valore aggiunto capace di rivitalizzare un gruppo che almeno sulla carta, come singoli elementi, è nella media del campionato. Ma andiamo con ordine. Al 2' Ciro Immobile si invola da solo in piena area di rigore, sta per affrontare il portiere avversario Bindi, ma l'arbitro Ciampi di Roma fischia il fuorigioco.
Al 9' i padroni di casa vanno in vantaggio: lancio lungo di Kone dalla trequarti, Sansovini in area lascia fare un rimbalzo al pallone e poi tira al volo: un goal bellissimo che infervora ancora di più l'animo entusiastico con cui sono partiti i biancazzurri. Sansovini è scatenato: si fa vedere con due buoni tiri dalla distanza al 21' e al 27'. Al 28' è il turno di Cascione: il suo tiro è deviato.
Al 32' Bocchetti lancia lungo in verticale per Immobile: il portiere Crotonese Bindi lo atterra: viene ammonito da Ciampi, che decreta il rigore. Immobile prende una rincorsa breve e spedisce il pallone sul palo destro: il risultato dunque non cambia. Per vederlo cambiare bisogna aspettare il 59', quando al termine di una triangolazione con Immobile, Sansovini infila Bindi da pochi passi: perforata in questo caso l'area ospite grazie ad un'azione combinata in piena area.
Al 70' si vede il Crotonese Caccavallo con una bella conclusione che si spegne sul lato esterno sinistro della rete. Il Pescara va alla conlusione ancora all'85' e all'86' con Insigne e Giacomelli. All'87' Caccavallo ci riprova con un tiro deviato da Brosco.
Il Pescara finisce la gara non rinunciando ad attaccare, dopo una partita dominata nel risultato e nel gioco. Il Crotone, come ammesso a microfoni accesi da Mister Menichini, è apparso lento e impreciso. Se il Pescara è questo, può giocarsi la promozione: 3 partite vinte su quattro e una sconfitta immeritata a Modena, ma ciò che impressiona è il modo in cui la squadra gioca.
Andrea Russo
per Abruzzoblog.it
E proprio Zeman sembra il valore aggiunto capace di rivitalizzare un gruppo che almeno sulla carta, come singoli elementi, è nella media del campionato. Ma andiamo con ordine. Al 2' Ciro Immobile si invola da solo in piena area di rigore, sta per affrontare il portiere avversario Bindi, ma l'arbitro Ciampi di Roma fischia il fuorigioco.
Al 9' i padroni di casa vanno in vantaggio: lancio lungo di Kone dalla trequarti, Sansovini in area lascia fare un rimbalzo al pallone e poi tira al volo: un goal bellissimo che infervora ancora di più l'animo entusiastico con cui sono partiti i biancazzurri. Sansovini è scatenato: si fa vedere con due buoni tiri dalla distanza al 21' e al 27'. Al 28' è il turno di Cascione: il suo tiro è deviato.
Al 32' Bocchetti lancia lungo in verticale per Immobile: il portiere Crotonese Bindi lo atterra: viene ammonito da Ciampi, che decreta il rigore. Immobile prende una rincorsa breve e spedisce il pallone sul palo destro: il risultato dunque non cambia. Per vederlo cambiare bisogna aspettare il 59', quando al termine di una triangolazione con Immobile, Sansovini infila Bindi da pochi passi: perforata in questo caso l'area ospite grazie ad un'azione combinata in piena area.
Al 70' si vede il Crotonese Caccavallo con una bella conclusione che si spegne sul lato esterno sinistro della rete. Il Pescara va alla conlusione ancora all'85' e all'86' con Insigne e Giacomelli. All'87' Caccavallo ci riprova con un tiro deviato da Brosco.
Il Pescara finisce la gara non rinunciando ad attaccare, dopo una partita dominata nel risultato e nel gioco. Il Crotone, come ammesso a microfoni accesi da Mister Menichini, è apparso lento e impreciso. Se il Pescara è questo, può giocarsi la promozione: 3 partite vinte su quattro e una sconfitta immeritata a Modena, ma ciò che impressiona è il modo in cui la squadra gioca.
Andrea Russo
per Abruzzoblog.it
venerdì 9 settembre 2011
Ijo: la sua musica, il cosmo, la natura
Audrius Vaitiekunas, in arte "Ijo", è uno degli autori più interessanti nell'ambito della scena elettronica internazionale. Sembra quasi fregarsene della carriera e dei soldi, si immerge nella sua musica, contento di vivere di creatività. Viene da un posto splendido, la città di Klaipeda, in Lituania, che ha attorno mare e distese infinite di boschi. Vive in Inghilterra, si è esibito a Londra, ora si trova a Brighton, un'importante città costiera nel sud dell'Inghilterra dove c'è molto fermento musicale.
Perchè hai scelto il nome d'arte "Ijo?
Prima di iniziare a fare musica con questo nome, sono stato coinvolto in numerosi progetti con amici e altri musicisti, gruppi locali.. Non pensavo nemmeno di fare dischi e una carriera musicale. Poi ho iniziato ad esibirmi con questo nome e i miei amici hanno iniziato a chiamarmi anche loro Ijo. Si tratta di uno dei satelliti di Giove (sono molto appassionato di astronomia)
Vivi a Londra adesso, giusto? Qualcuno posta su youtube i tuoi pezzi con copertine d'ispirazione metropolitana. Ti ispirano le metropoli, ad esempio Londra con i suoi muri a mattoncini rossi?
Non vivo più a Londra, è uno dei posti peggiori per viverci, per come sono fatto io. Adesso vivo a Brighton, una città di mare come la mia Klaipeda. Non mi piacciono le grandi città dove sei quasi un numero che scompare. La gente ascolta i miei brani e li interpreta secondo le sue sensazioni, come avviene su youtube.
Come abbiamo detto, sei Lituano, di Klaipeda. Dicci il tuo punto di vista sulla Lituania e sulla tua città.
La lituania ha una bella natura, e dove sono nato io è pieno di boschi e di luoghi naturali che nelle altre parti del paese non ci sono. Ogni nazione ha però il suo fascino.
Klaipeda è una bella città tranquilla, negli ultimi anni è diventata fin troppo calma, i giovani giustamente emigrano perchè non trovano lavoro, vanno nella capitale Vilnius o all'estero. Una situazione del genere ti puo' ispirare ma anche deprimere.
Dipende da cosa vuoi e da come organizzi la tua vita. Sono andato in Inghilterra per fare esperienze, è solo una tappa della mia esistenza.
Tornerò a Klaipeda di certo, qualche volta ci penso e mi manca.
Puoi dirci i tratti distintivi, in positivo e in negativo, dei Lituani?
Ci sono molte cose che non mi piacciono dei Lituani, ma ogni posto è fatto in una certa maniera. Ognuno ha i suoi gusti, fa le sue scelte. Io ho scelto la mia strada, altra gente non sa che strada prendere: il genere umano è nato per essere per essere creativo e non tutti hanno trovato il loro modo di esserlo.
Quando e perchè hai deciso di fare musica?
Ho avuto un feeling con la musica sin dai primi anni di vita. I miei giocattoli erano i registratori e strumenti per il suono. A 6 anni ho iniziato a suonare il pianoforte che avevamo in salotto, poi ho iniziato a imparare brani a mamoria, a 12 ho avuto il mio primo sintetizzatore e coinvolgevo amici e parenti a suonare con me. Registravo fin da piccolo su musicassette i brani alla radio, poi ho utilizzato tutti gli strumenti di riproduzione e di registrazione che potevo.
Come è cambiato il tuo rapporto con la musica negli ultimi anni?
Prima ascoltavo molta più musica. Ascoltarla alla radio una volta era più bello, internet non mi dà così tanta soddisfazione. Ricordo che c'era un programma alla radio dove trasmettevano ogni tipo di musica elettronica, una volta alla settimana. Adesso non ho più tanto tempo nè voglia, compongo la mia musica, grazie all'etichetta indipendente a cui sono legato, la Blikmuzik, ora ascolto i demo dei miei amici e colleghi.
Le tue composizioni suggeriscono costantemente atmosfere e scenari moderni. La modernità ti ispira?
Non l'ho mai vista in questa maniera. Di certo compongo musica elettronica, gli strumenti elettronici ti portano a risultati molto strani. Tento di esprimere quello che sento e che provo nella quotidianità. La modernità e le grandi città non mi piacciono, l'intervento dell'uomo è artificiale e distruttivo. Le metropoli le vedo come grandi parassiti che distruggono la natura circostante.
Viviamo però nel ventunesimo secolo, e certe cose te le devi far scivolare addosso, se vuoi andare avanti.
Suoni tutti gli strumenti nei tuoi brani, o fai tutto tramite computer?
Suono la tastiera e il pianoforte, e qualche volta suono la chitarra nei miei pezzi. So suonare anche la batteria, ma non mi capita di utilizzarla per comporre. Me la cavo anche con la batteria elettronica.
Dicci della tua vita in Inghilterra e dei tuoi futuri progetti.
L'Inghilterra per me è un'esperienza di vita, ma transitoria. Il mio unico progetto è quello di dedicarmi a cose creative.. Quando la vita va più veloce io rallento, lascio che le cose avvengano, mi lascio trasportare dalla corrente e mi dico: vediamo dove mi porta la vita.
Andrea Russo
Ijo - Terra de Montage
Ijo - Nook_148
venerdì 19 agosto 2011
domenica 14 agosto 2011
Pescara Triestina 2-2 (11-12dcr) Zeman: dovevamo fare più goals. Pavanel: la risposta di tutta la squadra mi sta sorprendendo.
(Nella foto: Massimo Pavanel, allenatore della Triestina)
Lorenzo Insigne è stata la star del pomeriggio calcistico pescarese: con giocate sopraffine e due goals da cineteca ha tenuto in ballo le speranze del Delfino fino ai calci di rigore. E' visibilmente dispiaciuto quando si presenta ai microfoni: "Peccato che non ce l'abbiamo fatta, adesso ci dedicheremo solo al campionato e sono sicuro che faremo molto bene già contro il Verona. C'è tanta qualità in questa squadra e penso che stasera si sia visto. Sono contento di aver fatto due goals questa sera, anche se nel secondo caso non volevo imprimere quella traiettoria alla palla: è venuta fuori una rete fantastica.
Zeman si lamenta della scarsa vena realizzativa: dovevamo fare più goals, abbiamo avuto tantissime azioni valide ai tempi supplementari, potevamo mettere nel sacco almeno 5 palloni. La squadra si è comportata bene, nonostante un'incertezza iniziale della difesa, gli attaccanti sono stati bravi in alcuni movimenti, Giacomelli ha dato ritmo alla manovra dal secondo tempo in poi.
Pavanel esprime profonda stima per il Pescara e per Zeman: "Mi piace molto il modo in cui imposta il gioco Zeman, per certi versi non ti fa giocare ma alcune azioni invece ti riescono contro di lui. Abbiamo fatto il possibile e abbiamo vinto meritatamente. Il Pescara ha creato tante azioni, qualcuna forse sul filo del fuorigioco. I miei giocatori invece stanno stupendo me e loro stessi per la risposta splendida che danno alla voglia di vittoria che ha Trieste. La Triestina deve valorizzare i suoi giovani, non ha nessun obiettivo quest'anno, se non di fare bene e di ritrovare la propria identità.
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
Lorenzo Insigne è stata la star del pomeriggio calcistico pescarese: con giocate sopraffine e due goals da cineteca ha tenuto in ballo le speranze del Delfino fino ai calci di rigore. E' visibilmente dispiaciuto quando si presenta ai microfoni: "Peccato che non ce l'abbiamo fatta, adesso ci dedicheremo solo al campionato e sono sicuro che faremo molto bene già contro il Verona. C'è tanta qualità in questa squadra e penso che stasera si sia visto. Sono contento di aver fatto due goals questa sera, anche se nel secondo caso non volevo imprimere quella traiettoria alla palla: è venuta fuori una rete fantastica.
Zeman si lamenta della scarsa vena realizzativa: dovevamo fare più goals, abbiamo avuto tantissime azioni valide ai tempi supplementari, potevamo mettere nel sacco almeno 5 palloni. La squadra si è comportata bene, nonostante un'incertezza iniziale della difesa, gli attaccanti sono stati bravi in alcuni movimenti, Giacomelli ha dato ritmo alla manovra dal secondo tempo in poi.
Pavanel esprime profonda stima per il Pescara e per Zeman: "Mi piace molto il modo in cui imposta il gioco Zeman, per certi versi non ti fa giocare ma alcune azioni invece ti riescono contro di lui. Abbiamo fatto il possibile e abbiamo vinto meritatamente. Il Pescara ha creato tante azioni, qualcuna forse sul filo del fuorigioco. I miei giocatori invece stanno stupendo me e loro stessi per la risposta splendida che danno alla voglia di vittoria che ha Trieste. La Triestina deve valorizzare i suoi giovani, non ha nessun obiettivo quest'anno, se non di fare bene e di ritrovare la propria identità.
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
Pescara-Triestina 2-2 (11-12dcr) Il Pescara perde ai rigori. La Triestina accede al terzo turno, affronterà il Novara
(Nella foto: Davide Bariti, splendida ala sinistra alabardata)
Dallo 0-2 si è giunti al 2-2 e infine all'11 a 12 per gli alabardati di Pavenel, dopo una sciarada di dodici tiri dal dischetto a squadra.
Al 15' Sansovini sbaglia un rigore concesso dall'arbitro Nasca di Bari per un atterramento in area.
Un'azione simile si ripete al 30' dal lato opposto, ma Princivalli non sbaglia.
Gli ospiti arrotondano il vantaggio con Godeas al 34'
Il Pescara sembra un po' spento, nella ripresa gioca un po' meglio ma non conclude granchè, fino all'75' in cui improvvisamente inizia a sfornare azioni molto belle che si concretizzano in due goals di Insigne, che con due autentiche perle (al 77' e al 93') dimostra di poter fare la differenza.
Il Pescara domina nei tempi suplementari, anche se l'ottimo Bariti, ala sinistra triestina, coglie una traversa.
Si va ai rigori, ma ce ne vogliono 12 a testa per decidere il vincitore: alla fine Sansovini spara alto e manda tutti a casa.
La Triestina si gode la vittoria e va a Novara a giocarsi un ulteriore accesso al turno successivodi Coppa Italia.
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
giovedì 11 agosto 2011
Italia-Spagna 2-1: tattica e concentrazione le armi vincenti
Una bellissima Italia, come non la si vedeva da tempo. E' curioso come spesso la Nazionale, come anche altre selezioni, si esalti in amichevoli o nelle qualificazioni per Europei e Mondiali e poi si sciolga come neve al sole nelle occasioni importanti.
Non che il test.match di ieri non lo fosse: era sì un'amichevole, ma con i campioni Mondiali ed Europei in carica, la squadra da battere. In più ci aspettano le partite di qualificazione agli Europei del 2012.
Sì, proprio quei campionati d'Europa che dovevano svolgersi nel nostro paese e che grazie al geniale blitz sul luogo delle votazioni a Cardiff nel 2007, degli allora premiers di Polonia e Ucraina Jarosław Kaczyński e Viktor Yushchenko, finirono sotto la gestione di questi due stati.
Concentrati fin dall'inizio, con un senso della posizione e della tattica sopraffina, frutto di un ottimo lavoro del Mister Cesare Prandelli, gli azzurri si sono dimostrati da subito più concreti, rendendo sterile il palleggio degli avversari ed andando nel primo tempo più volte vicino al goal.
Criscito ha preso un palo dopo pochi minuti,minuto, Montolivo ha battuto Casillas con uno splendido pallonetto all'11'ed un rigore ingiusto realizzato al 36' al ha messo i conti in parità.
Ci ha pensato Aquilani al a mettere sui giusti binari la partita, con un tiro deviato da Albiol
Va dato merito al centrocampista di aver tentato il tiro nonostante il goal sembrasse difficile, vista la selva di gambe in area di rigore.
Prandelli non rinuncia ai cattivi ragazzi Cassano e Balotelli: il primo ha giocato dall'inizio e il secondo in corso d'opera: la sua Italia sembra prendere volto, con la caratteristica costante alle nostre selezioni di un sontuoso lavoro tattico. Questa volta almeno non ci priviamo dei piedi buoni, affrontando le possibili turbolenze di qualcuno e mettendo inoltre nel motore anche Rossi e Pazzini.
domenica 7 agosto 2011
Zeman: "Si incomincia ad intravedere un po' del mio gioco
(Nella foto: Lorenzo Insigne)
Dà l'impressione di essere contento Zdenek Zeman, al termine di Pescara- Real Sociedad, finita in parità (2-2) "E' ancora presto per trarre conclusioni" esordisce il tecnico boemo
Dà l'impressione di essere contento Zdenek Zeman, al termine di Pescara- Real Sociedad, finita in parità (2-2) "E' ancora presto per trarre conclusioni" esordisce il tecnico boemo
"Si incomincia ad intravedere qualcuno dei miei dettami tattici in campo ma c'è ancora tanto lavoro da fare. Insigne ha fatto bene, Sansovini si è impegnato molto ma non ha avuto fortuna pur essendo andato più volte vicino al goal. Era difficile oggi affrontare una squadra che gioca palla a terra e ti costringe ad avere quella corsa che ancora non hai nelle gambe e nei polmoni".
C'è molto interesse attorno al giovane talento Lorenzo Insigne, classe 1991, ragazzo con una grande personalità e una certa facilità ad ambientarsi: "Ho giocato bene", ha detto l'attaccante, "abbiamo sofferto contro una squadra di un certo livello tecnico, siamo ancora in una fase delicata della preparazione, non corriamo ancora come dovremmo ma per ora va bene così"
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
Spettacolo e goals all'Adriatico: finisce 2 a 2 tra Pescara e Real Sociedad.
Due belle città di mare si incontrano grazie al calcio: lo sport è anche questo. E' un derby tra biancoazzurri, anche: La prima maglia del Real Sociedad, squadra di Donostia-San Sebastian, nella regione Basca della Spagna, è molto simile a quella degli abruzzesi. Stessa maglia, stesso gioco offensivo con la difesa alta, stesso score realizzativo: finisce 2 a 2 nel più pieno spirito delle partite amichevoli.
Discreta, ma non eccezionale l'affluenza del pubblico (6515 spettatori paganti) in una serata d'Agosto molto calda. Parte bene il Pescara che al 6' va in vantaggio con Insigne. Un'azione molto coordinata termina con il guizzo del brevilineo attaccante, che scarta il portiere Claudio Andres Bravo ed entra quasi in porta palla al piede.
Passano solo tre minuti e approfittando di un filtro inefficace a centrocampo. Eugenio Romulo Togni parafrasando il suo omonimo cantante "guarda il mondo da un oblò" e lascia sfilare un avversario, che perviene tranquillamente al cross; Zurutuza non manca l'impatto con la sfera ed esplode il tapin vincente al centro dell'area avversaria.
Girandola di sostituzioni nel secondo tempo: il gioco delle due squadre non è più riconoscibile ma continuano le emozioni.
Al 62' Soddimo si invola sulla fascia sinistra e dribbla, accentrandosi, un difensore avversario, esplode un tiro molto bello che si insacca alle spalle dell'incolpevole Bravo.
Al 70' ci pensa il neoentrato Jeffrey Sarpong a mettere in parità i conti, dopo che l'estrosa ala Ros mette fuori gioco Capuano con un inaspettato colpo di tacco dalla destra; Daniel Estrada pennella un delizioso cross al centro per il solido centrocampista Olandese che fulmina con un tiro molto potente il portiere Anania, subentrato a Pinsoglio.
E' ancora presto per avere indicazioni veritiere da questo test-match: si intravede qualche dettame del gioco Zemaniano, con la difesa alta, addirittura a ridosso della linea di centrocampo, Zanon che ha fatto da attaccante aggiunto, più che da terzino, un Gessa fuori ruolo come mediano centrale, un Insigne già in palla e a suo perfetto agio nella sua nuova avventura Pescarese.
Durante la partita sono da segnalare cori di dileggio nei confronti di Delli Carri proveniente dalla curva nord.
Si vocifera che i tifosi ce l'abbiano con lui per vecchie divergenze con una delle precedenti dirigenze della squadra; cosa c'entrino i tifosi in tutto questo, e perchè si debba bersagliare Delli Carri è un mistero. Daniele Delli Carri ha giocato alla grande in passato nel Pescara ed ora promette bene come dirigente tecnico: lui che è di Foggia ha sempre amato Pescara e da anni l'ha scelta come città in cui vivere. Un po' di rispetto per uno come lui è davvero il minimo.
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it
Stasera alle 20:45 Pescara-Real Sociedad
(Philippe Montanier, classe 1964, allenatore del Real Sociedad ed ex portiere nei campionati minori francesi)
Il Pescara del neoallenatre Zdenek Zeman incontra stasera in un'amichevole interna il Real Sociedad, team spagnolo con due scudetti all'attivo, numerosi piazzamenti nella Liga, due coppe del Re (come la nostra Coppa Italia) e una supercoppa spagnola, nonchè diverse partecipazioni alle coppe europee.
Entro mezzanotte pubblicherò per voi un esaustivo resoconto sulla gara con le interviste del dopo-partita.
sabato 6 agosto 2011
Ma quale fuga di talenti?
(Nella foto: Javier Pastore, trequartista del Palermo, è in procinto di passare al Paris Saint Germain di Leonardo)
I giornali sportivi pongono l'accento sul fatto che alcuni giocatori importanti lasciano il nostro campionato, convinti a suon di miliardi da clubs per lo più inglesi e spagnoli.
Da qualche anno non facciamo più follie per i calciatori, perchè le nuove regole hanno imposto un controllo stretto dei bilanci societari.
Continuano però a circolare milioni e milioni di euro anche nel football di casa nostra. Tanti, troppi. E come abbiamo visto dalle vicende della nuova calciopoli, c'è chi non si accontenta mai.Se qualcuno è così folle da offrire 43 milioni di euro per Javier Pastore, un buon giocatore con possibilità di crescita ma non un fenomeno, il presidente del Palermo Zamparini non puo' far altro che accettare.
20 milioni sono una cifra equa per l'argentino, 25 già sono tanti, 43 sono il capriccio di un multimiliardario.
Erano tanti anche i 60 milioni offerti dal Real Madrid per Kakà, e il Milan ha continuato a vincere come e meglio di prima, dopo la sua partenza, senza investire troppo.
Non c'è una crisi del calcio italiano, abbiamo vinto il penultimo mondiale. L'Inter ha vinto la penultima Coppa dei Campioni e l'anno successivo il mondiale per Club (ex Coppa Intercontinentale).Anche il Milan ha vinto più di una Champions League, negli ultimi anni.
Sforniamo campioni, l'under 21 è una grande realtà, i nostri campionati sono ancora competitivi, a livello tattico siamo tra i migliori, grazie ad allenatori e staff tecnici di primo livello.
Si può migliorare nel marketing.
Come ha fatto notare nei giorni scorsi il Corriere dello sport, è troppo spendere 70-80 euro per una maglietta, quando anzi i clubs dovrebbero regalarne a migliaia.
Perchè regalarle? Perchè costituisce un investimento, fatto soprattutto sulle nuove generazioni. Gesti come questo fruttano più tifosi, più attenzione sulla squadra, più introiti televisivi, più sponsors.
Questo però è un discorso di tornaconto.
Se aspiriamo invece ad un'elevazione morale del calcio, cambia tutto.
In quel caso infatti dovremmo regredire: meno soldi, meno interessi in ballo, meno imbrogli.
Ci vorrebbero addetti ai lavori pronti a perdere denaro pur di mantenere saldi dei principi.
Di certo non si può cambiare la natura umana: gli avidi ci saranno sempre, così come le inchieste giudiziarie, nel calcio come negli altri settori.
mercoledì 3 agosto 2011
lunedì 1 agosto 2011
Dubstar - No more talk
Talking is useless when your cards have all been shown
I'll make you feel bitter and I'll never use the phone
'cos I'm not the kind of person soft enough to cry
I'm not the kind of person to hide when I can fight
So breakout now let the feelings out and take the blame away
and leave the past for another day
please no more talk today
'cos I'm not the kind of person who likes to hang around
and I'm not the kind of person to sympathise with self indulgence
breakout now let the feelings out and take the blame away
and leave the past for another day
please no more talk today
talking is stupid now my interest has flown
I'll make you feel useless if you call me on the phone
breakout now let the feelings out and take the blame away
and leave the past for another day
please no more talk today
Il sacro è tale anche per i laici.
Non tutti hanno la stessa sensibilità e lo stesso modo di concepire ciò che è sacro.
Riguardo alla religione dominante nel mio paese e a tutte le altre sono scettico, la ragione mi porta verso un lido, la speranza verso un altro. Ad ogni modo, quando mi sono recato in un luogo di culto, anche non cattolico, ho sempre ritenuto di osservare il massimo rispetto per quel posto, facendomi tanti scrupoli. Spengo il cellulare, cerco di non entrare se ho abiti troppo estivi, mi tolgo il berretto di fronte a un'immagine sacra, osservo un certo silenzio, e via dicendo.
Chissà forse da lassù qualcuno osserva, o forse no, ma non è importante ai fini di questo discorso: c'è un punto oltre il quale un uomo non deve andare, c'è un momento in cui bisogna fermarsi, ci sono dei simboli che sono molto di più che immagini e oggetti, in cui vengono riposti i sentimenti , la volontà di migliorare, la voglia di purezza di milioni di persone.
Ho visto in passato in chiesa: una donna che mangiava un panino, dei chioschi in cui si vendevano "souvenir", laddove Gesù fu esplicito in materia, cacciando i mercanti dal tempio. Ho visto anche le chiese usate per set cinematografici (con scene anche violente e uccisioni) e per dibattiti politici. L'altra sera, sulla Rai, una nota cantante, sia pure in buona fede, cantava una canzone di musica leggera, con le spalle scoperte, e dietro c'erano dei bambini, tutti spalle all'altare. L'esibizione si è svolta con il beneplacito del vescovo di Pompei ivi presente. Si onorava la Madonna di Pompei appunto, gli intenti erano casti, ma un po' ho storto il naso lo stesso di fronte a una scena simile.
Si ci sposa di frequente in estate, e le spose offrono un bel decollete alla vista dei presenti, magari il petto è più o meno coperto, ma spalle e collo sono ben visibili.
L'idea di chiesa come posto dell'anima, però, di luogo dell'interiorità e della contrizione, del genuiflettersi di fronte alla divinità, dell'espiazione, di un certo sentimento di purezza
non lascia spazio alla all'ufficialità mondana, al baccano, alla tentazione degli occhi.
Ci sono gentil dame dello spettacolo che attirano l'attenzione maschile con il decollete e nel medesimo punto scende una croce appesa al collo in evidenza.
La differente sensibilità moderna dell'indulgenza ha fatto sì che in chiesa ci siano i cuscinetti sugli inginocchiatoi: ma l'inginocchiamento è un atto di sottomissione, di voluta scomodità, di lieve sofferenza.
C'è un esibizionismo, inoltre, del proprio sentimento religioso: gente che "si converte" e va in televisione a dirlo, per poi scriverci sù dei libri ben pubblicizzati.
Le mogli dei boss della malavita sono spesso in prima fila in chiesa.
Non sono americano, non comprendo i gospels in cui si ci dimena negli U.s.a., i telepredicatori, nemmeno le messe trasmesse in diretta televisiva e quel vescovo di provincia che si mostra sempre in primo piano in una rete tv appartenente al Vaticano.
Il silenzio è etereo, è una dimensione di raffinatezza in cui si apre la porta all'Io; e siccome per chi è credente il farsi largo nel proprio mondo interiore coincide con l'avvicinarsi alla divinità, l'assenza di suoni è parte della religione.
Riguardo alla religione dominante nel mio paese e a tutte le altre sono scettico, la ragione mi porta verso un lido, la speranza verso un altro. Ad ogni modo, quando mi sono recato in un luogo di culto, anche non cattolico, ho sempre ritenuto di osservare il massimo rispetto per quel posto, facendomi tanti scrupoli. Spengo il cellulare, cerco di non entrare se ho abiti troppo estivi, mi tolgo il berretto di fronte a un'immagine sacra, osservo un certo silenzio, e via dicendo.
Chissà forse da lassù qualcuno osserva, o forse no, ma non è importante ai fini di questo discorso: c'è un punto oltre il quale un uomo non deve andare, c'è un momento in cui bisogna fermarsi, ci sono dei simboli che sono molto di più che immagini e oggetti, in cui vengono riposti i sentimenti , la volontà di migliorare, la voglia di purezza di milioni di persone.
Ho visto in passato in chiesa: una donna che mangiava un panino, dei chioschi in cui si vendevano "souvenir", laddove Gesù fu esplicito in materia, cacciando i mercanti dal tempio. Ho visto anche le chiese usate per set cinematografici (con scene anche violente e uccisioni) e per dibattiti politici. L'altra sera, sulla Rai, una nota cantante, sia pure in buona fede, cantava una canzone di musica leggera, con le spalle scoperte, e dietro c'erano dei bambini, tutti spalle all'altare. L'esibizione si è svolta con il beneplacito del vescovo di Pompei ivi presente. Si onorava la Madonna di Pompei appunto, gli intenti erano casti, ma un po' ho storto il naso lo stesso di fronte a una scena simile.
Si ci sposa di frequente in estate, e le spose offrono un bel decollete alla vista dei presenti, magari il petto è più o meno coperto, ma spalle e collo sono ben visibili.
L'idea di chiesa come posto dell'anima, però, di luogo dell'interiorità e della contrizione, del genuiflettersi di fronte alla divinità, dell'espiazione, di un certo sentimento di purezza
non lascia spazio alla all'ufficialità mondana, al baccano, alla tentazione degli occhi.
Ci sono gentil dame dello spettacolo che attirano l'attenzione maschile con il decollete e nel medesimo punto scende una croce appesa al collo in evidenza.
La differente sensibilità moderna dell'indulgenza ha fatto sì che in chiesa ci siano i cuscinetti sugli inginocchiatoi: ma l'inginocchiamento è un atto di sottomissione, di voluta scomodità, di lieve sofferenza.
C'è un esibizionismo, inoltre, del proprio sentimento religioso: gente che "si converte" e va in televisione a dirlo, per poi scriverci sù dei libri ben pubblicizzati.
Le mogli dei boss della malavita sono spesso in prima fila in chiesa.
Non sono americano, non comprendo i gospels in cui si ci dimena negli U.s.a., i telepredicatori, nemmeno le messe trasmesse in diretta televisiva e quel vescovo di provincia che si mostra sempre in primo piano in una rete tv appartenente al Vaticano.
Il silenzio è etereo, è una dimensione di raffinatezza in cui si apre la porta all'Io; e siccome per chi è credente il farsi largo nel proprio mondo interiore coincide con l'avvicinarsi alla divinità, l'assenza di suoni è parte della religione.
domenica 31 luglio 2011
Video del giorno - Ieva Akuratere: manai tautai (alla mia nazione)
Si tratta di una canzone molto patriottica, composta in un'epoca in cui la Lettonia era ancora sotto il giogo dell'Unione Sovietica e gli impulsi di ribellione si stavano risvegliando.
Proprio come succedeva quando venivano messe in scena le opere di Giuseppe Verdi alla Scala di Milano, Ieva Akuratere, al Festival di Liepaja, nel 1988, cantò questa commovente canzone, Manai tautai, (Alla mia nazione), e il pubblico in sala si alzò e l'applaudì a lungo, lanciando fiori sul palco, sotto gli occhi delle numerose guardie sovietiche presenti in aula.
Qualche anno dopo, i paesi baltici (Lituania, Estonia e Lettonia) approfittarono della non aggressività di Gorbaciov nei confronti delle loro rivolte per proclamare l'indipendenza.
Vi consiglio di ascoltare la canzone attentamente, perchè sebbene non possiate capirne il testo, la melodia è molto toccante.
Proprio come succedeva quando venivano messe in scena le opere di Giuseppe Verdi alla Scala di Milano, Ieva Akuratere, al Festival di Liepaja, nel 1988, cantò questa commovente canzone, Manai tautai, (Alla mia nazione), e il pubblico in sala si alzò e l'applaudì a lungo, lanciando fiori sul palco, sotto gli occhi delle numerose guardie sovietiche presenti in aula.
Qualche anno dopo, i paesi baltici (Lituania, Estonia e Lettonia) approfittarono della non aggressività di Gorbaciov nei confronti delle loro rivolte per proclamare l'indipendenza.
Vi consiglio di ascoltare la canzone attentamente, perchè sebbene non possiate capirne il testo, la melodia è molto toccante.
Pescara: cronaca di un'estate così così salvata dai turisti.
Il tempo, quest'estate, è un po' bizzarro. Fino ad ora le temperature spesso e volentieri sono state basse per la stagione, fino a sconfinare nel pieno clima autunnale. A parte questo, a Pescara ci ritroviamo come ogni anno, di fronte a problematiche irrisolte che rischiano di danneggiare l'economia, il turismo e addirittura la nostra salute.
Condizioni del mare, del fiume e del porto-canale.
il mare nel capoluogo adriatico è sporco perchè c'è uno dei fiumi più inquinati d'Italia che deposita i liquami di centinaia di scarichi industriali.
Come se non bastasse, è saltato il previsto collegamento per Spalato, per motivi diversi da quelli degli anni scorsi: se prima si trattava di incomprensioni tra la compagnia SNAV e l'amministrazione D'Alfonso, ora la pietra dello scandalo è il dragaggio, effettuato in maniera insufficiente sia per i mezzi a disposizione della ditta appaltatrice che per i pochi fondi messi a disposizione da parte del governo.
Senz'altro in questa vicenda le amministrazioni locali competenti hanno le loro responsabilità. Morale della favola: anche quest'anno non avremo il collegamento con Spalato e Kvar via mare perchèil fondale è troppo basso per fare attraccare i traghetti. Rischia altresì di saltare il progetto che vede Pescara come tappa delle crociere che partiranno da Venezia.
Il danno economico in entrambi i casi è notevole.
Se si prova a fare il bagno, anche nei giorni in cui una discreta corrente si muove in direzione opposta alle acque provenienti dal fiume, è la gente comune che ci mette del suo: bust di plastica, assorbenti, bottiglie..
Locali notturni
D'estate a Pescara si balla sulla spiaggia, negli stabilimenti balneari dove spesso non si paga l'ingresso, oppure c'è la consumazione obbligatoria.Ma è proprio nei locali in cui non si paga che inizia il teatrino.
I buttafuori regolano l'afflusso dei clienti, ben istruiti dai proprietari "illuminati" degli chalet.
Prima regola: anche se si può fare entrare tutti, uno o due alla volta, in pochi minuti, la fila deve durare un'ora, perchè chi passa per la riviera lì davanti deve vedere la calca (come a dire: la gente farebbe a pugni per entrare).
Seconda regola: selezione all'ingresso operata sempre dai buttafuori, che notoriamente sono dei grandi esperti d'alta moda: se hai i pantaloni firmati, ma estivi, cioè corti, non puoi entrare. I pantaloni lunghi sono d'obbligo anche se ci sono 30-35 gradi e siamo sulla spiaggia.
Terza regola: dopo aver superato lo sbarramento dei buttafuori e degli stewards, i clienti si trovano a volte di fronte a una piscina molto grande, ma, ben vestiti come sono, non possono fare il bagno, primo perchè non è previsto, secondo perchè si sono dovuti vestire bene e non rovinerebbero mai, giustamente gli abiti buoni (ma non sarebbe meglio una festa in costume da bagno?)
Quarta regola: i baristi ti servono a volte bicchieri pieni fino all'orlo di ghiaccio e 1\6 - 1\7 del contenuto è il drink che hai richiesto. Prezzo: dai 5 ai 10 euro.
Inoltre si supera quasi sempre, violando una precisa norma di legge in merito, il numero delle persone che possono entrare in un locale da ballo in relazione alle sue dimensioni: ciò vuol dire che si balla da fermo, e, visto che siamo all'aperto, alcuni si sentono legittimati a ballare con la sigaretta in mano, inspirando ed espirando il fumo nella calca. Non di rado capita che rovinino il vestito a qualcuno urtandolo con la sigaretta.
Turisti
Per fortuna d'estate ora ci sono nuovi voli da e per Oslo, New York e altre località che portano numerosi turisti. L'afflusso degli stranieri è aumentato a Pescara e dintorni.
Chi come i Cechi, il mare sotto casa non ce l'ha, non fa caso al nostro mare non proprio cristallino, e si diverte: si sa poi, in vacanza e in un posto nuovo tutto sembra un po' più bello. Si sorvola così sulle cose storte e si apprezzano solo le bellezze, e non sono poche, che le località abruzzesi hanno da offrire.
Andrea Russo
Iscriviti a:
Post (Atom)