lunedì 21 luglio 2008

Notizie- Sport - Pescara calcio, finalmente si respira

Il presidente della squadra femminile Mokambo Chieti Mario Di Marco, nell'anno successivo alla retrocessione in A2, disse una volta: "Questa è una squadra antistress", poichè il team realizzato per risalire era molto forte e dominava la classifica in quel momento.

Altra storia fu l'epilogo che ebbe quella stagione: la Mokambo stava disputando i play-off per risalire in A1, ma durante il match decisivo, con la squadra in svantaggio, vedendo sfumare la promozione, il presidente scese dagli spalti fece uscire le sue ragazze dal campo.

Fu un colpo di testa dovuto alla delusione, camuffato in quel momento da protesta contro alcune decisioni della lega. Una "sparata" che costò alla Mokambo Chieti la retrocessione di due categorie. Si ripartì così dalla B2.

Per questo motivo, sebbene io non sia scaramantico, non definirò il Pescara "una squadra antistress".
E' un dato di fatto però che, sebbene la campagna acquisti non sia ancora conclusa e ci riserverà sicuramente altri colpi di mercato, c'è stato un taglio netto col passato.
Il proprietari Francesco e Gerardo Soglia fa le cose per bene.
Erano anni che non facevamo una preparazione atletica pre-campionato degna di questo nome, con buona parte dei giocatori più importanti già a disposizione.

I colpi di mercato parlano chiaro.
L'uzbeko Ilyas Zetulayev ha fatto apprendistato nel vivaio della Juventus ed ha giocato Reggina e Verona. Ha un grande potenziale ancora in gran parte inespresso.

L 'ex sampdoriano Fabio Bazzani è finito in c1 solo per causa di due infortuni di fila, non certo per merito suo, ma ora è in piena fase di recupero e quindi è prossimo alla piena forma fisica.
La conferma di Tommaso Romito è un fattore importante: si tratta di un ottimo difensore per la serie C, che è molto stimolato dall'idea di giocare a Pescara.

La presenza in squadra di questi tre giocatori, più altri messi già a segno dalla dirigenza ed altri ancora promessi dall'attuale presidente Francesco, subentrato nella carica a Gerardo, fanno ben sperare.

Ci sono delle trattative in corso, perchè una cordata pescarese di imprenditori si è fatta avanti per rilevare la società Pescara Calcio.

La cosa non mi preoccupa, perchè i Soglia sono persone serie e se dovessero cedere la squadra a qualcuno, la affideranno sicuramente in buone mani.
Inoltre le cordate si rivelano quasi sempre fumo negli occhi, per cui prevedo che la società rimarrà ai proprietari attuali.

venerdì 18 luglio 2008

Per favore, ridateci la serie C

Da quest'anno, la serie C1 non si chiamerà più così.

Subentrerà la "prima divisione", e ci sentiremo tutti Inglesi. Ci troveremo di fronte a un campionato di altissima qualità, perchè, lo sapete, in una prima divisione c'è il meglio del meglio e non può che essere così.

Tornando alla realtà, rilevo con tristezza che questa dirigenza "illuminata della serie C prosegue col suo processo di riforme.

Già un bel colpo era stata la divisione dei due gironi di C1 in senso longitudinale, dividendo l'Italia tra est e ovest, quando tutti sanno che l'italia, in gran parte del suo territorio, e percorribile da est a ovest o viceversa in poche ore e percorrendo non più di 200 -300 km.

La vecchia suddivisione nel girona A (Nord) e nel girone B (sud) permetteva alle squadre di calcio di non fare troppi chilometri per le trasferte, e di ritornare, il più delle volte, immediatamente a casa, con un viaggio non molto lungo in autobus.

Secondo il criterio nuovo, invece, la squadra piemontese farà migliaia di chilometri di aereo per affrontare quella siciliana.

Tornando al termine 1a divisione, non è con un maquillage prettamente di facciata che si cambiano le cose. La serie A e la serie B stanno tentando di unirsi per formare una lega unica, lasciando al loro destino i campionati minori.

La serie C1, resta, comunque, un campionato competitivo, e continuerà a riscuotere l'interesse dei tifosi come e forse anche meglio di prima. E' il campionato che si affronta prima di essere promossi in B, o prima di retrocedere in C2, che è un altro campionato difficile e di livello professionistico.

Mascherare questo non serve a niente.

Intervenire su aspetti sostanziali del calcio, come la recessione economica che ha colpito i piccoli club, ha un senso compiuto. Spingere affinchè la serie C abbia più visibilità e attiri un maggior numero di sponsors è un obiettivo possibile ed è una delle strade, a mio avviso, da seguire, una delle tante strategie che si possono mettere in atto.

Questo però, va fatto con spirito imprenditoriale e di autonomia, senza piagnistei e senza chiedere niente a nessuno.

Notizie. Pescara: qualche monumento in più non guasterebbe.

Diciamoci la verità: Pescara è una bella città, moderna, con palazzi nuovi, dinamica e vivace.
C'è chi ne critica l'architettura, dicendo che questi palazzi moderni sono brutti, e le strade non seguono un unico stile architettonico.
Io non trovo i palazzi moderni di Pescara brutti, anzi. Le costruzioni nuove o vecchie di pochi decenni e le strade ampie danno un senso di avanguardia e di ottimismo. Viviamo in una città accogliente, capace di essere ricettiva d'estate come centro balneare, ma di avere una vita autonoma dal turismo, fatta di eventi, di cultura e fattori che attirano l'interesse generale.




Quanto alla coerenza architettonica, sono una minoranza le città, in Italia, che hanno uno stile univoco e preordinato.
Quello a cui fanno riferimento i detrattori è un modello di centro urbano possibile in epoche di monarchie e di signorotti locali, che potevano permettersi di pianificare, se lo volevano, la costruzione di un intero quartiere secondo i criteri ed il gusto che più apprezzavano.
Manca, però, qualche monumento che completi l'opera e che dia alla città quel tocco di arte che sia da stimolo anche per le sue risorse culturali.







Come in tante città italiane, stanno nascendo a Pescara tante rotonde che
sostituiscono i semafori e che oltre ad avere un fine pratico, offrono l'opportunità di porvi nel mezzo verde pubblico, statue e fontane.
Inoltre, è stata rimodernato, da poco tempo, il centro cittadino, con una corso Umberto che ha giovato del restyling e la contigua Piazza Salotto che, secondo me, è imbruttita: è stata sì rimodernata, ma con cattivo gusto.
Anche l'installazione di Toyo Ito, di cui per ora c'è solo un modello provvisorio, mi sembra un'idiozia e quasi una offesa a noi pescaresi.

Sport/calcio Reprimere la gioia del goal

Quando ero bambino, ho frequentato, a più riprese, ma per poco tempo, complessivamente, la scuola calcio della Renato Curi, che, nel settore giovanile, è sempre stata molto competitiva.L'allenamento si svolgeva in due parti: 40- 50 minuti di esercizi e 15 -20 minuti di partitella finale. Gli esercizi li svolgevo molto di malavoglia, sia quelli che riguardavano la tecnica individuale, come il palleggio ad esempio, che quelli che insegnavano dei veri e propri schemi di gioco.

Erano lezioni tutt'altro che facili, sebbene fossimo bambini: si può dire che la tecnica individuale vera e propria viene impartita quando si è bambini, mentre quando si cresce gli allenatori sono sempre meno propensi ad impartirti certi gesti atletici. La tattica, invece, viene affinata in età adulta.

Ebbene, finiti gli esercizi, in cui il "mister" qualche volta mi riprendeva, svolgevamo la consueta partitella. Lì, sorprendendo un po' tutti, mettevo in mostra buone doti, e la cosa particolare è che segnavo sempre.

In quel momento mi rendevo conto di una cosa strana: quando segnavo io o altri bambini che stavano nella scuola-calcio da meno tempo, esultavamo, come è giusto che fosse, e ci abbracciavamo, proprio come si fa in serie A.

I bambini più smaliziati, che erano lì da due o tre anni, quando facevano un goal rimanevano impassibili, reprimendo l'istintivo gesto di sollevare le braccia al cielo o di emettere un grido.
Tale gesto mi sembrava di uno snobismo particolare: loro erano già piccoli calciatori navigati, avevano una tecnica invidiabile, probabilmente erano spinti in maniera più seria dalle famiglie a fare i calciatori.

Questa tendenza l'ho ritrovata negli ultimi anni, guardando le partite dei campionati professionistici.

Ci sono giocatori che, quando segnano contro la loro vecchia squadra, per una forma di rispetto, non esultano.
I giornalisti anche, avendo ormai assimilato questa variante del goal, chiedono prima della partita ad un "ex" se il giorno dopo esulterà se dovesse segnare.

A me , francamente, il fatto di non esultare sembra una repressione forte dei propri sentimenti, oltre ad essere una cosa un po' ipocrita.
I giocatori cambiano una decina di squadre in media nell'arco della loro carriera: se rimangono in buoni rapporti con buona parte delle loro tifoserie, cosa devono fare? Non devono festeggiare contro almeno 6 o 7 avversarie?

Il Goal è una delle vette emotive più alte del calcio, è la ragione per cui buona parte di noi ragazzi, da bambini, sognavamo ad occhi aperti di fare il calciatore:

"Sto giocando in serie A, con una squadra importante.
Alcuni dei miei compagni e avversari sono quei giocatori che seguivo quando ero bambino, giunti ormai ad un'età da fine carriera: salto due, tre avversari, mi avvicino all'area di rigore, e con un diagonale bellissimo infilo il portiere avversario: goooooalll!

Urlo come un pazzo, il pubblico, una massa umana indistinta, impazzisce anch'esso, tutti gioiscono con me. Lo stadio è investito da un boato, corro verso i tifosi, tutta gente che non conosco, eppure metto il naso a un centimetro da loro, dietro il vetro o l'inferriata che delimita gli spalti: delirio."

Per questo non esultare dopo il goal mi sembra un gesto molto forzato, quasi una violenza a se stessi, forse è anche un po' snob, oltre che poco bello.

Se non esulti per rispettare la tifoseria avversaria, i tuoi tifosi possono pensare che tu non rispetti loro.

E poi il calcio è un gioco, tutti sanno che un giorno tu calciatore sei in un posto e sei mesi dopo vesti già una casacca diversa.

Si fa subito, insulsamente, a dire: "traditore! mercenario!" nell'atteggiamento sempre urlato dello stadio, che non è altro che l'erede dell'anfiteatro dei gladiatori.

E' crudele e spietato lo stadio, ma anche generoso e innamorato, è luogo di istinti tendenti talvolta all'estasi, talvolta al lato oscuro di noi stessi.

giovedì 17 luglio 2008

Notizie- Politica- la sanità in Abruzzo: ecco perchè bisogna privatizzare

C'è stato anche qualcuno, nella bagarre di questi giorni, che ha detto: "Forse era meglio se fosse rimasto a fare il cantante", guardando al telegiornale il Presidente della regione Abruzzo Ottaviano Del Turco arrestato. Il cantante, però, si chiamava Riccardo del Turco.
C'è chi ha detto questa stessa frase riguardo a Silvio Berlusconi, riferendosi ai suoi trascorsi giovanili di cantante nei piano bars e sulle navi da crociera.
Questa però è un'altra storia.

La sanità Abruzzese, invece, è un pasticciaccio brutto, parafrasando Gadda; proprio nei giorni precedenti all'arresto di Del Turco, mi chiedevo di come potessimo avere una sanità "in rosso", vista la pioggia di milioni di euro che arriva sia dallo stato centrale che dall'Unione Europea verso la nostra regione.

Arresti o non arresti, colpevoli o meno, i politici che hanno governato hanno responsabilità gravi.
Non può essere ignorata la loro pochezza di amministratori. I risultati parlano chiaro e le ruberie, i dissesti nei servizi, gli episodi poco chiari, in Abruzzo come altrove in Italia, non hanno mai avuto termine.

Questa è l'ennesima dimostrazione di come sia necessario privatizzare il più possibile, ovviamente, senza creare un danno per i cittadini.
Dove i politici non possono gestire, nominare scagnozzi di loro fiducia, creare intrighi e connivenze, non possono rubare e sperperare denaro pubblico.

Certo, anche nelle aziende di servizi private possono esserci imbrogli, favoritismi, raccomandati, e anche malasanità.
E' un dato di fatto però che nelle strutture private le cose funzionano meglio, le risorse vengono razionalizzate e c'è più meritocrazia.

lunedì 14 luglio 2008

Notizie Abruzzo- Arrestato Ottaviano Del Turco



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Ottaviano Del Turco è stato arrestato stamattina dalla Guardia di Finanza insieme ad altre persone per associazione a delinquere, corruzione e concussione per gestione privata della sanità.
Tra gli arrestati figurano Lamberto Quarta, Camillo Cesarone, Antonio Boschetti,Gianluca Zelli, Luigi Conga. Si trovano agli arresti domiciliari invece Bernardo Mazzocca, Angelo Bucciarelli, Giancarlo Masciarelli, Vito Domenici e Francesco Di Stanislao (che ha divieto di dimora a Pescara).
Operazioni di polizia simili sono state attuate nelle marche e nel Lazio.

Nel 1992 l'intera giunta regionale abruzzese fu arrestata per questioni a fondi provenienti dall'Unione Europea.


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